Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno IV – Numero 559 AVVISO Ordine 1. Campagna antinfluenzale 20142015 Notizie in Rilievo Scienza e Salute 2. Raffreddore o influenza? Ecco come riconoscerle 3. Naso nuovo senza bisturi con il “rinofiller” Prevenzione e Salute 4. Stesso pigiama per oltre 7 giorni? Si rischiano infezioni e cistite 5. I sette cibi che aiutano a dormire meglio 6. La frutta protegge il cuore, riduce i rischi infarto e ictus 7. Tenere conto delle fasi del ciclo può aiutare le donne a smettere di fumare Venerdì 15 Gennaio 2015, S. Giuliano, Alessia, Alice Proverbio di oggi……….. A dicere so tutte capace; ‘o difficile è a ffà! Fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare STESSO PIGIAMA PER OLTRE 7 GIORNI? SI RISCHIANO INFEZIONI E CISTITE Secondo un sondaggio, gli uomini fanno passare circa due settimane prima di cambiarlo, le donne addirittura 17 giorni Si può andare a dormire con un pigiamone di pile, un più sexy baby-doll o il classico due pezzi da uomo. Ma per quanto tempo si indossa un pigiama prima di lavarlo? Secondo un sondaggio condotto in Gran Bretagna da una società che produce materassi, gli uomini fanno passare circa due settimane prima di cambiarlo, le donne addirittura 17 giorni. I risultati fanno inorridire gli esperti, secondo cui così si rischiano infezioni alla pelle e cistiti. "Tutti noi ospitiamo sulla pelle e nell'intestino microrganismi vari - spiega al Daily Mail online Sally Bloomfield, della London School of Hygiene and Tropical Medicine - che generalmente non sono dannosi, ma possono diventarlo se finiscono nel posto sbagliato, entrando in contatto con altre parti del nostro corpo". Fra questi, l'E.Coli, che può causare la cistite, oppure lo stafilococco e anche il Mrsa, il superbatterio resistente ai farmaci. Ignaro di tutto questo, il 54% delle donne sostiene di avere solo un paio di pigiami da alternare, così dimentica da quanto tempo non li cambia. La scusa addotta dal 51%, invece, è che indossa il pigiama per non più di un paio d'ore per notte e dunque non lo lava spesso. Gli uomini scaricano la responsabilità sulle partner, dicendo che sono loro a occuparsi di fare la lavatrice. La maggior parte ammette di non avere tanti pigiami da cambiare. E così quello indossato per due settimane o più diventa un covo di batteri che possono poi finire sugli altri indumenti con cui entra in contatto, per esempio in lavatrice, avvertono gli esperti, che raccomandano di lavare ogni settimana la biancheria con cui si dorme. (Salute, Panorama) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 559 I SETTE CIBI CHE AIUTANO A DORMIRE MEGLIO Ci sono sette alimenti che aiutano a ridurre insonnia e disturbi del sonno e fanno dormire meglio, incrementando la buona qualità delle ore notturne. Quelle legate al sonno scarso sono problematiche che nel lungo periodo possono nuocere seriamente alla salute, compromettere le abilità sul lavoro, alla guida, ma anche mettere maggiormente a rischio di patologie come – tra le altre - depressione o diabete. Per questo molti studi si sono concentrati nell’analizzare quale apporto determinati alimenti possano dare nel combattere il sonno cattivo. E vi sono almeno sette buone notizie da... mettere a tavola 1.I kiwi : Due frutti un’ora prima di andare a letto e il sonno ne guadagna Frutti ricchi in vitamina C, sono noti per le grandi proprietà antiossidanti, per la presenza di fibre e potassio. Aiutano dunque a proteggere il fisico nei mesi invernali, innalzano le difese immunitarie, proteggono cuore e respiro dei piccoli, e ora se ne scoprono anche le proprietà di cibo che aiuta a dormire bene. La ricerca ha dimostrato che il consumo quotidiano di kiwi innalza qualità e quantità del sonno. Il campione usato per il test soffriva di disturbi del sonno e per 4 settimane ha consumato due kiwi un’ora prima di andare a letto. Risultati dopo un mese: diminuisce il tempo necessario ad addormentarsi, aumentano la profondità del sonno, la sua qualità, l’efficacia e la durata. 2.Le noci: Innalzano naturalmente il livello di melatonina. Proteine, glucidi e grassi (gli Omega 3 tanto utili per combattere l’invecchiamento), minerali e vitamine compongono questi frutti a guscio. Ma una ricerca di alcuni anni fa ha anche scoperto che consumando noci si innalzerebbero i livelli di melatonina, ormone che di solito si produce naturalmente quando i nostri occhi avvertono il buio e che per questo è un elemento fondamentale nel regolare il sonno. Consumando noci, si aiuterebbe dunque a favorire la produzione di melatonina e a migliorare la qualità del dormire 3.Le mandorle Ricche di magnesio, fondamentale minerale per un buon sonno Sono particolarmente ricche in magnesio, ma anche in altri minerali, vitamine, Omega, ottime per preservare cuore, arterie, ossa, e aiutano anche a dormire bene. Secondo uno studio americano l’assenza di magnesio porterebbe a un depauperamento della qualità del sonno: per questo basta consumare qualche mandorla al giorno per recuperare i quantitativi di questo minerale consigliati (circa 400 mg al dì) 4.Estratti di alghe marine: Un piccolo supplemento quotidiano basta per migliorare la qualità delle ore notturne. Gli acidi grassi Omega 3 non si trovano solo nel pesce o nella frutta secca: sono presenti in grande concentrazione anche nelle alghe marine. Una ricerca ha scoperto che con un piccolo supplemento quotidiano di estratti di alga, la qualità del sonno e la presenza di Omega 3 aumentavano. Lo studio è stato effettuato su un gruppo di 360 bambini con disordini del sonno, nettamente migliorati dopo il periodo di prova a base di alghe 5.Succo di amarene. Due tazze di succo al giorno e si guadagna un’ora di sonno. Una tazza da latte (circa 230 ml) di succo di amarene fresco, consumata due volte al giorno, per due settimane, ha fatto aumentare il sonno di oltre un’ora alle persone che si sono sottoposte a uno studio scientifico guidato dall’Università di Stato della Louisiana. Il campione di controllo, che aveva invece consumato gli stessi quantitativi di succo di altra frutta, a parità di altre variabili non ha avuto un aumento delle ore spese a dormire. Anche in questo caso, la motivazione scientifica è la rapida attivazione dell’ormone della melatonina creato dalle amarene 6.Il pane con burro di arachidi: La merenda americana per antonomasia, ma anche semplicemente un panino che unisca insieme carboidrati, grassi e zuccheri, è l’ideale per riuscire ad addormentarsi rapidamente. Il perché? Nel burro di arachidi sono contenuti i grassi in grado di attivare la produzione di insulina e quest’ultima è da sempre collegata alla sonnolenza. Così come i carboidrati, che aiutano, se consumati la sera, a prendere sonno facilmente. Attenzione a non esagerare però: gli stessi nutrienti se consumati in grandi quantità prima di andare a letto possono invece essere causa di aumento di peso e ritenzione idrica. 7.Infuso di camomilla: Efficace come le benzodiazepine (dalle proprietà sedative e ansiolitiche) Non poteva mancare tra gli alimenti in grado di calmare corpo e mente e aiutare ad addormentarsi: è l’infuso di fiori secchi di camomilla, in bustina o meno, da consumarsi in acqua calda dopo qualche minuto, in cui possibilmente andrebbe coperto. Sono molti gli studi che hanno dimostrato negli anni la validità di questa bevanda dal sapore antico, non ultimo uno studio che ha dimostrato come i topi curati con camomilla dormissero come quelli curati con benzodiazepine. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 559 SCIENZA E SALUTE RAFFREDDORE O INFLUENZA? ECCO COME RICONOSCERLE Il primo è innocuo, la seconda potrebbe creare anche gravi problemi. Scopri i trucchetti per distinguerle Capire le differenze tra influenza e raffreddore è fondamentale. Mentre un raffreddore è relativamente innocuo, l’influenza può portare delle complicazioni. Comprendere i sintomi per capire la differenza e rivolgersi al proprio medico o al farmacista è importantissimo, specialmente nel caso di bambini. Ecco qualche semplice trucchetto messo a punto dal team di Pharmawizard, i creatori dell’app che permette di trovare e conoscere i medicinali. (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 559 SCIENZA E SALUTE NASO NUOVO SENZA BISTURI CON IL “RINOFILLER” Sempre più medicina estetica anche per rimodellare un naso non perfetto. Al già ampio ventaglio di interventi soft per spianare le rughe e alzare i lineamenti provati dal tempo arriva anche il rinofiller o riinoplastica medica, ovvero la nuova tecnica ambulatoriale che mediante micro iniezioni di acido ialuronico in punti determinati e precisi del naso riesce rapidamente ed in maniera sorprendente a migliorare i piccoli difetti del profilo nasale. La rinoplastica è ormai stabilmente da tre anni tra i primi 5 interventi maggiormente effettuati in chirurgia estetica. Il desiderio di avere un naso più bello e dritto spesso si va a scontrare con il timore di affrontare un intervento chirurgico a tutti gli effetti e soprattutto il dubbio di non sapersi accettare con il cambiamento estetico che una rinoplastica può comportare. «In una sola sessione - spiega Francesco Madonna Terracina chirurgo plastico - è possibile sollevare ed addolcire la punta del naso, migliorare le gibbosità del profilo e riempire e volumizzare un naso troppo piatto (naso a sella)». La procedura, che deve essere affidata a mani esperte dello specialista è estremamente sicura e sovrapponibile come approccio ad una seduta di filler, ovvero i dispositivi medici già comunemente utilizzati per riempire ed attenuare le rughe del viso. La tecnica non è dolorosa, non richiede anestesia. «Questa ma rappresenta una buona alternativa non invasiva in caso di piccoli difetti della struttura del naso e soprattutto un'ottima opportunità per tutti coloro che non si sentono pronti ad affrontare un approccio chirurgico o non vogliono sostenere i costi dell'interventometodica non sostituisce l'intervento - aggiunge Madonna Terracina - ». (Salute, Il Messaggero) LA FRUTTA PROTEGGE IL CUORE, RIDUCE I RISCHI INFARTO E ICTUS A prescindere dal tipo, è uno scudo per le patologie cardiovascolari Che siano mele, fragole o mirtilli non importa. Il consumo della frutta protegge il cuore, riducendo il rischio di infarto, ictus ischemico ed emorragico. Lo ha dimostrato uno studio della University of Oxford presentato al congresso della Società europea di cardiologia di Barcellona. Ricerca durata sette anni - L'analisi è stata condotta per sette anni su una popolazione di quasi mezzo milione di persone in Cina. Il 18% dei partecipanti aveva un consumo quotidiano, in media di circa 150 grammi, mentre il 6,3% ha dichiarato di non mangiarne mai. "Più se ne mangia, più il rischio cala " - Nel gruppo più "salutista" il rischio di malattie cardiovascolari è risultato più basso rispetto a quello con il consumo minore, rispettivamente del 15% per l'infarto, del 25% per l'ictus ischemico e del 40% per quello emorragico. Anche dal punto di vista del rischio complessivo di morte il consumo di frutta si è rivelato protettivo, con un calo del 32% rispetto a chi non la mangia mai. Huaidong Du, l'autore principale dello studio, ha affermato: "Questi dati dimostrano chiaramente che il consumo di frutta fresca riduce il rischio cardiovascolare. Non solo, più se ne mangia più il rischio cala". (Salute, Tgcom24) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 559 PREVENZIONE E SALUTE TENERE CONTO DELLE FASI DEL CICLO PUÃ’ AIUTARE LE DONNE A SMETTERE DI FUMARE Desiderio di nicotina e sintomi di astinenza sono maggiori subito dopo la fine delle mestruazioni. Saperlo può servire alla disassuefazione Il desiderio di fumare si fa più ardente in alcuni momenti piuttosto che in altri, i tabagisti lo sanno bene. Per le donne, però, la voglia potrebbe non dipendere solo dall’umore o dai livelli di stress che portano ad accendere qualche sigaretta in più in certi giorni. Per quante hanno messo fra i buoni propositi per l’anno nuovo quello di smettere di fumare, i ricercatori segnalano una novità: meglio organizzarsi in base alle fasi ciclo mestruale. L’ipotesi arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Psychiatry Journal: «I dati rivelano che l’incontrollabile urgenza di fumare si fa più intensa all’inizio della fase follicolare del ciclo, quella che inizia subito dopo le mestruazioni. Probabilmente il calo di estrogeni e progesterone amplifica la sindrome d’astinenza e aumenta l’attività dei circuiti neuronali associati al desiderio». Secondo il team canadese, comprendere meglio ciò che regola la dipendenza potrebbe contribuire a disegnare meglio il profilo del fumatore e quindi aiutare concretamente nella scelta del metodo migliore per aiutarlo a smettere: «Stando ai risultati - sarebbe più semplice per le donne superare i sintomi dell’astinenza durante il periodo luteale, dopo l’ovulazione. Quando si programma di far smettere una donna, dunque, sarebbe utile prendere in considerazione anche il ciclo mestruale». Le fasi del ciclo interferiscono su desiderio e assuefazione I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato le risposte ai questionari, i dosaggi ormonali e le risonanze magnetiche cerebrali (eseguite mentre guadavano immagini neutre o disegni appositamente creati per far insorgere la voglia di fumare) di 34 uomini e donne, consumatori abituali di oltre 15 sigarette al giorno. Le donne sono state sottoposte a doppi controlli, sia all’inizio del ciclo (primi giorni della fase follicolare) che verso la metà della fase luteale (quel periodo di circa 14 giorni che va dall’ovulazione fino all’arrivo delle mestruazioni). Gli obiettivi della ricerca erano due: stabilire se ci sono differenze fra i sessi nei circuiti neuronali legati alla brama di fumare e determinare se esiste un legame fra le variazioni ormonali e i sintomi dell’astinenza. «Non abbiamo trovato diversità fra uomini e donne - dice Mendrek -, mentre appare chiara un’attivazione di determinati circuiti del desiderio nel lobo frontale, temporale e parietale delle donne durante il periodo follicolare del flusso mestruale. Certo servono studi su numeri più ampi di pazienti, ma speriamo che questo risultato stimoli ulteriori indagini e una maggiore attenzione nei confronti dei meccanismi neurobiologici legati all’assuefazione». In Italia fumano sempre più donne: Meglio smettere chiedendo aiuto. Smettere di fumare, è cosa nota, non è sempre facile, tanto che l’Oms ha definito il tabagismo «patologia recidivante». Stando agli ultimi dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia sono 11,3 milioni i consumatori di tabacco ed è purtroppo in aumento il numero delle fumatrici, mentre quello dei fumatori è in lieve calo da diversi anni. Ad essere in grande crescita è però anche il numero di connazionali che vorrebbero dire addio al tabacco, ma resta stabile quel 30 % di fumatori che ci prova e non ci riesce. «Uno zoccolo duro che può e deve essere aiutato. I metodi a disposizione sono molti (dai farmaci di vario genere al sostegno psicologico), che vanno ritagliati sulla tipologia di fumatore che si ha di fronte. Le statistiche lo dimostrano: possono volerci più tentativi, ma mettere con successo è più semplice se si chiede l’aiuto degli specialisti (il numero Verde Contro il Fumo dell’Iss, per ricevere informazioni o sapere qual è il centro antifumo più vicino è 800.554088)». (Salute, Corriere)

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