Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno IV – Numero 553 AVVISO Ordine 1. Crisi occupazionale: Istituito un fondo di solidarietà per i colleghi iscritti all’ albo in stato di disoccupazione Notizie in Rilievo Scienza e Salute 2. Tumori: in 2 casi su 3 si tratterebbe solo di ‘sfortuna’ 3. Scienza: arriva negli smartphone un “naso digitale” per annusare le malattie Prevenzione e Salute 4. Danni da alcol: una nuova molecola può limitarli 5. Raffreddore, più facile prenderlo se fa freddo 6. Salute: portare a tavola i cereali integrali, un elisir di lunga vita 7. Insonnia, il segreto per dirle addio è mangiare il riso 8. Abbuffate natalizie, come smaltirle in 10 giorni Curiosità e Salute 9. falsi miti della salute Giovedì 08 Gennaio 2015, S. Massimo, Severino Proverbio di oggi……….. Scartann scartann, dinto ‘o scarto si fernuto Chi troppo scarta, finisce tra gli scartati RAFFREDDORE, PIÙ FACILE PRENDERLO SE FA FREDDO La temperatura più bassa all’interno del naso, ostacola la normale reazione di difesa delle cellule all’attacco del virus, che quindi riesce a replicarsi più facilmente. Quando fa freddo e la temperatura nel naso scende, ed è più bassa di quella corporea, il virus del raffreddore si replica molto più facilmente. Ad essere compromessa, in queste condizioni, è la risposta immunitaria del nostro organismo. Il fatto che quando fa freddo è più facile prendere il raffreddore era già noto, ma ora uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences ha permesso di capire meglio il meccanismo che permette al rinovirus – il virus del raffreddore - di avere vita facile. I ricercatori hanno “rilevato che la risposta immunitaria innata al rinovirus viene compromessa alla temperatura più bassa rispetto a quella corporea". "In generale, più bassa è la temperatura, minore sembra la risposta al virus". La temperatura corporea influenza dunque il modo in cui il nostro organismo, le cellule, si difendono dall’attacco del virus. Ed è la conferma di quanto sostenevano le nostre nonne, costringendoci ad avvolgerci in una sciarpa per ripararci dall’aria gelida. (OK Salute e Benessere) FALSI MITI DELLA SALUTE I precetti popolari in difesa della salute sono radicati. E ne nascono di nuovi in continuazione. Sono sensati? Spesso no. Ecco qualche esempio. Mangiare troppo cioccolato fa male al fegato e rende stitici? Neanche per sogno. Anzi, sembra che acceleri il transito all'interno dell'intestino. È invece tossico per i cani perché contiene una sostanza, la teobromina, che il loro fegato non riesce a metabolizzare. Non si può negare invece che il cioccolato faccia ingrassare, quando se ne consuma in eccesso. (Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 553 SCIENZA E SALUTE TUMORI: IN 2 CASI SU 3 SI TRATTEREBBE SOLO DI ‘SFORTUNA’ Una replicazione casuale delle cellule di alcuni tessuti sarebbe alla base dello sviluppo di 22 tipi di tumore su 31 studiati secondo un modello matematico da un team di ricercatori americani. Uno studio controcorrente che già fa discutere. Non sempre gli stili di vita tengono lontani i tumori: in due casi su tre lo sviluppo di un cancro sarebbe imputabile solo alla ‘sfortuna’. E’ quanto sostiene uno studio pubblicato dalla rivista Science, che ha individuato 22 tipi di tumore in cui ad avere un ruolo primario nello scatenare la malattia è una replicazione casuale delle cellule di alcuni tessuti. Solo in 9 tipi di cancro – tra cui polmoni e fegato - a influire in maniera preponderante sono stili di vita, fattori ambientali ed ereditarietà. “Tutti i tumori sono causati da una combinazione di sfortuna, ambiente e ereditarietà - spiega Bert Volgenstein e noi abbiamo creato un modello matematico che può quantificare ogni contributo''. Il modello permette di analizzare le mutazioni casuali che si verificano durante la replicazione del Dna delle cellule staminali di vari tessuti, mutazioni che possono dare origine al cancro. Secondo i calcoli dei ricercatori, tra le neoplasie dovute più a queste mutazioni casuali e dunque più alla ‘sfortuna’ che ad altro ci sono quelle che colpiscono il cervello, la zona testa-collo, la tiroide, l’esofago, le ossa, il pancreas e il testicolo. E per quanto riguarda il cancro al polmone Bert Volgenstein aggiunge: ''I rari casi di fumatori che non sviluppano tumori sono spesso attribuiti a 'buoni geni', ma la verità è che sono invece solo fortunati”. Gli autori non negano che i cambiamenti di stile di vita possono avere un grandissimo impatto su alcune tipologie di cancro ma sottolineano che il modo migliore di combattere questa patologia è la diagnosi precoce, quando si può intervenire con la chirurgia e con altre terapie. Al di là dei risultati ottenuti da questo team di ricercatori, resta comunque il fatto che sono davvero molti gli studi che negli anni hanno dimostrato quanto uno stile di vita sano tenga lontano il cancro e molte altre malattie. (OK Salute e Benessere) SALUTE: PORTARE A TAVOLA I CEREALI INTEGRALI, UN ELISIR DI LUNGA VITA Mangiare tanti cereali integrali sembra un vero elisir di lunga vita, ogni porzione di 28 grammi di questi preziosi alleati della salute riduce del 5% il rischio di morte per tutte le cause e del 9% il rischio di morte per cause cardiovascolari. E’ la stima emersa da un maxi-studio pubblicato sulla rivista JAMA Internal Medicine. Lo studio ha esaminato l’associazione tra il consumo di cereali integrali e il rischio di morte per 74.341 donne (arruolate in un progetto che è durato da 1984 a 2010) e 43.744 maschi (arruolati in una ricerca durata da 1986 a 2010). Risultati: Nel corso del periodo di monitoraggio sono state registrati quasi 27 mila decessi e andando a confrontare i livelli individuali di consumo di cereali integrali con il rischio di morte è emersa una potenziale azione protettiva di questi alimenti. E’ emerso che per ogni porzione di cereali integrali – pari ad appena 28 grammi al giorno – consumata il rischio complessivo di morte appare ridotto del 5% e del 9% il rischio di morte per cause cardiovascolari. (OK Salute e Benessere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 553 SCIENZA E SALUTE SCIENZA: ARRIVA NEGLI SMARTPHONE UN “NASO DIGITALE” PER ANNUSARE LE MALATTIE E’ grande come una monetina da 10 centesimi ma promette di rivoluzionare il campo medico: si tratta di un sensore con microchip ‘spettometro’ in via di sviluppo per diventare un ‘naso digitale’ in grado di ‘annusare’ le malattie. Il mini-strumento – creato dal Dr. Andrew Koehl, dell’universita’ di Cambridge in Inghilterra – si basa sul concetto riconosciuto da gran parte della scienza che specifiche malattie si associano a specifici odori, in molti casi riconoscibili da animali quali i cani. “E’ incredibile – ma ci sono realmente dei composti chimici nel respiro che indicano la presenza di patologie e ciò è stato dimostrato da diversi, studi che hanno osservato la possibilità di identificare la presenza di tumori, tubercolosi e asma“. Il ‘sensore’, peraltro già in uso in una differente versione per individuare composti chimici potenzialmente pericolosi – ha spiegato l’inventore – funziona creando una gamma di riferimento di sostanze circolanti nell’aria. In presenza di livelli superiori a quelli calibrati come ‘sicuri’, fa scattare un allarme. La scommessa è ora entrare nel mercato della Sanità, riuscendo a minimizzare ancora di più le dimensioni del sensore facendone un ‘naso digitale’ usato di routine: “Stiamo cercando di produrre un modulo talmente piccolo da poter essere inserito in un telefono cellulare“, ha rivelato Koehl. (Salute, Meteoweb.eu) INSONNIA, IL SEGRETO PER DIRLE ADDIO È MANGIARE IL RISO Cibarsi dell'alimento aumenta i livelli di serotonina, il cosiddetto "ormone del buonumore" che aiuta ad addormentarsi Uno dei trucchi per dormire bene è mangiare il riso. Questo alimento ha un indice glicemico più alto di quello di altri cibi ricchi di carboidrati e aumenta il livello di una proteina che regola i livelli di serotonina, l'"ormone del buonumore", coinvolto anche nel meccanismo di induzione del sonno. Questo il risultato di una ricerca pubblicata su Plos One. Lo studio - Gli esperti hanno analizzato la dieta di 1.848 persone di età compresa tra venti e sessant'anni anni, facendo loro annotare tutte le volte in cui mangiavano noodles, pane o riso, e dal punto di vista del sonno, valutandone la qualità secondo una scala di riferimento utilizzata a livello internazionale. Risultati: Hanno scoperto che chi consumava più riso rispetto ad altri carboidrati come la pasta o il pane riposava meglio. L'ipotesi avanzata nello studio è che questo alimento avendo un indice glicemico (che misura la velocità di trasformazione di carboidrati in zuccheri nel sangue) più alto di quello degli altri cibi ricchi di carboidrati fa aumentare i livelli di una proteina chiamata triptofano, favorendo la produzione di serotonina, che tra le altre funzioni ha anche quella di favorire il sonno. (Salute, Tgcom24) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 553 PREVENZIONE E SALUTE ABBUFFATE NATALIZIE, COME SMALTIRLE IN 10 GIORNI Non basterà una settimana per cancellare gli eccessi dei cenoni. Ma l’esperto assicura che, con qualche sacrificio in più, il fisico tornerà in salute. Ecco cosa mangiare L’Epifania tutte le feste porta via. Ma purtroppo i chili restano. E dopo le dolci abbuffate che hanno fatto sognare milioni di italiani, ora è il momento di tornare alla dura realtà e cercare di perdere quei 2-3 chili presi in queste feste. “Non sperate di risolvere tutto bruscamente e in una sola settimana”, precisa Giacinto Abele Donato Miggiano, direttore dell’Unità di Dietetica del Policlinico Gemelli di Roma. “Per riprendersi da queste feste occorrono almeno 10-15 giorni, qualche piccolo sacrificio e un po’ di attività fisica in più”. Per questo Miggiano ha stilato una lista di consigli preziosi, in cui si possono trovare suggerimenti utili per ritornare in forma. O quantomeno per perdere 1 o 2 chili presi nelle vacanze. • Vietato digiunare. “Non serve a risolvere il problema”. “Oltre a essere inutile e a far male al nostro metabolismo - difficilmente si riesce a rimanere digiuni per più di un paio di giorni. Meglio, quindi, seguire una dieta ipocalorica”. • Procrastinare il consumo di alcolici e bevande zuccherate. “Anche se sono avanzati, non sono prodotti che vanno a male - e per i prossimi 10-15 giorni l’ideale sarebbe non consumarne neanche un goccio”. • Limitare o evitare i dolci. “L’ideale sarebbe quello di non toccarli - ma se proprio non si riesce a farne a meno, quantomeno bisognerebbe ridurre significativamente le porzioni”. • Bere almeno 1,5 o 2 litri di acqua al giorno. “Se il freddo ne abbassa la voglia - potrebbe essere utile ricorrere anche ad altre bevande, magari più calde come le tisane, la camomilla, il finocchio, ecc. Purché non si aggiunga dello zucchero, visto che ne abbiamo già consumati abbastanza durante il periodo natalizio”. • Smaltire gli avanzi con l’ingegno. “Abbuffarsi di avanzi - non è assolutamente la scelta giusta. Meglio se introdotti a piccole dosi durante i pasti. Per es. se è rimasta della caciotta o della ricotta, sarebbe consigliabile introdurne solo 100 o al massimo 120 g. nei pasti e non mangiare solo formaggio tutto in una volta”. • Occhio ai condimenti. “Niente burro, ma al massimo 2 cucchiai di olio extravergine al giorno”. “Se proprio non si riesce a rimanere in questi limiti - aggiunge - in alternativa si possono usare anche aceto e limone per insaporire il cibo”. Qualche piccola accortezza anche con il sale: “meglio - ridurne la quantità. In questo modo si evita la ritenzione idrica e ci si sgonfia più facilmente”. • Pasta e pane mai insieme. “Per questi 10 giorni - non mangiare pane e pasta nello stesso pasto. Se a pranzo si mangia la pasta, meglio se con i legumi, non si deve toccare il pane. E a cena viceversa”. • Addio fritti, benvenuti pesce fresco e carne bianca. “Come secondo il pesce e la carne bianca possono rappresentare una buona scelta”. “Specialmente se cucinati in modo semplice e leggero”, aggiunge. Questi piatti dovrebbero distoglierci dalla tentazione di consumare carne rossa e insaccati. • Frutta e molta verdura. Anche se le 5 porzioni sono la regola da seguire sempre, in questo caso frutta e verdura possono aiutarci a riempirci la pancia. “La frutta e soprattutto la verdura - dice l’esperto potrebbero contribuire a farci raggiungere la sazietà prima. La frutta, che qualche zucchero lo contiene, è meglio se consumata a colazione, nello spuntino a metà mattina e nel pomeriggio; la verdura cotta, come nel minestrone, va benissimo sia a pranzo che a cena”. • Muoversi di più. Oltre alle abbuffate, in queste feste molti hanno anche appeso le scarpe da ginnastica al chiodo. “Ora è arrivato il momento di usarle”. “Niente di impegnativo. Chi non ama lo sport - precisa - può anche fare lunghe e belle passeggiate”. (Salute, La Stampa) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 553 PREVENZIONE E SALUTE Danni da alcol: una nuova molecola può limitarli Studio di un team di ricerca in cui figurano anche scienziati dell’Università di Firenze. Ecco i sistemi per arginare gli effetti del cosiddetto «binge drinking», l’abbuffata di alcolici diffusa fra i giovani Chi lavora in pronto soccorso o sui mezzi del 118 lo sa bene. Nel weekend sono sempre più numerosi gli interventi d’urgenza per abuso di alcol. In gran parte riguardano i giovani e l’assurda moda del binge drinking, l’abbuffata alcolica. I danni al corpo sono devastanti e tamponare l’effetto dell’alcol è l’obbiettivo principale degli operatori sanitari. In che modo? In uno studio pubblicato dalla rivista Journal of Alcoholism & Drug Dependence è stata individuata una potente molecola in grado di ridurre gli effetti collaterali causati dall’alcol. Binge drinking : Secondo la più recente definizione degli esperti per «binge drinking» si intende l'assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve. Da questa definizione non è importante il tipo di sostanza che viene ingerita né l'eventuale dipendenza alcolica: lo scopo principale di queste abbuffate alcoliche è l'ubriacatura immediata nonché la perdita di controllo. Gli ultimi dati Istat confermano che la popolazione più a rischio per il «binge drinking» è quella giovanile (18-24 anni): il 14,8% dei giovani si comporta in questo modo, per lo più durante momenti di socializzazione. Gli effetti dannosi dell’alcol: Eppure, di motivi per limitare l’assunzione di alcol, ce ne sono parecchi: il consumo di bevande alcoliche è responsabile o aumenta il rischio di insorgenza di numerose patologie: cirrosi epatica, pancreatite, tumori, ansia e depressione. Non solo, l’alcol è inoltre responsabile di molti danni indiretti (i cosiddetti danni alcol-correlati), dovuti a comportamenti associati a stati di intossicazione acuta, come nel caso dei comportamenti sessuali a rischio, degli infortuni sul lavoro e degli episodi di violenza. Effetto sul cervello : Particolarmente suscettibile all’alcol e facile ad essere danneggiato è il cervello. Le cellule cerebrali sono infatti molto sensibili e in presenza di elevate quantità di alcol ciò che si genera è un’eccessiva infiammazione. Questo porta nel breve termine ad alterazioni dell’equilibrio e della capacità di orientamento, nel lungo termine a morte cellulare. Trovare un composto in grado di raggiungere il cervello e neutralizzare l’effetto dannoso dell’alcol diventa una priorità. Lo studio : Uno dei meccanismi che il cervello mette in atto in seguito all’assunzione di alcol è l’attivazione massiccia delle cellule della glia, vero e proprio sistema di difesa. Ciò causa, nel lungo periodo, un’infiammazione generalizzata che se non viene spenta è causa di perdita di tessuto cerebrale. Gli autori dello studio hanno individuato nell’ «ethane-β-Sultam» il composto in grado di neutralizzare l’effetto dannoso dell’alcol. Analizzando i dati è emerso che somministrando ethane-βSultam l’attivazione delle cellule della glia – e quindi il grado di infiammazione e il conseguente danno cerebrale- risultava attenuato rispetto ai topi non trattati. Non solo alcol : I risultati, pur essendo stati ottenuti in topi, aprono interessanti prospettive nel trattamento dei casi più disperati di intossicazione di alcol. Il vantaggio di questa molecola, a differenza di molte altre, è la capacità di raggiungere agevolmente e superare la barriera ematoencefalica, la membrana in cui è contenuto il cervello. Molti farmaci ad oggi disponibili non sono capaci di superarla. Non solo, come dichiarano gli autori «ethane-β-Sultam» potrebbe essere testato anche nelle malattie neuro degenerative. Sempre più numerosi studi indicano che queste patologie sono caratterizzate da un’eccessiva infiammazione causata dall’attivazione delle cellule della glia. Spegnerla potrebbe portare a limitare i danni. (Salute, La Stampa)

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