Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno III – Numero 546 AVVISO Ordine 1. Crisi occupazionale: Istituito un fondo di solidarietà per i colleghi iscritti all’ albo in stato di disoccupazione Notizie in Rilievo Scienza e Salute 2. Vista: nuove lenti impiantabili 'ringiovaniscono' occhi malati 3. Ibuprofene puo' allungare la vita 4. I superbatteri del futuro, più mortali del cancro Prevenzione e Salute 5. Abbracci aiutano a prevenire infezioni e ad alleviare stress 6. Ecco la dieta che contrasta il jet lag I cibi che regolano il sonno e la veglia Curiosità e Salute 7. Stare al freddo fa dimagrire? 8. Quali sono i superalcolici più potenti? Martedì 23 Dicembre 2014, S. Vittoria Proverbio di oggi……….. Int’a vocca chiusa nun traseno mosche VISTA: NUOVE LENTI IMPIANTABILI 'RINGIOVANISCONO' OCCHI MALATI Sviluppata una rivoluzionaria lente in grado di riprodurre il funzionamento di un occhio giovane negli anziani alle prese con cataratta, astigmatismo e miopia. Si tratta della prima lente, che puo' essere impiantata in unico intervento, capace di correggere tutti i tipi di problemi di visione in una volta sola. Chiamate lenti "TECNIS Symfony Intraocular", funzionano a qualsiasi distanza e in qualsiasi condizione di luce. Sono fatte di plastica e non dovrebbero mai essere sostituite. Chi si sottopone all'intervento di impianto a causa di cataratta puo' stare tranquillo perche' la lente impedisce il ritorno della condizione. I nuovi impianti, a differenza delle tradizionali lenti multifocali, hanno piccole scanalature circolari, che permettono di mettere a fuoco a seconda della luce. Le lenti sono state gia' impiante con successo sugli esseri umani. Il quotidiano britannico Daily Telegraph ha intervistato due delle prime pazienti che hanno ricevuto l'impianto. I risultati sono stati, in entrambi i casi, straordinari. (Agi) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 546 SCIENZA E SALUTE IBUPROFENE PUO' ALLUNGARE LA VITA Il popolarissimo ibuprofene, oltre a essere efficace contro il mal di testa, potrebbe anche allungare la vita. Una serie di esperimenti condotti da un gruppo di ricercatori della Buck Institute for Age Research in California ha dimostrato che l'antidolorifico e' in grado di prolungare la vita dei lieviti, dei vermi e delle mosche di circa il 15%. Tradotto in termini umani, come riporta la rivista Plos Genetics, l'ibuprofene potrebbe prolungare la vita in buona salute fino a 12 anni. Le dosi utilizzate nel corso dei test sono assimilabili a quelle assunte ogni giorno da milioni di persone per trattare il mal di testa, i dolori muscolari, le distorsioni, l'influenza, ecc. Non e' chiaro esattamente come il farmaco sia capace di rallentare l'invecchiamento, ma sembra che ci sia un collegamento con la capacita' delle cellule di assumere il triptofano, un composto presente ad esempio nelle uova e nel cioccolato. "Il nostro studio - ha detto Michael Polymenis della Texas A&M University, che ha partecipato allo studio - sostiene l'idea che i farmaci di uso comune possono avere proprieta' inaspettate. Abbiamo solo bisogno di piu' ricerca per esaminare e comprendere queste proprieta'". Ma attenzione, precisano i ricercatori, a non incorrere nella cattiva abitudine delle auto-medicazioni. Sebbene l'ibuprofene sia un farmaco sicuro, puo' pero' causare problemi come ad esempio ulcere allo stomaco. Inoltre, dosi piu' elevate prese a lungo termine per condizioni come l'artrite possono aumentare il rischio di ictus e attacchi di cuore e anche ridurre la fertilita' di una donna. (Agi) ABBRACCI AIUTANO A PREVENIRE INFEZIONI E AD ALLEVIARE STRESS Gli abbracci fanno bene alla salute, letteralmente. Uno studio della Carnegie Mellon University (Usa) ha scoperto che le coccole, in particolare gli abbracci, aiutano a prevenire le infezioni e ad alleviare lo stress. E piu' si ricevono e maggiore e' l'effetto sui sintomi della malattia. Per arrivare a queste conclusioni, pubblicate sulla rivista Psychological Science, i ricercatori hanno interrogato 400 persone sui conflitti personali e sul tipo di sostegno ricevuto. I soggetti sono stati poi esposti a un comune virus del raffreddore e sono stati messi in quarantena. Ebbene, i risultati hanno mostrato che le persone che si sentivano ben supportate dai familiari e gli amici avevano meno probabilita' di ammalarsi. E gli abbracci sono risultati responsabili di un terzo dell'effetto protettivo del supporto sociale. In particolare, coloro che si sentivano piu' supportati, e hanno ricevuto piu' abbracci, hanno sperimentato sintomi meno gravi della malattia, indipendentemente dalla quantita' di stress a cui erano sottoposti. "Aumentare la frequenza degli abbracci - ha detto Sheldon Cohen, che ha coordinato lo studio - potrebbe essere un modo efficace per ridurre gli effetti deleteri dello stress". (Agi) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 546 PREVENZIONE E SALUTE STARE AL FREDDO FA DIMAGRIRE? Per prepararsi alle abbuffate delle feste e buttare giù qualche chilo... basta spegnere il riscaldamento! È solo una battuta, ma il freddo fa effettivamente consumare più calorie. Secondo uno studio condotto da ricercatori del Maastricht University Medical Center, abbassare il termostato di casa può contribuire a mantenere il peso sotto controllo. Stare al freddo, infatti, fa aumentare in modo significativo la quantità di energia che consumiamo, facendoci bruciare calorie per preservare l’equilibrio termico. Questo avviene tramite i brividi, che sono contrazioni muscolari ritmiche, ma soprattutto attraverso il metabolismo del tessuto adiposo. L’ATTIVITÀ DEL GRASSO BRUNO. In particolare, alle basse temperature diventa più attivo il grasso bruno, che attinge alle riserve di grasso dell’organismo per produrre calore, e così contribuisce a ridurre la massa grassa. La stessa funzione non è invece svolta dal grasso bianco, che immagazzina le calorie di troppo che assumiamo con il cibo e tipicamente si accumula sul girovita. Basta il freddo per stare a dieta? A risultati simili era già giunto un gruppo di studiosi giapponesi, secondo i quali trascorrere due ore al giorno a una temperatura di 17 gradi favorisce l'eliminazione di grasso corporeo. Ma attenzione: per mantenere un peso forma e non ingrassare non basta. (Salute, Focus) QUALI SONO I SUPERALCOLICI PIÙ POTENTI? Per essere definita superalcolico, una bevanda deve avere una quantità di alcol etilico superiore al 21% in volume per effetto della fermentazione degli zuccheri. Si distinguono in:  acquaviti o distillati (distillazione di mosti fermentati di vino, vinacce, frutta, bacche, cereali e piante);  liquori (infusione, macerazione o miscelazione di alcol etilico con altri ingredienti) e  creme (ottenute da liquori con elevato contenuto zuccherino). Il top: Per gradazione alcolica o titolo alcolometrico si intende la misura del contenuto di etanolo in una bevanda alcolica. Si esprime con il simbolo “% vol”, preceduto dal numero corrispondente. I superalcolici più forti sono l’assenzio (65% - 80% ma anche fino a 90%), il centerbe (70%) e la grappa (che va da 37% a 60%, ma può arrivare anche a 95% nel caso sia la prima distillata). L’assenzio non è sempre stato legale: in Italia durante il fascismo ne era stata vietata la vendita, poi definitivamente legalizzata nel 1992. (Focus) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 546 SCIENZA E SALUTE I SUPERBATTERI DEL FUTURO, PIÙ MORTALI DEL CANCRO La resistenza antibiotica è destinata a diventare una delle principali sfide per la salute dei prossimi decenni. Patogeni refrattari a qualunque cura stanno già compiendo una strage silenziosa tra i neonati dell'India. Mentre il mondo assiste allarmato alla diffusione di epidemie mortali, come quella del virus Ebola, un'altra piaga silenziosa - e a lungo sottovalutata - continua a mietere vittime, specie tra i neonati. Le infezioni batteriche resistenti agli antibiotici sono destinate ad aumentare esponenzialmente: entro il 2050 potrebbero arrivare ad uccidere, nel mondo, 10 milioni di persone all'anno, divenendo più mortali del cancro. L'allarme arriva da un'analisi sull'antibiotico-resistenza commissionata dal premier inglese David Cameron all'economista britannico Jim O'Neill. in aumento. Solo in Europa, la resistenza dei batteri agli antibiotici è all'origine di 50 mila morti ogni anno, una cifra destinata - se non si corre ai ripari - a decuplicare entro 35 anni. Nel mondo, muoiono per infezioni batteriche incurabili 700 mila persone all'anno: entro il 2050, le vittime saliranno a 10 milioni, un triste primato che potrebbe superare quello dei morti per cancro (attualmente 8,2 milioni all'anno). I ceppi batterici antibioticoresistenti di Escherichia coli, malaria e tubercolosi sono quelli che destano maggiori preoccupazioni. Le cause. All'origine del fenomeno che porta alcuni comuni ceppi batterici a non rispondere più ai farmaci un tempo sufficienti a curarli, ci sono alcune pratiche scorrette e dannose, che comportano l'abuso di antibiotici anche nei casi in cui questi non sono necessari. Tra queste, l'abitudine di assumere antibiotici anche per trattare infezioni virali; prenderli senza la prescrizione del medico, o per un periodo più esteso di quello raccomandato; o ancora, assumerli a scopo preventivo (una prassi diffusa in molti ospedali). Batteri resistenti agli antibiotici: tutto quello che c'è da sapere Sotto accusa ci sono anche le massicce dosi di antibiotici fornite agli animali da allevamento, farmaci i cui residui, attraverso lo sterco e le falde acquifere, si diffondono nell'ambiente, contribuendo a desensibilizzare germi e batteri. Disarmati. A pagare il prezzo più alto in termini di vite umane sarebbero ancora una volta i paesi in via di sviluppo. «In Nigeria - ha detto O'Neill - entro il 2050, più di una morte su quattro sarà attribuibile alle infezioni antibiotico-resistenti, mentre l'India potrebbe arrivare a due milioni di vite perse in più ogni anno». Strage di neonati. L'India in particolare sta già affrontando una situazione di emergenza. Secondo un articolo apparso sulla rivista Lancet, nel 2013 sono morti per infezioni batteriche resistenti agli antibiotici 58 mila neonati. Un numero da capogiro (anche se una frazione delle 800 mila morti neonatali che il paese affronta ogni anno). Abuso e sporcizia. I batteri sono trasmessi ai neonati dalle madri, che vengono in contatto con i patogeni attraverso l'acqua, il suolo o gli animali, in situazioni caratterizzate da precarie condizioni igieniche. In un contesto in cui le cause di infezioni sono sempre dietro l'angolo, il ricorso agli antibiotici - anche laddove non serve - è massiccio. I batteri sviluppano resistenza a una vasta gamma di farmaci e il fragile sistema immunitario dei neonati non è in grado di respingerli. (Focus) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 546 ECCO LA DIETA CHE CONTRASTA IL JET LAG I CIBI CHE REGOLANO IL SONNO E LA VEGLIA Per favorire il sonno a bordo dell’aereo bisogna puntare sui carboidrati. Al risveglio funzionano invece le proteine Il cibo ci dà il ritmo. Non solo perché scandisce i momenti della giornata con colazione, pranzo e cena, ma anche perché è uno dei regolatori dei nostri ritmi biologici, insieme, naturalmente, alla luce, che è il sincronizzatore principale. Questo ruolo della nutrizione è confermato da una ricerca, pubblicata su Cell Report, secondo cui tutto dipenderebbe dalla secrezione di insulina, più o meno spiccata, indotta dai diversi alimenti. Non manca un corollario molto pratico: questi effetti del cibo rendono la dieta un buon mezzo per contrastare un’eventuale sfasatura del ritmo circadiano, prima fra tutte quella indotta dal jet lag. «Il nostro orologio biologico principale, nell’ipotalamo, risponde soprattutto alla luce; esistono però orologi “periferici”, in vari organi e tessuti, che possono essere molto influenzati dall’alimentazione spiega Roberto Manfredini, cronobiologo dell’Università di Ferrara -. L’orario e la composizione dei pasti sono connessi ai ritmi fisiologici e comportamentali, inoltre il valore di “ricompensa” del cibo è anche in grado di influenzare l’orologio biologico principale nel cervello». La regolazione del ritmo circadiano: Gli autori dello studio citato hanno dimostrato, sugli animali, che l’insulina, prodotta dal pancreas in quantità e tempi diversi a seconda di ciò che si mangia, può interferire con i ritmi del fegato e di altri tessuti connessi con l’alimentazione. «La regolazione del ritmo circadiano mediata dall’insulina è importante soprattutto per l’apparato gastrointestinale: consente infatti la sincronizzazione fra il pasto e la funzione degli organi che devono garantire la digestione e l’assorbimento dei nutrienti». «Anche nel tessuto adiposo esistono geni che si esprimono “ritmicamente” - aggiunge Manfredini -. Si è visto, ad esempio, che la lipoproteinlipasi ( enzima che favorisce l’accumulo dei grassi alimentari nell’adipe) ha un picco dopo pranzo: se l’assunzione dei cibi grassi non coincide con questo pasto, l’organismo accumula grasso in altri organi come il fegato, con il rischio di sviluppare patologie come la steatosi». Niente ferro a cena per chi lavora di notte: Tutti questi dati hanno conseguenze molto pratiche, per esempio per chi lavora a turni. Una ricerca appena pubblicata su Diabetes , ad esempio, raccomanda ai turnisti di evitare cibi molto ricchi di ferro alla sera: questo minerale è un “sincronizzatore” dell’orologio biologico epatico e influenza il controllo della glicemia, ma se il ferro viene introdotto «fuori sincrono» rispetto al previsto questo meccanismo di controllo va in tilt e si rischia di più di ammalarsi di sindrome metabolica. Altrettanto utile sapere che il cibo può essere usato contro il jet lag: «La “regola” è semplice: i carboidrati aiutano a dormire, le proteine tengono svegli» dice il cronobiologo. Pasto a bordo: Effetti certi? Non è detto, perché il fastidio da jet lag dipende da molti fattori, come la direzione del viaggio ( verso Est il recupero del ritmo è più lento, ndr) , il cronotipo individuale, le abitudini di vita più o meno regolari. Però si può provare: se si torna in Europa dopo un viaggio negli Usa occorre essere svegli e attivi all’arrivo quando è mattina, mentre nel punto di partenza è notte fonda. Per favorire questo meccanismo, a bordo meglio consumare un pasto leggero con frutta, verdura, spremute e qualche biscotto integrale; poi bisognerebbe dormire, e svegliarsi all’ora europea di colazione, consumando proteine come uova o formaggio. E alla sera, sì a una cena che favorisca il sonno, quindi a base di carboidrati. (Salute, Corriere)

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