Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno III – Numero 526 AVVISO Ordine 1. Campagna antinfluenzale 20142015 2. Crisi occupazionale: Istituito un fondo di solidarietà per i colleghi iscritti all’ albo in stato di disoccupazione Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Collo dolorante? Forse è colpa del cellulare Inclinare la testa può "pesare" 27 chili 4. Un bacio di 10 secondi può trasmettere 80 milioni di batteri ï‚· Prevenzione e Salute 5. Legionella: ecco come si contrae 6. Inquinamento, cuore al sicuro con i flavonoidi di vino e cioccolato 7. Matrimonio infelice: avvelena il cuore di lei e fa crescere il rischio di infarto 8. Mangiare pesce fa bene al cervello. Ma la frittura ne altera i nutrienti Lunedì 24 Novembre 2014, Cristo Re, S. Flora Proverbio di oggi……….. 'O pparlà chiaro è fatto pe' ll' amice Tra amici si deve parlare con chiarezza COLLO DOLORANTE? FORSE È COLPA DEL CELLULARE INCLINARE LA TESTA PUÃ’ "PESARE" 27 CHILI L'abitudine può costringere a un intervento chirurgico L'umanità, ormai, trascorre ore a collo in giù. China sullo smartphone a controllare mail, chattare, condividere foto. Ma quest'abitudine può creare danni alla salute della colonna vertebrale. Inclinarsi per leggere un messaggino o controllare un selfie crea pressione indebita sul collo, portando al mal di schiena. Danni precoci - Piegando la testa con un angolo di 60 gradi per guardare lo schermo di un cellulare mette 27 chili di pressione sulla cervicale. La pressione extra porta a un deterioramento fisico precoce e potrebbe indurre la persona perfino a ricorrere alla chirurgia. Nello studio, i ricercatori hanno scoperto che la quantità di forza che grava sul collo aumenta in base all'angolazione in cui è piegato Inclinare la testa di 45 gradi aggiunge la forza sulla colonna vertebrale di 22 chili, di trenta gradi di 18 chili e di 15 gradi di 12 chili. Sforzarsi di mantenere la curva naturale - "Il peso osservato sulla colonna aumenta drammaticamente quando variano i gradi della flessione in avanti della testa". La perdita della curva naturale della parte cervicale stressa il collo. Gli esperti hanno concluso: "Mentre è praticamente impossibile liberarsi dalle tecnologie che causano questi problemi, le persone dovrebbero fare uno sforzo per guardare gli schermi dei cellulari con la schiena il più dritta possibile ed evitare di trascorrere ore inarcandosi". (Salute, Tgcom24) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 526 SCIENZA E SALUTE UN BACIO DI 10 SECONDI PUÃ’ TRASMETTERE 80 MILIONI DI BATTERI Ma secondo uno studio inglese l’effusione intima della durata di 10 secondi rafforza il sistema immunitario. E gli esperti invitano a non smettere di baciarsi «Dammi mille baci, e ancora cento, e poi di nuovo mille e ancora cento, e dopo ancora mille e ancora cento»: lo cantava Catullo rivolgendosi all’amata Lesbia, incurante della morale e anche dei batteri. Sì, perché scambiarsi un bacio intimo comporta una condivisione non indifferente di batteri, che pure secondo gli esperti non sono di nocumento, anzi normalmente irrobustiscono. Bacio e sistema immunitario : «Quel che non ammazza ingrassa», dice il proverbio. E ne è un esempio un bacio, un normalissimo bacio prolungato durante il quale mediamente ci si scambiano, secondo gli esperti della Netherlands Organisation for Applied Scientific Research, 80 milioni di batteri. Ma questa amorosa condivisione, secondo i ricercatori olandesi, può addirittura potenziare il sistema immunitario. Il bacio intimo: Secondo Remco Kort, alla guida dello studio olandese, «il bacio alla francese è un perfetto esempio di esposizione a una gigantesca mole di batteri in pochissimo tempo». Ma solo alcuni di questo esercito di batteri che un bacio è in grado di trasferire si insediano nella lingua. I ricercatori olandesi hanno collaborato con Microspia, il primo museo dei microbi con sede ad Amsterdam e hanno esaminato 21 coppie, intervistandole riguardo alle loro abitudini sui baci e prelevando un campione di saliva prima e dopo un bacio della lunghezza (cronometrata) di 10 secondi. Alla metà dei partecipanti (ovviamente uno per coppia) era stata offerta una bevanda contenente una varietà di batteri probiotici e si è scoperto che dopo un bacio la quantità di batteri probiotici in entrambi i partner era salita di tre volte. Dal censimento dei batteri è emerso che lo scambio batterico si aggirava per l’esattezza sugli 80 milioni di batteri e del resto la bocca è sede di circa settecento tipi di batteri differenti. L’ecosistema presente nella nostra bocca contiene oltre 100 miliardi di microrganismi indispensabili per la digestione del cibo, per sintetizzare le sostanze nutritive e per prevenire le malattie. Continuate a baciarvi: Ma gli esperti invitano a continuare a baciarsi perché questo scambio aumenta le difese immunitarie e spiegano che la popolazione batterica della lingua rimane stabile, mentre sulla saliva i batteri tendono a cambiare. Le coppie che condividono la microflora orale finiscono per assomigliasi anche riguardo al tipo di batteri. Il che li rende sempre più simili e in qualche modo più temprati contro le malattie. Del resto Graham Rook, immunologo allo University College di Londra, consiglia caldamente di raccogliere il cibo che ci cade per terra, di baciare spesso genitori e parenti e di vivere con un cane, a dimostrazione che l’ossessione per l’igiene può essere foriera di maggiori patologie. Meglio baciarsi spesso, giocare con il nostro cane e se ci cade la focaccia per terra raccoglierla e mangiarsela di gusto. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 526 PREVENZIONE E SALUTE LEGIONELLA: ECCO COME SI CONTRAE I consigli dell'Istituto Superiore di Sanità: controllare rubinetti e condizionatori Le legionellosi, o malattia del legionario è un'infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila, che non si trasmette da persona a persona, ma da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di ambienti condizionati o l'uso di umidificatori, spiega l'Istituto superiore di sanità in una scheda del Centro nazionale di epidemiologia. Il batterio si riproduce soprattutto in ambienti umidi e tiepidi o riscaldati, come i sistemi di tubature, i condensatori, le colonne di raffreddamento dell'acqua. Sedimenti organici, ruggini, depositi di materiali sulle superfici dei sistemi di stoccaggio e distribuzione delle acque facilitano l'insediamento della legionella, che può manifestarsi in due forme, la malattia del legionario vera e propria, che frequentemente include una forma più acuta di polmonite, e la febbre Pontiac, una forma molto meno grave. La legionellosi, spiega l'Iss, "pone un serio problema di salute pubblica, perché costituisce un elemento di rischio in tutte le situazioni in cui le persone sono riunite in uno stesso ambiente, come case di cura, ospedali, piscine e terme e altri luoghi pubblici, in cui è in funzione un sistema di condizionamento, umidificazione, trattamento dell'aria o ricircolarizzazione delle acque". Normalmente la legionellosi si manifesta con febbre, brividi, tosse secca o grassa. In qualche caso può dare anche dolori muscolari, mal di testa, stanchezza, perdita di appetito e, occasionalmente, diarrea. Nella forma febbrile minore, causa febbre e dolori muscolari ma non polmonite e i sintomi si riducono nel giro di pochi giorni. Come trattamento vengono usate terapie antibiotiche, ed è importante limitare la diffusione del batterio in ambienti a rischio, con il controllo frequente delle fonti d'acqua utilizzate, i sistemi di condizionamento, le tubature e i condensatori. (Salute, Tgcom24) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 526 PREVENZIONE E SALUTE INQUINAMENTO, CUORE AL SICURO CON I FLAVONOIDI DI VINO E CIOCCOLATO Secondo una nuova ricerca sono utili per proteggere la salute cardiaca maschile Anche l'alimentazione aiuta a difendersi dagli effetti dell'inquinamento con cui deve fare i conti la salute. A darne prova è uno studio presentato da Jia Zhong, studente dell'Harvard School of Public Health di Boston, all'American Heart Association's Scientific Sessions 2014 di Chicago. Secondo i suoi risultati un'assunzione elevata di flavonoidi protegge il cuore maschile dai rischi associati proprio all'inquinamento dell'aria. Lo studio presentato da Zhong ha previsto di monitorare per 11 anni la salute di 573 anziani. I dati raccolti hanno svelato che un aumento per 48 ore dei livelli medi di particelle inquinanti presenti nell'aria aumenta la variabilità della frequenza cardiaca, un indicatore sia del rischio di trovarsi alle prese con un attacco di cuore, sia di quello di morire a causa di problemi cardiaci. Il rischio è particolarmente elevato per gli uomini caratterizzati da una variante più forte di una proteina - il toll-like receptor 2 - che informa il sistema immunitario della presenza di sostanze estranee, mentre è ridotto nel caso in cui si segua un'alimentazione ricca di flavonoidi, la cui assunzione è risultata associata anche a una riduzione della risposta immunitaria scatenata all'inquinamento. Secondo i ricercatori queste molecole potrebbero proteggere il cuore intervenendo nella regolazione della risposta immunitaria alla presenza di particelle inquinanti nell'aria. Ma quali sono gli alimenti che permettono di farne rifornimento? La frutta e la verdura, ma non solo. Per la gioia dei buongustai, anche cioccolato e vino ne sono ricchi. Attenzione, però, a non esagerare: i rischi per la salute di un consumo eccessivo di dolci e alcol potrebbero superare di gran lungo i benefici esercitati dai flavonoidi. (Salute, Il sole 24ore) MATRIMONIO INFELICE: AVVELENA IL CUORE DI LEI E FA CRESCERE IL RISCHIO DI INFARTO Dopo anni di matrimonio infelice, potrebbe essere utile consultare un cardiologo. Infatti, la vita di coppia,se non funziona, alla lunga rischia di spezzare letteralmente il cuore, in particolare quello delle donne. Il monito arriva da uno studio condotto dai sociologi della Michigan State University: le coppie anziane impegnate in relazioni che non funzionano, soprattutto le mogli, hanno un rischio maggiore di malattie cardiache rispetto ai coetanei e alle coetanee felicemente sposati. I rischi inoltre aumentano con l'età e la qualità del rapporto ha un effetto peggiore per le donne. «La consulenza matrimoniale è focalizzata in gran parte sulle giovani coppie», commenta Liu. «Ma questi risultati dimostrano che la qualità di un rapporto coniugale è altrettanto importante in età avanzata, anche quando una coppia è stata sposata da 40 o 50 anni». (salute, Il mattino) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 526 PREVENZIONE E SALUTE MANGIARE PESCE FA BENE AL CERVELLO MA LA FRITTURA NE ALTERA I NUTRIENTI Per non compromettere i contenuti di vitamine e acidi grassi è molto meglio cucinare il pesce per tempi brevi, con metodi salutari Mamme e nonne lo ripetono spesso ai bambini: «Mangia il pesce, così diventi intelligente». Hanno ragione, con un piccolo distinguo: stando a uno studio pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine consumare pesce almeno una volta a settimana aumenta il volume della materia grigia, a patto però di cuocerlo con metodi salutari, evitando le fritture. Secondo i dati, raccolti su 260 persone che oltre a fornire informazioni sulle proprie abitudini alimentari si sono sottoposte a una risonanza magnetica del cervello, mangiare pesce cotto alla griglia o in forno fa “allargare” dal 4 al 14% aree cerebrali connesse alla memoria e alla cognitività. Ma l’effetto positivo si perde se si predilige il pesce fritto, anche se si opta per le specie più ricche dei preziosi omega-3, i maggiori responsabili dei benefici del pesce sul sistema nervoso. «In un’alimentazione equilibrata e sana non si deve vietare niente, perciò anche una frittura di pesce ogni tanto può andare bene - concede Ambra Morelli, responsabile dell’Associazione Nazionale Dietisti per la Lombardia -, ma friggere espone l’alimento ad altissime temperature con un effetto negativo su quantità e qualità dei nutrienti. Per non compromettere i contenuti di vitamine e acidi grassi è molto meglio cucinare il pesce per tempi brevi e senza raggiungere temperature troppo alte: in questo modo si riducono i rischi che potrebbero derivare dal consumo a crudo, si mantiene più sapore e soprattutto si fa il pieno dei preziosi nutrienti, primi fra tutti gli omega-3». Questi acidi grassi, che si trovano in abbondanza in pesce, crostacei e frutti di mare, ma anche in mandorle e noci, hanno effetti antiossidanti e migliorano la composizione delle membrane delle cellule cerebrali. Salmone e pesce azzurro (come acciughe, sgombri, sardine) ne sono particolarmente ricchi. La ricerca appena pubblicata indica che si dovrebbero mangiare almeno una volta alla settimana. Come spiega Morelli: «È il minimo, una “dose” che può essere utile, per avvicinare al pesce chi non è abituato a mangiarlo. Meglio sarebbe portarlo in tavola almeno due o tre volte alla settimana, l’ideale è consumarlo quattro volte». Posto che conta molto come si cucinano, esistono, comunque, in assoluto, pesci “migliori” di altri? «Di fatto no, si può spaziare fra le diverse varietà includendo nella dieta anche i frutti di mare, pure se meno ricchi di omega-3, o seppie, calamari e polpi, più lunghi da digerire per la qualità delle loro proteine ma ugualmente validi» conclude la dietista. (Salute, Corriere)

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