Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno III – Numero 519 Giovedì 13 Novembre 2014, S. Diego AVVISO Ordine 1. Campagna antinfluenzale 20142015 2. Crisi occupazionale: Istituito un fondo di solidarietà per i colleghi iscritti all’ albo in stato di disoccupazione 3. Ordine: Corsi Ecm gratuiti Proverbio di oggi……….. S'adda parlà 'a 'nu fesso 'a vota Deve parlare un fesso per volta ARRIVA L'AURICOLARE ANTIOBESITÀ, CONTA LE CALORIE E FOTOGRAFA IL CIBO Assomiglia a un semplice auricolare ma, in realtà, è un severo Notizie in Rilievo controllore delle calorie e una sentinella antiobesità. Scienza e Salute 4. Arriva l'auricolare antiobesità, conta le calorie e fotografa il cibo 5. Perché siamo meteoropatici? ï‚· Prevenzione e Salute 6. Oligomenorrea: sintomi, cause, rimedi e cure 7. .Denti bianchi a tutti i costi: quando fare lo sbiancamento? 8. Binge drinking modifica il cervello: adolescenti più a rischio di cadere nell' alcol dipendenza E' capace infatti di contare le calorie ingurgitate, fotografare il cibo che si porta alla bocca e persino contabilizzare il numero di 'masticate'. Si chiama Automatic Ingestion Monitor ed è stato messo a punto da un'equipe di ricercatori dell'univ. dell'Alabama per monitorare le abitudini alimentari in modo oggettivo e non più affidandosi ai dati riportati dai pazienti. Secondo i ricercatori, infatti, molto spesso si mangia in maniera automatica, senza 'registrare' veramente ciò che si mette in bocca. L'apparecchio - messo a punto da Edward Sazonov, docente di ingegneria e informatica dell'università americana - è dotato di una telecamera di precisione che analizza l'immagine dell'alimento consumato per identificarne la massa e il contenuto calorico. Vengono registrati poi i movimenti della mascella, ma solo quelli che servono per la masticazione reale. Gli altri movimenti vengono ignorati. Secondo l'ideatore, il dispositivo servirà a elaborare nuovi metodi più efficaci per la perdita di peso e per il trattamento dei disturbi alimentari. Il prodotto, che inizialmente sarà lanciato come apparecchio medico, in futuro potrebbe diventare un oggetto di largo consumo. (Adnkronos Salute) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 519 PREVENZIONE E SALUTE OLIGOMENORREA: SINTOMI, CAUSE, RIMEDI E CURE Ciclo perennemente in ritardo, con attese lunghe e imprevedibili? Potrebbe essere colpa dell’oligomenorrea, un’evenienza più frequente di quanto si creda per le donne. Potrebbe essere solo questione di tempo e di pazienza, perché il disturbo potrebbe essere transitorio e destinato a risolversi nell’arco di un breve periodo. Meglio mettere sempre in conto che il ciclo mestruale non è necessariamente un orologio in termini di precisione. Per conoscere meglio il problema, i sintomi, le cause i rimedi e le eventuali cure, ecco alcune informazioni utili. Questione di ormoni I protagonisti del ciclo mestruale sono gli ormoni. Sono loro che ne dettano tempi e regolarità. In particolare, sia che il ciclo sia regolare o meno, è tutta questione di controllo ormonale, nel quale sono coinvolte tre strutture dell’organismo, l’ipotalamo, l’ipofisi e le ovaie. Se c’è un problema, l’oligomenorrea Tra i disturbi del ritmo del ciclo mestruale, l’oligomenorrea è tra i più frequenti ed è caratterizzato da un ciclo mestruale molto lungo, con un intervallo altrettanto dilatato (36 giorni o più) tra un flusso e l’altro. Le cause Potrebbe essere un’eventualità legata al periodo post gravidanza o post pillola, a problemi di ovulazione, alla presenza di cisti ovariche o di ovaio multifollicolare, ma non solo. La colpa può essere dell’iperandrogenismo, che si verifica quando ovaio e surrene aumentano la produzione di ormoni androgeni (ormoni che controllano lo sviluppo dei caratteri sessuali maschili) che bloccano la normale ovulazione. E, se a ciò si aggiunge una particolare struttura dell’ovaio, cioè la presenza di numerosi piccoli follicoli (cisti) disposti alla periferia dell’organo a “ruota di carro”, allora si tratta della sindrome dell’ovaio policistico. Rientrano tra le possibili cause anche le alterazioni della funzionalità dell’ipotalamo, che non riesce più a comunicare al meglio con l’ipofisi e di conseguenza provoca uno squilibrio nel controllo ormonale, e il malfunzionamento dell’ipofisi. Le cure, i rimedi Per ridare regolarità al ciclo e tenere sotto controllo gli ormoni, lo specialista può prescrivere dei farmaci progestinici. A ogni causa, poi, la sua cura specifica. Infatti, se l’iperandrogenismo si cura con farmaci a base di clomifene citrato o con iniezioni di gonadotropine con l’obiettivo di far riprendere l’ovulazione, per il trattamento della policistosi ovarica, si può somministrare una pillola anticoncezionale che associ antiandrogeni a estrogeni. (Salute, Pour Femme) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 519 DENTI BIANCHI A TUTTI I COSTI: QUANDO FARE LO SBIANCAMENTO? Denti bianchi, brillanti e curati sono un ottimo biglietto da visita. Rendono più gradevole non solo il sorriso, ma anche la presentazione di una persona. Ognuno ha il suo colore dei denti, un po' come succede per pelle e capelli. Anche per i più fortunati, il bianco puro rappresenta soltanto un miraggio. Cosa determina il colore dei nostri denti? La dentina (sostanza compresa tra lo smalto, il cemento alla radice del dente e la polpa) contiene sfumature grigiastre, rossicce e giallognole, che traspaiono più o meno intensamente dallo smalto sovrastante, di per sé traslucido. Pur essendo un materiale particolarmente resistente e mineralizzato, lo smalto conserva una certa porosità e può quindi lasciarsi attraversare da sostanze e particelle capaci di cambiare il colore alla dentina e allo stesso smalto. Quali sono i principali “nemici” dei denti bianchi? Il fumo di sigaretta, i collutori con clorexidina, il naturale invecchiamento ed i pigmenti alimentari, come quelli contenuti nel caffè, nel tè, nella liquirizia, negli spinaci e nel vino rosso, ma anche nei coloranti artificiali aggiunti alle bevande o ad altri prodotti alimentari. Correre ai ripari con pulizia dei denti e sbiancamento Un'insufficiente igiene orale favorisce il deposito della placca dentale e la sua successiva evoluzione in tartaro. Il colorito giallognolo di quest'ultimo e l'effetto barriera della placca, spengono a poco a poco la brillantezza del sorriso, con un poco gradito cambiamento di colore della dentatura. Le particelle colorate di alimenti, bevande e fumo, aderiscono infatti molto meglio ed in maniera più tenace alla placca matura ed al tartaro rispetto allo smalto. Il risultato finale è che i denti appaiono scuri, gialli, sempre più opachi e meno brillanti. Sicuramente la pulizia dei denti (ablazione del tartaro) aiuta a prevenire l’ingiallimento dei denti. È infatti consigliato eseguire una ablazione del tartaro almeno 1 volta ogni 6/12 mesi. Per riportare invece il colore dei denti al bianco e alla luminosità di un tempo, è possibile scegliere tra diverse tipologie di trattamenti sbiancanti, rapidi e non invasivi. Aldilà dell'efficacia insita nelle varie metodiche, occorre innanzitutto prendere coscienza dei loro limiti. Sottoporsi a questi trattamenti, infatti, significa nel migliore dei casi riportare il colore della dentatura all'antico splendore, fino a schiarire leggermente le tonalità conferitegli da madre natura. La tecnica maggiormente utilizzata si esegue direttamente nello studio dentistico e viene per questo definita "sbiancamento dei denti alla poltrona". Questa procedura sfrutta l'azione di agenti sbiancanti chimici ad alta concentrazione, potenziati da specifiche lampade che ne favoriscono l'azione in profondità. Il mezzo sbiancante più diffuso è costituito da un gel a base di perossido di idrogeno al 35-38% c.a. che, una volta esposto a particolari fonti luminose, si attiva liberando ossigeno. Questo gas penetra nella struttura del dente, innescando reazioni di ossido-riduzione che scompongono le molecole delle macchie in composti più piccoli, incolori e facilmente eliminabili. L'intensità dello sbiancamento dipende dalla concentrazione del principio attivo e dal suo tempo di posa sui denti. In ogni caso, un intervento professionale garantisce il miglior risultato possibile, minimizzando effetti indesiderati come eccessiva sensibilità termica ed irritazione gengivale. Leggere gengiviti e maggiore sensibilità ai denti tendono comunque a presentarsi al termine del trattamento, salvo poi regredire spontaneamente nelle 24-48 ore successive. (salute, benessere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 519 SCIENZA E SALUTE PERCHÉ SIAMO METEOROPATICI? L'avvento della stagione invernale spesso ci fa sentire più stanchi, tristi, melanconici. Siamo meteoropatici? Fantasia o realtà? Perché siamo metereopatici? Con la psicologa di Humanitas Mater Domini, Pamela Franchi, capiremo cosa accade nel nostro corpo quando si avvicina la stagione invernale. Negli organismi viventi numerose funzioni fisiologiche e parametri biologici hanno andamento periodico. «Variazioni cicliche sono osservate nella produzione di diversi ormoni e neurotrasmettitori. La maggior parte dei ritmi biologici sembra regolata da orologi interni, sincronizzati da stimoli ambientali quali caldo e freddo, luce e buio e l'alternarsi delle stagioni. In particolare, l'osservazione dell'efficacia terapeutica dell'esposizione alla luce bianca, ha portato a ipotizzare che la riduzione della luce sia centrale nello sviluppo della depressione invernale». Come si caratterizza il SAD? Il SAD (Seasonal Affective Disorder) caratterizzato da oscillazioni depressive del tono dell'umore associate a sintomi quali disturbi d'ansia, irritabilità, apatia, astenia, disturbi somatici, quali dolore e rigidità muscolare, cefalea, difficoltà in campo lavorativo e sociale. Un altro importante sintomo lamentato è la tendenza all'ipersonnia, ci si sente dei veri e propri “orsi pronti per il letargo”. Inoltre, si può registrare un aumento dell'appetito con la tendenza a mangiare di più. Naturalmente i sintomi possono presentarsi in modo acuto o attenuato. Dobbiamo rassegnarci a essere meteoropatici? Il nostro umore è influenzato da molteplici fattori, possiamo considerare l'impatto sul presente di ricordi e vissuti: ed ecco, allora, che una giornata uggiosa può evocare la memoria di momenti piacevoli, di benessere, come l'essersi trattenuti sotto le coperte magari in dolce compagnia... Se invece non posso attingere al passato, posso sforzarmi di programmare un'attività piacevole, un valido stimolo ad affrontare l'arrivo dell'inverno che potrebbe farci sentire più apatici. Quale “filosofia“, dunque, per affrontare il cambio di stagione? Noi siamo esseri in continua trasformazione, esposti e vulnerabili al cambiamento. Il benessere non è quindi una condizione statica, come una perenne estate, ma è una continua ricerca di nuovi equilibri all'interno del mondo in cui viviamo (relazioni, affetti, ambiente, ecc.). «Se è vero che alcune condizioni ambientali, relazionali e psicologiche possono causare malessere, allora impariamo ad aprirci al desiderio, non come bisogno determinato dalla mancanza di qualcosa, ma come espressione di una mancanza d'essere, strutturale della natura umana. Non esiste però un unico “oggetto del desiderio” che lo possa soddisfare integralmente: il desiderio può dirigersi verso tutti gli “oggetti immaginari” che possono in parte colmarlo», conclude la dottoressa Franchi. Apriamoci alle fantasia e alla possibilità! “Sole d'autunno inatteso, che splendi come in un di là, con tenera perdizione e vagabonda felicità, tu ci trovi fiaccati, vòlti al peggio e la morte nell'anima. Ecco perché ci piaci, vago sole superstite che non sai dirci addio, tornando ogni mattina come un nuovo miracolo, tanto più bello quanto più t'inoltri e sei lì per spirare.” Da "Ottobre" di Vincenzo Cardarelli (Humanitas, Salute) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 519 PREVENZIONE E SALUTE BINGE DRINKING MODIFICA IL CERVELLO: ADOLESCENTI PIÙ A RISCHIO DI CADERE NELL' ALCOL DIPENDENZA L'abuso di alcolici nell'età dello sviluppo altera le fibre nervose rendendo i giovani più sensibili all'alcol. Coinvolta la corteccia prefrontale, centro della memoria, emozioni e capacità decisionale. L'abuso di alcolici nell'età dello sviluppo altera le fibre nervose rendendo i giovani più sensibili all'alcol. Coinvolta la corteccia prefrontale, centro della memoria, emozioni e capacità decisionale. Si rischia la dipendenza ma anche danni irreversibili al cervello: il binge drinking, il bere per ubriacarsi molto di moda tra gli adolescenti, induce modifiche strutturali che nel tempo riducono connessioni nervose, reattività agli stimoli e memoria. Il problema alcol tra giovani e giovanissimi ha assunto, oggi, le proporzioni di una vera e propria emergenza, solo in Italia le stime parlano di un milione di under-20 a rischio per i danni da alcol e almeno 400 mila quelli con l’abitudine del binge drinking, definito come il consumo di 4-6 drink nell’arco di due ore. Da quando il fenomeno si è affacciato sul mondo degli adolescenti, agli inizi del millennio, numerose indagini sono state condotte per stimare le conseguenze per la salute di questa nuova tendenza, soprattutto sul cervello. Pubblicato sulla rivista The Journal of Neuroscience, un nuovo studio condotto dai ricercatori della University of Massachusetts Amherst e della Louisiana State University sottolinea come l’abuso di alcol su un cervello ancora in fase di sviluppo alteri la mielina, una sostanza che avvolge le fibre nervose e con il ruolo di facilitare e velocizzare la trasmissione degli impulsi nervosi. Osservando ciò che accade nel cervello di topi sottoposti all’abuso di alcol per sole due settimane, il team ha osservato deficit di mielina in un’area specifica, la corteccia prefrontale, il centro cerebrale in cui sono regolate le emozioni e la capacità di prendere decisioni e che influenza anche il comportamento. «Questi risultati suggeriscono che l’alcol può avere un impatto negativo sullo sviluppo del cervello umano e conseguenze permanenti in alcune aree cerebrali importanti per controllare gli impulsi nervosi e prendere decisioni», spiegano i ricercatori statunitensi, sottolineando anche che «le fibre nervose sono sensibili all’alcol» e che queste alterazioni strutturali possono essere «associate alla manifestazione precoce di alcolismo». I dati raccolti nello studio, infatti, suggeriscono che il binge drinking in età adolescenziale, modificando la sostanza mielinica, abbia conseguenze permanenti sul comportamento e sulle capacità cognitive, come la memoria, e che renda questi giovani più vulnerabile e a rischio di cadere nell’alcoldipendenza in età adulta. Il cervello è solo uno degli organi 'intossicati' dall'etanolo e dai suoi derivati: prima dei 18-20 anni l'organismo umano non ha la capacità di smaltire l'alcol e anche minime quantità possono avere importanti ripercussioni su cellule e tessuti. (OK, Salute e Benessere)

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