Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno VII – Numero 1299 AVVISO Ordine 1. ORDINE: Progetto “Un Farmaco per tutti” e “Una Visita per tutti”; Venerdì 02 Marzo 2018 – S. Basileo Proverbio di oggi……… 'A casa d' 'e sunature nun se portano serenate. 2. Sussidio di solidarietà 3. Quota sociale 2018 Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. Come si riconosce il raffreddore da allergia nei bambini? 5. Donne con la pancia sempre gonfia a dieta e niente medico, ma potrebbe essere un tumore all’ovaio 6. Gli spermatozoi hanno un'elica nella coda Prevenzione e Salute 7. Rabbia e ira aumentano il rischio di infarti e ictus 8. Perché quando corriamo ci fa male il fianco? 9. COME SI RICONOSCE IL RAFFREDDORE DA ALLERGIA NEI BAMBINI? Il raffreddore da allergia e il raffreddore classico sono facilmente individuabili anche nei bambini osservando la mucosa, il tipo di starnuti e la congiuntivite. LA MUCOSA: nel raffreddore da infezione batterica la mucosa nasale è arrossata e nelle fosse nasale si evidenzia muco denso, giallastro e talvolta anche verdastro e visibile anche a occhio nudo mentre nella rinite allergica la mucosa nasale è biancastra e si ha una secrezione che è “lucente”, sierosa, infatti se il paziente si soffia il naso il fazzoletto è come se si bagnasse, il naso “gocciola”. TIPO DI STARNUTI: nel raffreddore comune infettivo gli starnuti sono rari, distanziati uno dall’altro mentre nella rinite allergica sono “a salve” cioè tutti insieme, uno dopo l’altro. Strofinamento naso: nel raffreddore comune lo strofinamento nasale è meno Meteo Napoli Venerdì 02 Marzo ï‚· Variabile Minima: 10° C Massima: 15 °C Umidità: Mattina = 49% Pomeriggio = 51% presente rispetto a quello presente nella rinite allergica. CONGIUNTIVITE: durante il raffreddore comune può associarsi un interessamento oculare che peraltro è più frequente in corso rinite allergica e in tal caso si ha presenza di arrossamento oculare, prurito oculare e secrezione oculare sierosa, in pratica il bambino ha come una lacrimazione intensa continua. (Salute, Corriere) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1299 SCIENZA E SALUTE DONNE CON LA PANCIA SEMPRE GONFIA A DIETA e niente Medico, ma potrebbe essere un TUMORE ALL’OVAIO Specie dopo la menopausa e nelle over 50 è bene non trascurare i possibili sintomi, seppur spesso vaghi, del sesto tipo di cancro femminile più comune (e fra i più letali) La pancia si gonfia e loro si mettono a dieta, mangiano più yogurt e prodotti contenenti probiotici, tentano persino con il «senza glutine», ma è assai difficile che, di fronte a un ventre che continua a lievitare, le donne vadano dal medico. Soltanto un terzo del migliaio di intervistate da un recente sondaggio inglese, infatti, dichiara che ne parlerebbe con il proprio medico di famiglia, inconsapevole del fatto che il gonfiore addominale è uno dei possibili sintomi della presenza di un tumore dell’ovaio, il sesto tipo di cancro più frequente tra le donne. Aggressiva e quasi sempre letale, questa malattia resta difficile da combattere anche perché l’80 per cento delle diagnosi avviene in fase avanzata, quando le possibilità di guarigione sono molto limitate. ITALIA: 5.200 NUOVI CASI ALL’ANNO Nel 2017 in Italia si sono registrati 5.200 nuovi casi di tumore all’ovaio, la maggior parte dei quali nelle donne in menopausa, e circa 3mila connazionali sono morte per questa malattia:  a 5 anni dalla diagnosi, infatti, è vivo soltanto il 38% delle pazienti. «Secondo le nostre statistiche più recenti, circa 6 italiane su 10 non conoscono questo tumore e non sanno riconoscerne i seppur vaghi sintomi - sottolinea Nicoletta Cerana, presidente di Alleanza contro il Tumore Ovarico. Tanto più che la malattia, nelle fasi iniziali, non dà segnali chiari e quando questi compaiono la malattia ha ormai cominciato a diffondersi agli organi circostanti e le probabilità che le cure abbiano successo sono poche. Le aspettative di vita aumentano però se si riesce ad avere una diagnosi precoce». Se il carcinoma viene scoperto in fase davvero iniziale, il solo intervento chirurgico può essere risolutivo: ecco perché è fondamentale non trascurare i seppur vaghi primi indizi. STRESS, DIETA E FARMACI CONTRO LA CISTITE «Avevo la pancia così voluminosa che sembravo una gestante all’ottavo mese di gravidanza - racconta la 54enne inglese Andrea Oliver, in occasione della presentazione del sondaggio condotto dalla charity britannica Target Ovarian Cancer -, ma pensavo di essere stressata. Poi ho iniziato ad avere bruciori urinari e un’eccessiva necessità di fare pipì e, credendo di avere la cistite, bevevo molto e prendevo medicinali da banco. Poi sono arrivati i dolori addominali, ma credevo tutto facesse parte di un periodo particolarmente ansioso, durante il quale mangiavo anche troppo. È stato il mio curante, durante una visita fatta per altri motivi, a ipotizzare potessero essere indizi di un carcinoma ovarico». Stando agli esiti dell’indagine, di fronte a un gonfiore addominale persistente, la metà delle interpellate farebbe come Andrea: si metterebbe a dieta, magari aggiungendo all’alimentazione probiotici, cereali o fibre generalmente proposti per «sgonfiarsi». Un altro 23 % comprerebbe in farmacia rimedi che non richiedono una prescrizione, il 22 % comincerebbe a fare attività fisica (nell’ottica di dimagrire) e solo un terzo del campione chiederebbe un appuntamento al medico. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1299 FAI DA TE E RICERCHE IN RETE C’è poi un 43 % di intervistate che farebbe come la 38enne Laura Everley: cercherebbe i sintomi su internet. «Prima di ricevere la diagnosi da un medico ho sopportato per mesi tutti i sintomi tipici di questa malattia racconta la donna, operata nel 2014 e ora attiva nelle campagne d’informazione della charity -, ma credevo di avere la sindrome del colon irritabile, che dà avvisaglie simili. Ho iniziato a scegliere cibi senza glutine e poi ho collegato altri segnali all’endometriosi di cui avevo sofferto. Poi, dopo oltre tre mesi di “soluzioni fai da te”, ho cercato su Google e ho trovato un post sul cancro all’ovaio, così ho deciso di andare dal dottore». Proprio per rispondere al grande bisogno di informazioni sulla malattia, anche in Italia Acto Onlus ha creato il servizio Pronto Acto: «Oltre a impegnarci sul fronte della prevenzione e per la diagnosi precoce - dice Cerana -, con questo servizio siamo al fianco delle pazienti e dei loro familiari per chiarire dubbi e rispondere a quesiti in due ambiti: quello legale, assicurativo e di diritto del lavoro e quello di informazione e orientamento ai centri di cura specializzati, con il sostegno di una psiconcologa». L’ESPERTA: «ATTENTE A QUESTI SINTOMI» «Nella lotta al tumore ovarico l’informazione è fondamentale . Il rischio di sviluppare un carcinoma dell’ovaio è estremamente basso nelle donne giovani e aumenta a partire dai 50 anni e dopo la menopausa, tanto che l’80% delle pazienti è ultra 50enne. È quindi molto importante che ogni donna impari a riconoscere per tempo i possibili “campanelli d’allarme” e parli con un medico se questi sintomi sono frequenti e persistenti: sensazione di sazietà anche a stomaco vuoto, gonfiore all’addome, fitte addominali, bisogno frequente di urinare, perdite ematiche vaginali, stitichezza o diarrea che non passano. Sono più a rischio le donne che non hanno avuto figli e quelle che hanno sofferto di infertilità ed endometriosi. E poi, un quarto dei nuovi casi annui in Italia è dovuto alla mutazione genetica resa famosa da Angelina Jolie, che gioca un ruolo sia nella scelta delle cure per le pazienti sia nella prevenzione per le donne sane, per cui è importante fare il test genetico del BRCA». (Salute, Humanitas) PREVENZIONE E SALUTE RABBIA E IRA AUMENTANO IL RISCHIO DI INFARTI E ICTUS Il problema alla base potrebbe essere uno stress eccessivo La rabbia aumenta il rischio di avere un infarto o un ictus. A svelarlo è un'analisi pubblicata sull'European Heart Journal, anche se ad essere particolarmente in pericolo sono le persone che convivono con fattori di rischio come le malattie cardiovascolari, nelle due ore successive ad un attacco di rabbia tutti corrono un serio pericolo. Il rischio è infatti cumulativo. In altre parole, le persone che si arrabbiano spesso sono in pericolo anche se non convivono con molti fattori di rischio cardiovascolare. Mostofky e colleghi hanno calcolato che 5 arrabbiature al giorno corrispondo a 158 infarti in più ogni 10 mila persone con rischio cardiovascolare basso. Quando invece quest'ultimo è elevato l'aumento di infarti è stimato a 657 ogni 10 mila persone. In generale, nelle 2 ore successive a un attacco di rabbia il rischio di infarto e di ictus aumentano, rispettivamente, di circa 5 e 3 volte. La vera causa alla base del rischio potrebbe essere lo stress cronico, che oltre ad aumentare la pressione sanguigna può anche spingere ad adottare comportamenti poco salutari – come fumare o bere troppi alcolici – proprio nel tentativo di affrontare lo stress. Le soluzioni, in realtà, sono ben altre. Secondo gli esperti bisognerebbe verificare le potenzialità di strategie mirate alla riduzione dello stress come lo yoga, che potrebbero aiutare a evitare le gravi complicazioni associate ad una vita vissuta sotto pressione. In effetti alcune ricerche hanno dimostrato un'associazione tra la pratica della meditazione e la riduzione dell'incidenza di infarti e ictus. Che sia davvero questa la strada giusta? (Agi) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1299 PREVENZIONE E SALUTE PERCHÉ QUANDO CORRIAMO CI FA MALE IL FIANCO? C'è chi lo attribuisce alla milza, chi pensa sia il fegato: in realtà il "dolore all'ipocondrio" ha molteplici spiegazioni e nessuna in particolare. Ma passa in fretta. Se non vi hanno fermato l'inerzia, il freddo e il fiato corto, c'è una cosa che più di ogni altra potrebbe arrestare la vostra corsa: il classico, acuto dolore al fianco, destro o sinistro scegliete voi. Di che cosa si tratta? Si può prevenire? E chi colpisce? Per indicare quella pungente sensazione esiste un termine medico specifico: exercise related transient abdominal pain (ETAP) o "dolore addominale transiente connesso all'esercizio fisico". Gli esperti lo chiamano anche dolore in ipocondrio (una regione della cavità addominale compresa tra le arcate costali e fianchi). Sono termini scientifici ma, di fatto, generici: non riguarda infatti un organo in particolare - no, non è la milza, né il fegato. DEMOCRATICO. Colpisce due terzi dei runner e si manifesta durante le attività che comportano torsione del busto, come la corsa, il nuoto o l'equitazione. Lo accusano anche gli atleti professionisti - anche se in misura minore, rispetto ai corridori della domenica - e sembra più frequente nei soggetti giovani. Si sviluppa in punti diversi: alcuni lo avvertono a destra, altri a sinistra, e anche per questo è difficile da comprendere o prevenire. : Una comune spiegazione lo riconduce a uno scarso afflusso di sangue, e quindi di ossigeno, al diaframma (il più importante muscolo respiratorio): ma alcuni sport come l'equitazione non richiedono un dispendio di ossigeno tale da giustificare questo dolore. Altri ipotizzano che i sobbalzi dell'attività fisica sollecitino eccessivamente i legamenti dei visceri, che mantengono in posizione gli organi interni, o il peritoneo, la membrana che li ricopre. Questo spiegherebbe perché alcuni lo accusino maggiormente dopo aver mangiato o bevuto (e quindi in parte aver teso l'addome), ma non perché il dolore compaia durante movimenti graduali e non bruschi, come quelli del nuoto. C'è chi chiama in causa la postura: lavorare su certe vertebre sembra poter ricreare questo classico dolore; altri citano una presunta frizione o irritazione del tessuto addominale. BUON SENSO. Insomma sulle cause c'è ancora nebbia fitta. Ma se il male al fianco vi perseguita, aiuta fare mente locale di quanto l'ha preceduto: avete mangiato o bevuto? Che tipo di movimenti avete fatto? Quando vi è accaduto, l'ultima volta? Forse c'è qualche accorgimento che potete adottare per cambiare le cose. E in ogni caso, passa in fretta: basta fermarsi e riposare. (Salute, Focus) QUALI CAUSE? FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA PAGINA 5 Anno VII – Numero 1299 SCIENZA E SALUTE GLI SPERMATOZOI HANNO UN'ELICA NELLA CODA Una nuova e finora mai osservata struttura a forma di elica è stata scoperta nel flagello degli spermatozoi grazie alla tecnica di microscopia che di recente ha vinto il Nobel. Potrebbe essere importante per la motilità di queste cellule e la fertilità maschile. Gli spermatozoi sono tra le cellule più studiate del corpo umano, e sorprende che possano avere ancora segreti: eppure, utilizzando una tecnica di microscopia elettronica che permette di vedere le strutture nanometriche fino al dettaglio di una singola proteina, un gruppo di ricercatori ha scoperto una struttura a elica finora sconosciuta, sul limitare della coda (flagello) di questi nuotatori. Non è ancora chiaro a che cosa possa servire, ma potrebbe spiegare perché alcuni spermatozoi sembrino spostarsi in modo più efficiente di altri. PIÙ DA VICINO. I ricercatori hanno utilizzato una tecnica di imaging chiamata tomografia crioelettronica, un'applicazione della microscopia crioelettronica - premiata nel 2017 con il Nobel per la Chimica: - che consente di ottenere e osservare ricostruzioni tridimensionali di strutture nanometriche. Le cellule vengono analizzate mentre si trovano congelate nel ghiaccio e senza l'aggiunta di sostanze chimiche che possano oscurarne alcune strutture. È stato così possibile osservare meglio il flagello, la macchina complessa, formata da migliaia di proteine-mattoncino, chiamate tubuline, che permette la locomozione degli spermatozoi. Le tubuline sono organizzate in lunghe strutture, i microtubuli, sulle quali si trovano le proteine motrici, il "motore" dei flagelli. Avanzando tra un microtubulo e l'altro, queste "tirano" la coda e le permettono di piegarsi e distendersi: di fatto, di nuotare. : Analizzando la prima ricostruzione tridimensionale della parte terminale del flagello, gli scienziati hanno notato una strana struttura a spirale partire dall'estremità della coda ed estendersi per un decimo della sua lunghezza. MOLLA NANOMETRICA Non è chiaro quale sia il compito della strana configurazione a turacciolo, mai osservata finora, ma un'ipotesi è che impedisca ai microtubuli di deformarsi come tenderebbero a fare e concentri invece tutta la spinta creata dalle proteine sulla locomozione, affinché si nuoti verso la meta. (Salute, Humanitas) FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA PAGINA 6 Anno VII – Numero 1299 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca ORDINE: IN RISCOSSIONE LA QUOTA SOCIALE 2018 E’ in riscossione la quota sociale 2018 di EURO 150,00 di cui Euro 108,20 per l’Ordine e Euro 41,80 per la FOFI. Si Comunica che in questi giorni, Equitalia, Agente della riscossione dell’Ordine della Provincia di Napoli, sta recapitando l’avviso di pagamento relativo la Tassa di iscrizione all’Ordine per l’anno 2018. Il pagamento sarà possibile effettuarlo entro il 28 Febbraio p.v. Si ricorda che è obbligo di ogni iscritto il versamento della quota d’iscrizione annuale e che un eventuale ritardo comporta l’aggravio delle spese di esazione. Il mancato adempimento, oltre a causare un’infrazione alla deontologia professionale, fa venir meno il requisito necessario per mantenere l’iscrizione all’Albo Professionale. AVVISO GLI ISCRITTI CHE NON HANNO ANCORA RICEVUTO L’AVVISO DI PAGAMENTO, POSSONO SCARICARLO dal sito dell’Ordine INSERENDO il PROPRIO CODICE FISCALE al seguente link: https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1381-quotasociale-2018 PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1299 ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI” e “UNA VISITA PER TUTTI” I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine. Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal progetto “Un Farmaco per Tutti” ma anche forme di attività assistenziali, il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.). Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tutti”, insieme al progetto “Un Farmaco per Tutti” andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale” che merita di essere considerato e supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche. PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1299

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