Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno VII – Numero 1282 AVVISO Ordine 1. ORDINE: Progetto “Un Farmaco per tutti” e “Una Visita per tutti”; 2. Sussidio di solidarietà 3. Concorso Straordinario Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. Colesterolo, il grasso delle uova non è “cattivo” 5. Psoriasi, le alterazioni delle unghie sono un sintomo subdolo Prevenzione e Salute 6. Tiroide, che impatto hanno le sue disfunzioni sull’attività fisica? 7. Attenzione al tè bollente, aumenta rischio di tumore all’esofago 8. Stai a dieta ma non dimagrisci? forse è colpa della flora intestinale Meteo Napoli Mercoledì 7 Febbraio 2018 – S. Egidio Proverbio di oggi……… E' piscetiello 'e cannuccia E' un pesciolino da piccola canna - COLESTEROLO, IL GRASSO DELLE UOVA NON È “CATTIVO” Si dice sempre che le uova siano grandi apportatrici di colesterolo. Questo non impedisce che questi alimenti siano tenuti in considerazione ogni volta che si tratta di costituire diete sane ed equilibrate. Come si spiega quest’apparente contraddizione? . COME MAI LE UOVA PUR RICCHE DI COLESTEROLO SONO INSERITE NELLE DIETE? «Le uova sono un alimento poco costoso, ricco di proteine, a elevato valore biologico (cioè complete di aminoacidi essenziali), di vitamine, minerali e acidi grassi essenziali, ma è anche uno degli alimenti che contiene più colesterolo:  il tuorlo, il rosso, contiene veramente tanto colesterolo (più di 200mg per tuorlo). Nonostante questo anche nelle diete per chi soffre di ipercolesterolemia, cioè ha i valori del colesterolo oltre i livelli raccomandati, vengono lasciate le classiche due uova la settimana: questo accade perché quello su cui oggi si concentra l’attenzione è il tipo e la quantità di grasso che una persona assume (grassi saturi rispetto agli insaturi) più che alla quantità totale di colesterolo». QUELLO DELL’UOVO È UN GRASSO “BUONO”? «Le uova contengono circa il 9% di grassi (poco più di 5g per uovo, cioè quanto 1 cucchiaino di olio o di burro), concentrati nel tuorlo, di cui più del 50% sono formati da grassi mono e polinsaturi. Detto questo, è ovvio che un consumo elevato di uova da parte di persone affette da ipercolesterolemia è sconsigliato». Mercoledì 7 Febbraio QUALE APPROCCIO ALLE UOVA DEVE DUNQUE AVERE CHI SOFFRE DI IPERCOLESTEROLEMIA? Minima: 6° C Massima: 13 °C Umidità: Mattina = 57% Pomeriggio = 52% «Consumarne 2-3 a settimana facendo attenzione non solo al consumo delle uova in sé ma anche a tutti quegli alimenti che possono contenerle, come dolci, paste fresche, alcune salse a base di uova, e come componenti di alcune ricette, visto che spesso sono usate perché fanno da legante tra i vari ingredienti». (Salute, Humanitas) ï‚· Variabile SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1282 PREVENZIONE E SALUTE TIROIDE, CHE IMPATTO HANNO LE SUE DISFUNZIONI SULL’ATTIVITÀ FISICA? Una ghiandola fondamentale del sistema endocrino è la tiroide, responsabile della produzione degli ormoni tiroidei. Quando questa produzione è alterata si è in presenza di malattia tiroidea. Le due forme di disfunzione tiroidea sono l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo, due condizioni che determinano degli squilibri in tutto l’organismo con delle conseguenze che riguardano anche l’attività fisica. Controllare l’ipo- e l’ipertiroidismo permette però di risolvere questi squilibri e consente all’individuo di condurre uno stile di vita attivo, come spiega il prof. Andrea Lania, docente di Endocrinologia presso Humanitas University e resp. dell’Unità Operativa di Endocrinologia di Humanitas. MENO ORMONI O PIÙ ORMONI TIROIDEI Quando la produzione di ormone tiroideo è insufficiente si parla di ipotiroidismo. A questa condizione è correlato un rallentamento dei processi metabolici in cui è coinvolta la funzione tiroidea. I sintomi tipici di questa condizione sono la stipsi, la debolezza e i crampi muscolarei, la stanchezza, la sonnolenza, il rallentamento della frequenza cardiaca. Al contrario, con l’ipertiroidismo la produzione ormonale è aumentata, il livello di ormoni tiroidei in circolo è maggiore e i processi metabolici controllati dalla tiroide sono accelerati. In questo caso l’individuo, spesso di sesso femminile in quanto l’ipertiroidismo è più comune nelle donne che negli uomini, può presentare, ad esempio, sudorazione eccessiva, alterazione della frequenza cardiaca con palpitazioni, perdita di peso e, anche in questo caso, stanchezza e disturbi del sonno. Solo se l’ipo- e l’ipertiroidismo non sono stati diagnosticati l’attività fisica regolare potrebbe avere un impatto sui sintomi: «Sono noti gli effetti degli ormoni tiroidei a livello cardiovascolare e muscolare. È pertanto evidente come la sintomatologia associata alle condizioni di ipo- e ipertiroidismo sia spesso tale da rendere difficoltoso lo svolgimento di un’attività fisica regolare». «Nel caso dell’ipertiroidismo – la tachicardia e la rapida esauribilità muscolare non consentono sforzi fisici importanti come quelli legati a una attività fisica aerobica e anaerobica anche di lieve entità. Nel caso dell’ipotiroidismo conclamato, l’astenia e la dolorabilità muscolare rappresentano un deterrente per lo svolgimento dell’attività fisica». TRATTAMENTO E VITA ATTIVA L’alterazione nella funzione tiroidea può essere corretta con il trattamento più adeguato. Nel caso dell’ipotiroidismo la terapia prevede la somministrazione dell’ormone tiroideo L-tiroxina mentre per l’ipertiroidismo questa sarà calibrata sulle cause di questa disfunzione, oltre che sulle condizioni del singolo paziente. Controllando la disfunzione tiroidea con la terapia farmacologica, l’attività fisica non ha alcun risvolto negativo e può essere svolta serenamente: «La normalizzazione della funzione tiroidea neutralizza le conseguenze negative dell’eccesso o del difetto della secrezione ormonale tiroidea. In tale situazione – non vi è alcuna controindicazione allo svolgimento dell’attività fisica che torna ad avere un ruolo positivo sullo stato psico-fisico del paziente». L’attività fisica, pilastro fondamentale di uno stile di vita salutare, può essere svolta come per la popolazione generale per godere dei benefici che il movimento ha sul benessere di ciascuno: «Una volta che la disfunzione tiroidea sia stata adeguatamente controllata, l’entità dell’attività fisica va correlata allo stato di forma, all’età e alle condizioni generali del soggetto senza che la presenza di una disfunzione tiroidea adeguatamente controllata debba rappresentare un limite o una controindicazione». (Salute, Humanitas) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1282 SCIENZA E SALUTE PSORIASI, le ALTERAZIONI delle UNGHIE sono un SINTOMO SUBDOLO Fra il 2% e il 3% della popolazione italiana è colpita dalla psoriasi, una patologia infiammatoria cronica della pelle. I fattori che partecipano alla sua insorgenza sono diversi: genetici, ambientali e immunologici, con la familiarità che riveste dunque un peso rilevante. In quali casi si può sospettare la presenza della psoriasi? Quali sono i sintomi che segnano un suo possibile esordio? L’abbiamo chiesto al professor Antonio Costanzo, Responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia di Humanitas e docente di Humanitas University. QUANDO PUÃ’ SORGERE? Sebbene possa essere diagnosticata a qualsiasi età, sono principalmente due le fasce d’età in cui si può manifestare la psoriasi. Una più giovanile, fra i 15 e i 30 anni in cui si concentra la maggior parte dei casi, e l’altra in età più avanzata, fra i 50 e 60 anni. La psoriasi si caratterizza per l’alterazione del processo di crescita delle cellule cutanee: queste crescono, infatti, a un ritmo più accelerato del normale con l’organismo che non riesce a eliminare le cellule in eccesso. Pertanto queste si accumulano sulla superficie della pelle dando origine alle squame o alle chiazze tipiche della psoriasi. La psoriasi, però, può assumere diverse forme: volgare, con placche rossastre con una superficie biancastra; inversa, con chiazze più rosso acceso; guttata, con delle macchie dalla forma rotonda; pustolosa, con piccole vesciche; eritrodermica, che colpisce tutta la superficie cutanea con arrossamento diffuso. Anche le aree del corpo interessate dalla patologia possono essere diverse: dal cuoio capelluto ai gomiti, dalle ginocchia alle pieghe cutanee, come inguine e ascelle, alle unghie. Infine sono molteplici i fattori scatenanti la psoriasi. Tra quelli noti di origine ambientale c’è lo stress che si affianca ad altri possibili fattori come una lesione cutanea, una severa scottatura solare, l’infezione da streptococco. PELLE, UNGHIE E CUOIO CAPELLUTO Quali sono i campanelli d’allarme che possono far sospettare l’insorgenza della psoriasi? «La malattia si presenta con la comparsa di piccole chiazze eritematosesormontate da squame. A volte queste possono essere nascoste, ad esempio quando sorgono tra i capelli, quindi il paziente può semplicemente presentare un aumento della “forfora” che in realtà è la desquamazione delle chiazze nascoste», spiega il professor Costanzo. «Un’altra maniera subdola in cui si presenta la psoriasi è l’alterazione delle unghie. Ci sono infatti piccoli segni caratteristici della malattia che possono comparire sulle unghie in assenza di altre manifestazioni cutanee». A volte i sintomi potrebbero essere equivocati per quelli di altre patologie cutanee: «Alcune forme di psoriasi, come per esempio la psoriasi eritrodermica, che interessa tutta la superficie cutanea, o la psoriasi inversa che interessa le pieghe, possono essere confuse per altre malattie. La psoriasi inversa, infatti, è spesso confusa con infezioni cutanee come le micosi». Sono sufficienti degli accertamenti per fugare qualsiasi dubbio: «L’esame più accurato per discriminare tra le diverse forme è la biopsia cutanea ma fortunatamente non è quasi mai necessaria, infatti le chiazze psoriasiche, anche quando presenti nelle pieghe, hanno delle caratteristiche tipiche che ne rendono possibile la diagnosi», conclude il professore. (Salute, Humanitas) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1282 PREVENZIONE E SALUTE ATTENZIONE AL TÈ BOLLENTE, AUMENTA IL RISCHIO DI TUMORE ALL’ESOFAGO Crescono le probabilità di ammalarsi da due a cinque volte, ma solo nelle persone che bevono alcolici e fumano. Lo studio in Cina su 500 mila persone A chi non piace sorseggiare una tazza di tè bollente sopratutto nelle fredde giornate d’inverno? Magari dopo aver trascorso qualche ora all’aperto a sciare o semplicemente a fare una passeggiata? D’ora in avanti però meglio lasciar raffreddare il tè prima di goderselo: bere spesso tè troppo caldo potrebbe aumentare il rischio di cancro all’esofago. L’associazione non è nuova, ma lo studio che arriva a queste conclusioni, appena pubblicato negli Annals of international Medicine, è il più grande mai fatto nel suo genere e ha studiato quasi 500 mila persone. I ricercatori hanno concluso che  bere tè caldo o bollente è associato a un aumento da due a cinque volte del tumore all’esofago, ma solo nelle persone che fumano e bevono alcolici. Il cancro esofageo è l’ottavo tumore più diffuso al mondo: è spesso fatale e, Il Tumore all’esofago secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro uccide ogni anno circa 400 mila persone. Cina e Giappone (dove si beve sakè bollente) sono Pesi in cui l’incidenza di questa neoplasia è più elevata. In genere è causato da lesioni all’esofago provocate da fumo, alcol, reflusso e anche liquidi bollenti. Lo studio I ricercatori hanno intervistato i partecipanti arruolati nello studio China Kadoorie Biobank (CKB), escludendo quelli con una precedente diagnosi di cancro o con un ridotto consumo di tè, alcol o fumo, per capire se l’abitudine di bere tè bollente fosse associata a un aumentato rischio di cancro esofageo. Gli autori hanno seguito 456.155 soggetti fra 30 e 79 anni in media per 9,2 anni. Così hanno individuato un’associazione importante fra tè caldo, alcol o fumo e rischio di cancro esofageo. In particolare, per chi oltre a bere tè bollente consumava anche parecchi alcolici e fumava il rischio di cancro esofageo è risultato più di 5 volte maggiore rispetto a quanti non avevano nessuna di queste abitudini. Tuttavia, in assenza di consumo eccessivo di alcool e di sigarette il consumo quotidiano di tè non è risultato associato al rischio di cancro esofageo. «Le bevande molto calde potrebbero rendere l’esofago più vulnerabile agli agenti cancerogeni noti come fumo e alcol. Irritare la mucosa dell’esofago potrebbe portare a un aumento dell’infiammazione e i liquidi troppo caldi possono compromettere la funzione di barriera delle cellule che rivestono l’esofago, lasciando il tessuto più predisposto ad essere attaccato da altri agenti cancerogeni». Le altre ricerche Uno dei principali limiti dello studio è che i partecipanti non hanno misurato la temperatura del proprio tè in modo oggettivo, ma dovevano descrivere la bevanda come «calda» «o molto calda». Studi precedenti hanno tuttavia affermato che bere bevande calde superiori ai 65° potrebbe provocare il cancro all’esofago. In una revisione pubblicata nel 2016 su The Lancet Oncology bere bevande molto calde è stato classificato come «probabilmente cancerogeno per l’uomo». Resta importante che la migliore prevenzione del tumore esofageo è limitare il consumo di tabacco e alcol. (Salute, Corriere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1282 PREVENZIONE E SALUTE STAI A DIETA MA NON DIMAGRISCI? FORSE È COLPA DELLA FLORA INTESTINALE I risultati della dieta tardano ad arrivare? Potrebbe essere colpa dei batteri che vivono nel nostro intestino. Lo rivela uno studio americano pubblicato su Cell Host and Microbe che spiana la strada ad una nuova generazione di probiotici «amici del dimagrimento». Le abitudini alimentari non solo cambiano la flora intestinale ma influenzerebbero anche i risultati delle diete future. Secondo lo studio,  «le persone abituate ad una dieta ricca di grassi e calorie hanno un microbioma intestinale in grado di mettere i bastoni tra le ruote alle diete ipocaloriche», sabotandone quindi i risultati. In sostanza, se il passaggio da una dieta piena di grassi e «junk food» (il cibo spazzatura) ad un regime alimentare sano, a basso contenuto calorico e ricco di fibre, non dà i risultati sperati potrebbe essere colpa della persistenza di alcuni batteri intestinali «inceppati». Microrganismi talmente abituati ai cibi grassi che faticano ad adattarsi al nuovo regime alimentare e che, di fatto, rallentano il dimagrimento, allontanando i risultati sperati. «Quando prescriviamo a qualcuno una dieta – è importante ricordare che i microbi possono influenzarne i risultati, anche in negativo. Studiando le comunità batteriche presenti nell’intestino siamo riusciti a individuare quali microrganismi sono in grado di promuovere gli effetti benefici di una determinata dieta». Una scoperta importante che apre le porte a nuove strategie per potenziare i risultati dei regimi alimentari a basso contenuto calorico, a partire dalla creazione di probiotici specifici per la dieta. La flora intestinale (o microbioma) è l’insieme di tutti quei batteri che vivono all’interno del nostro intestino e che costituiscono una barriera protettiva contro i microbi patogeni. Un equilibrio fondamentale per il benessere di tutto l’organismo: quando la flora si altera si è più esposti ad attacchi da parte dei batteri «cattivi». Ma se abituati ad una alimentazione corretta, sono gli stessi batteri «buoni» a diventare i primi nemici della dieta. Lo studio americano ha evidenziato come i fattori genetici influenzano la composizione della flora batterica, impattando sul metabolismo dell’individuo, e quindi anche sul suo dimagrimento. In attesa della creazione di una nuova generazione di probiotici «amici della dieta», si può iniziare da subito a prendersi cura del proprio intestino con la buona alimentazione. La flora batterica è composta da miliardi di microorganismi: i più importanti sono il lactobacillus acidophilus e il lactobacillus bifidus, essenziali per l’equilibrio digestivo, così come per impedire ai batteri cattivi di danneggiare il nostro organismo. PROBIOTICI E PREBIOTICI Alimenti fermentati come yogurt, fiocchi di latte e tofu aiutano a mantenere una buona flora intestinale. Altri cibi consigliati sono lo zenzero, le bacche e la frutta ricca di fibre, così come asparagi, porri, cicoria e carciofi, che contengono prebiotici, ovvero sostanze che il nostro organismo non è in grado di digerire ma che fermentando, nel colon, nutrono la flora batterica. Si può scegliere poi fra diversi tipi di probiotici microrganismi vitali che possono contribuire a migliorare o preservare la flora batterica esistente - già in commercio. I nemici da evitare sono ancora una volta, le fonti di stress e i superalcolici. (Salute, La Stampa) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1282 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca REGIONE CAMPANIA: CONCORSO STRAORDINARIO IN CORSO LA VALUTAZIONE DEI TITOLI BURC n. 65 del 3 Ottobre 2016, Decreto Presidente Giunta n. 203 del 28/09/2016 Di seguito la composizione della commissione: Prof. Vincenzo SANTAGADA, Presidente – Docente Università Federico II Napoli Dott. Luigi RICCIO, Componente - Dirigente DG per la Tutela della Salute Dott. Vincenzo DEL PIZZO, Componente - Farmacista Dirigente ASL Salerno Dott.ssa Aurora CANNAVALE, Componente - Farmacista Titolare Dott. Armando CUSANO, Componente - Farmacista esercente in farmacia Per visualizzare il decreto pubblicato sul BURC, premere il seguente link: https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1547-concorso-straordinario-campania ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti all’ALBO in Stato di Disoccupazione Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha approvato uno specifico “Fondo di solidarietà” messo a bilancio nel 2018. Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2017 l’erogazione di un sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche. Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti  i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà; le modalità di partecipazione. L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da: 1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale) ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA Da Febbraio assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a seguito del bando 1635/15 del 20/10/2015, un gruppo di Avvocati si è reso disponibile ad offrire agli iscritti un servizio di assistenza legale di primo livello. Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine a partire dal 2 Febbraio p.v. e per ogni successivo Martedì dalle 14.30 alle 16.30. A tal fine, i Colleghi interessati potranno prenotarsi presso la segreteria dell’Ordine attraverso le seguenti modalità: Telefonando al numero 081 551 0648; 2. Inviare un fax al numero 081 552 0961 PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1282 ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI” e “UNA VISITA PER TUTTI” I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine. Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal progetto “Un Farmaco per Tutti” ma anche forme di attività assistenziali, il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.). Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tutti”, insieme al progetto “Un Farmaco per Tutti” andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale” che merita di essere considerato e supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche. PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1282 AVVISO le iscrizioni al corso sono ancora aperte.

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