Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno VII – Numero 1268 AVVISO Ordine 1. Progetto “Un farmaco per 2. tutti” e “Una Visita per tutti” Elezioni FOFI e ENPAF. Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Tumori: quello al seno piu' diffuso in famiglie con storia cancro 4. Melanoma: pembrolizumab riduce il rischio recidiva del 43 % 5. Quando il rimedio è peggio del male: cinque casi in cui l'antibiotico va evitato Prevenzione e Salute 6. uno starnuto in arrivo? lasciatelo esplodere 7. Perché fa male l’avampiede? Giovedì 18 Gennaio 2018 – S. Prisca Proverbio di oggi……… Pure 'ndurata, a cajola pe' l'auciello, è sempe 'nu carcere La scomparsa di FERDINANDO FOGLIA, Presidente Ordine dei Farmacisti della Provincia di CASERTA Da più di 40 anni al servizio della Categoria. Sì è spento ieri a 80 anni. È mancato Ferdinando Foglia, decano dell'ordine dei Farmacisti di Caserta, di cui era presidente dal 1988, ruolo riconfermato lo scorso ottobre per il suo undicesimo mandato. Componente del Comitato Centrale dal 2012 e, a seguito delle ultime procedure elettorali, del Collegio dei Revisori dei Conti della Federazione. Aveva 80 anni. La Categoria dei Farmacisti Napoletani Lo saluta con affetto ringraziandoLo per lo spirito e la dedizione avuto nel corso della sua Vita Professionale. TUMORI: QUELLO AL SENO PIU' DIFFUSO IN FAMIGLIE CON STORIA CANCRO Le donne il cui padre o fratello hanno o hanno avuto un tumore alla prostata sono più a rischio di sviluppare il cancro al seno. Questo probabilmente perchè le malattie sarebbero causate dallo stesso gene difettoso che si tramanda in famiglia. Almeno ne è convinto un gruppo di ricercatori della Wayne State University School of Medicine di Meteo Napoli Detroit, che hanno pubblicato uno studio Giovedì 18 Gennaio sull'argomento sulla rivista Cancer. I ricercatori hanno scoperto che ï‚· Nuvoloso  le donne i cui padri, fratelli o figli hanno avuto il cancro alla prostata, Minima: 7° C hanno il 14% di probabilità in più di ammalarsi di cancro al seno. Massima: 14 °C Il rischio è risultato molto più alto, circa dell'80%, se il cancro alla prostata ha Umidità: colpito, oltre al padre e al fratello, anche il figlio e se la loro madre o sorella ha Mattina = 51% sviluppato un tumore al seno. Questa sarebbe l'ulteriore prova che alcuni tipi di Pomeriggio = 47% cancro al seno e alla prostata sono causati da uno stesso gene ereditato. (Agi) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook – Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1268 PREVENZIONE E SALUTE UNO STARNUTO IN ARRIVO? LASCIATELO ESPLODERE Tappare naso e bocca per questioni di etichetta può avere conseguenze gravi (anche se estremamente rare): la pressione dell'aria in uscita può danneggiare gola e timpani. Etciù! Poche cose sono liberatorie come un fragoroso starnuto. Resistete alla tentazione di trattenerlo chiudendo la bocca o tappandovi le narici:  la pressione dell'aria in uscita potrebbe creare danni inaspettati. Lo ricorda un articolo pubblicato su BMJ Case Reports che descrive - meglio chiarirlo subito - una circostanza estremamente rara e inusuale. ESPLOSIONE TRATTENUTA. Un uomo inglese di 34 anni si è recato al pronto soccorso con il collo gonfio, dolore durante la deglutizione, la voce mutata e una sensazione di "scoppio" avvertita nell'atto di trattenere uno starnuto tappandosi il naso. I medici hanno trovato bolle d'aria nei tessuti della parte retrostante della gola e diagnosticato una parziale lacerazione della faringe, come risultato dell'eccessiva pressione dell'aria (che in uno starnuto può raggiungere i 160 km orari di velocità). L'uomo è stato trattato con antibiotici e intubato per facilitare la guarigione: una settimana più tardi, le bolle d'aria segno della lacerazione dei tessuti erano sparite. GLI ALTRI RISCHI. I medici dell'Ospedale di Leicester (UK) che hanno descritto il caso ricordano che starnutire in sordina per questioni di imbarazzo o educazione - tappandosi il naso e chiudendo la bocca - può avere conseguenze pericolose. Oltre alla rottura della faringe, già descritta in passato ma rara, possono verificarsi la lacerazione di un timpano (la sottile membrana situata al termine del condotto uditivo esterno) e persino un aneurisma (la dilatazione di un segmento vascolare con il rischio di una sua rottura). FUORI DI QUI! : Sono possibilità remote, ma ci sono. Una predisposizione del paziente, per esempio una certa sensibilità dei tessuti delle vie aeree superiori, può contribuire a episodi di questo tipo. Lasciare uscire uno starnuto è inoltre la cosa più giusta e naturale da fare: questo stimolo involontario e "violento", che comporta una temporanea ostruzione delle vie aeree e un'impennata del battito cardiaco, prima della "deflagrazione", serve a liberare le vie aeree da pulviscolo, virus, batteri, pollini e altri intrusi. Con l'accortezza di mettere un fazzoletto davanti al naso: il muco che starnutite può spingersi anche a 8 metri di distanza. (Salute, Focus) SI PUÃ’ STARNUTIRE CON GLI OCCHI APERTI? Se vi concentrate, potete provarci senza temere spiacevoli effetti collaterali. Ma se li chiudiamo c'è una ragione ben precisa... Vi sarà capitato di starnutire alla guida, e provare a tutti i costi a tenere gli occhi aperti, fissi sulla strada. Ci siete riusciti? Probabilmente no, eppure starnutire senza ammiccare è possibile, anche se molto difficile. Il fatto che con grande concentrazione ci si possa cimentare nell'impresa suggerisce che non si tratta di un riflesso automatico; serrare le palpebre avrebbe, in questi casi, un ruolo protettivo. TUTTO CHIUSO! Quando starnutiamo, espelliamo aria dai passaggi nasali alla velocità di 16 km all'ora, per difendere le vie respiratorie da particelle estranee. I centri cerebrali che controllano gli starnuti ordinano la contrazione di ogni muscolo, da quelli oculari all'esofago, allo sfintere anale. Probabilmente ammiccare evita che le particelle estranee possano finire negli occhi una volta espulse. NESSUN RISCHIO. In ogni caso, chi volesse provare a starnutire ad occhi aperti non deve preoccuparsi di vedersi schizzare i bulbi oculari fuori dalle orbite. La pressione rilasciata durante uno starnuto non è sufficiente a provocare un simile danno. Al massimo, lo sforzo può far esplodere qualche piccolo capillare oculare, come accade talvolta alle donne durante il parto. (Salute, Focus) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1268 SCIENZA E SALUTE MELANOMA: PEMBROLIZUMAB riduce il RISCHIO RECIDIVA del 43 % Uno studio coordinato dall’Organizzazione europea per la ricerca e la cura del cancro (Eortc) rivela che la somministrazione dopo resezione chirurgica è efficace nel ‘bloccare’ le neoplasie Chi ha vissuto l’incubo del tumore lo sa, il rischio di recidiva è una prospettiva spaventosa con la quale è difficile convivere ed è per questo motivo che riveste un’importanza fondamentale individuare farmaci che diminuiscano la ricorrenza delle neoplasie. Non stupisce dunque la soddisfazione di Msd e dell’Organizzazione europea per la ricerca e la cura del cancro (Eortc) nel rivelare i risultati positivi dello studio di fase 3 Eortc1325/Keynote-054:  l’anticorpo monoclonale PEMBROLIZUMAB, riduce del 43 per cento il rischio di recidiva dopo resezione chirurgica del tumore nei pazienti operati per un melanoma ad alto rischio stadio III. “Questo studio coordinato da Eortc è fondamentale – spiega la professoressa Paola Queirolo, responsabile del Disease management team(Dmt) melanoma e tumori cutanei all’ospedale policlinico San Martino di Genova – Sono stati coinvolti 1.019 pazienti, da luglio 2015 a novembre 2016. L’obiettivo era valutare il beneficio del trattamento immunoterapico con pembrolizumab dopo la chirurgia della lesione e dei linfonodi positivi, nei pazienti con melanoma in stadio III. Pembrolizumab è stato quindi somministrato a questi pazienti per un anno dopo la resezione chirurgica. Per la prima volta in 40 anni assistiamo a un dato importante sul beneficio della terapia adiuvante nel melanoma rispetto al placebo. Nell’ultimo quarantennio infatti l’unico farmaco approvato in questa popolazione di pazienti è stato l’interferone, che però offriva risultati solo in alcuni sottogruppi. Alla luce di questo studio cambierà certamente la pratica clinica in modo radicale. I dati sono infatti solidi, se consideriamo la distanza dalla fine del trattamento: il primo paziente è stato inserito nello studio due anni e mezzo fa. È importante che l’iter di approvazione sia veloce, perché potremo parlare di pazienti guariti grazie a una strategia terapeutica tempestiva nella fase adiuvante. Grazie all’immuno-oncologia una percentuale di pazienti con melanoma in fase metastatica guarisce. Oggi questo studio implica un’ulteriore svolta epocale, perché indica l’opportunità di anticipare la terapia immuno-oncologica, ins taurando il trattamento subito dopo la chirurgia senza attendere la ricaduta”. Nel 2017 sono state 14 mila le nuove diagnosi di melanoma, un tumore che si sviluppa nelle cellule che producono la melanina ed è il più pericoloso tra le neoplasie cutanee, essendo responsabile del 79% dei decessi per tali patologie. “Si è trattata di una proficua collaborazione tra Msd e Eortc e i risultati di questa analisi mostrano il grande potenziale di pembrolizumab nel prolungare, in maniera significativa, il tempo libero da recidiva in pazienti con melanoma ad alto rischio - ha affermato Roger Dansey, senior vice president and therapeutic area head, oncology late-stage development, Merck research laboratories – I dati mostrano il beneficio rilevante che pembrolizumab offre ai pazienti con melanoma. Ringraziamo i pazienti, i ricercatori e i nostri partner di Eortc per il fondamentale contributo a questo studio”. (Salute, Libero) FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA PAGINA 4 Anno VII – Numero 1268 SCIENZA E SALUTE QUANDO IL RIMEDIO È PEGGIO DEL MALE: CINQUE CASI IN CUI L'ANTIBIOTICO VA EVITATO Un breve vademecum realizzato dagli esperti della Infectious Diseases Society of America per affrontare nel modo giusto alcune malattie infettive Non tutte le malattie infettive vanno trattate con cure a base di antibiotici, e alcune meno di altre. Un breve vademecum messo a punto dagli esperti della Infectious Diseases Society of America indica cinque casi in cui la somministrazione di questo tipo di medicinali è vivamente sconsigliata. 1. Batteriuria asintomatica - Si tratta della presenza di batteri nelle urine senza sintomatologia urinaria come dolore o bruciore. Gli esperti americani sconsigliano l'assunzione di antibiotici in questo caso, dal momento che aumenterebbe il rischio di infezione da Clostridium difficile e lo sviluppo di batteri resistenti ai farmaci. 2. Infezioni del tratto respiratorio superiore - "Queste infezioni sono in genere di origine virale e pertanto gli antibatterici sono inefficaci, inappropriati e potenzialmente pericolosi", spiegano gli infettivologi americani. La stessa indicazione non vale però per le infezioni che colpiscono le stesse zone come lo streptococco di gruppo A e la pertosse, che invece vanno trattate con farmaci antibiotici. 3. Dermatite da stasi agli arti inferiori - Secondo i medici americani la soluzione più efficace è basata sull'elevazione degli arti colpiti e sulla compressione. "In questi casi gli antibiotici non migliorano i tassi di guarigione e potrebbero portare al ricovero ospedaliero aumentando i rischi per la salute del paziente". 4. Infezione da Clostridium difficile - Si tratta di un batterio pericoloso che può provocare crampi addominali e malattie tra cui la colite pseudomembranosa. Un uso regolare di antibiotici potrebbe distruggere anche quei batteri "buoni" che tengono "confinato" il Clostridium impedendogli di infettare l'organismo. Il sintomo discriminante che indica che l'infezione va trattata è la presenza di diarrea. Nel caso di feci formate, invece, è praticamente inutile procedere al test e alla cura farmacologica. 5. Endocardite infettiva - La cura a base di antibiotici è totalmente sconsigliata nei pazienti colpiti da prolasso della valvola mitralica, in quanto il rischio di complicanze cardiovascolari supererebbe gli eventuali benefici. (Salute, Tgcom24) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1268 PREVENZIONE E SALUTE PERCHÉ FA MALE L’AVAMPIEDE? Può essere colpa di un sovraccarico sulle ossa della pianta chiamate metatarsi Se avvertire la sensazione di avere un sasso sotto la pianta del piede, fareste bene a non sottovalutarla, perché al fastidio può aggiungersi il dolore e con il tempo anche altre alterazioni. «Il dolore sotto l’avampiede, o meglio metatarsalgia , è un disturbo comune che può avere molteplici cause, ma che nella maggior parte dei casi è conseguenza di un eccessivo carico. In pratica, il peso non è più distribuito, come dovrebbe, in modo uniforme su tutti e cinque i metatarsi (le ossa della pianta del piede), ma quasi esclusivamente sui tre centrali, non strutturati per sopportare il sovraccarico. Ecco perché spesso si parla di abbassamento o caduta dei metatarsi» premette Angelo Chessa, resp. dell’Unità di chirurgia del piede dell’Ospedale San Paolo di Milano. Fattori che possono favorire il disturbo? «Nei giovani la causa più frequente di sovraccarico sull’avampiede con conseguente dolore è l’intensa attività fisica, soprattutto qualora si pratichino sport in cui c’è un impatto continuo dei piedi con il terreno, come corsa, calcio o pallacanestro, a volte con la complicità di scarpe non adatte per il tipo di attività. Sempre in tema di calzature, le donne farebbero bene a non esagerare con tacchi molto alti e scarpe a punta che aumentano il carico sulla parte anteriore del piede. Non a caso la metatarsalgia mostra una netta predilezione per il sesso femminile. Va comunque detto che spesso tutto parte da deformità dei piedi congenite o acquisite, come piede piatto, piede cavo, alluce valgo». Come si presenta il dolore? «Oltre alla tipica sensazione di avere un sasso sotto al piede, si avverte un dolore, più o meno intenso, nella parte anteriore del piede che aumenta dopo essere stati a lungo in piedi o aver camminato. Di solito questo tipo di dolore non trae grande giovamento dall’uso di antidolorifici e questo è uno dei motivi che induce il paziente a rivolgersi a uno specialista» Possono esserci altri disturbi? «Al dolore si può aggiungere, con il passare del tempo, la formazione di un ispessimento della cute sotto la pianta (ipercheratosi) che, anche se rimossa, tende nuovamente a comparire. Se non si interviene, il continuo sovraccarico può poi favorire lo sviluppo di dita a martello. Nella maggior parte dei casi questa deformità interessa secondo, terzo e/o quarto dito che assumono un aspetto curvo». Quali sono gli esami utili? «Il primo esame per capire a che cosa è dovuta la metatarsalgia è l’esecuzione di una radiografia del piede sotto carico, quindi stando in piedi. A questo esame, se lo specialista lo ritiene opportuno, si possono far seguire l’analisi del passo computerizzata e la baropodometria, che rileva le pressioni esercitate dal piede, fermo o in movimento, punto per punto. Esami più impegnativi come risonanza magnetica o Tac vengono riservati a casi selezionati». Che cosa si può fare? «Se la metatarsalgia è insorta da poco, si opta per un approccio conservativo: riposo, eventuali impacchi con ghiaccio, farmaci antidolorifici al bisogno (che, però, non sempre hanno gli effetti desiderati), specifici plantari per ridurre il sovraccarico sull’avampiede. Utile dimagrire se si è in forte sovrappeso e limitare l’uso di scarpe con tacco molto alto. Ma nessuno di questi provvedimenti può far regredire, se si è già instaurata, l’eventuale patologia, per esempio l’alluce valgo, che ha dato origine al dolore. Ecco perché in presenza di importanti deformità del piede l’unica strategia risolutiva è spesso quella chirurgica». (Salute, Corriere) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1268 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca Elezioni FOFI: conferma per Mandelli, D’Ambrosio Lettieri, Pace e Giaccone. Ecco la squadra Si cono concluse ieri le elezioni per il rinnovo del Comitato centrale della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani. Sì a un nuovo mandato per presidente, vice presidente, segretario e tesoriere. Ecco tutti i nomi del nuovo Comitato centrale e del Collegio dei Revisiori. Si sono concluse domenica le elezioni per il rinnovo del Comitato centrale della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. La consultazione, che ha registrato una partecipazione del 99%, ha confermato per il prossimo triennio, la compagine uscente che vede il senatore Andrea Mandelli presidente, il Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri vicepresidente, Maurizio Pace segretario e Mario Giaccone tesoriere. “In una fase delicata come quella attuale - ha dichiarato Mandelli - nella quale si prospetta un profondo mutamento dello scenario in cui operano, a tutti i livelli, i farmacisti italiani, questa compattezza della professione è fondamentale per proseguire nell’opera di innovazione che abbiamo condotto, a tutela dei professionisti ma soprattutto a tutela del cittadino e della qualità delle cure”. Per D’Ambrosio Lettieri, “la professione farmaceutica ha un ruolo di rilievo, tra l’altro, nella sfida per garantire la sostenibilità del servizio sanitario, che vede nella presenza capillare delle farmacie di comunità e nelle competenze professionali del farmacista un prezioso patrimonio per garantire una l’universalità, l’efficacia e l’equilibrio economico dell’assistenza”. “Aver creato le condizioni perché il farmacista possa svolgere un ruolo sempre più centrale nel sistema salute richiede un impegno sempre maggiore anche sul fronte della formazione e dell’aggiornamento, e della salvaguardia dei livelli occupazionali”, ha commentato Pace. “L’efficacia del lavoro svolto trova conferma in questo risultato elettorale. La professione si sente realmente rappresentata dal dinamismo e dalla capacità di proposta della dirigenza pronta a continuare, pur con il necessario ricambio generazionale, nel programma seguito finora”, ha dichiarato Giaccone. Gli altri componenti del Comitato Centrale della FOFI sono: Andrea Carmagnini; Vitaliano Corapi; Luciano Diomedi; Giovanni Gerosa; Maximin Liebl; Paolo Manfredi; Roberto Pennacchio; Gianfranco Picciau; Giovanni Zorgno Al Collegio de Revisori dei Conti sono stati eletti: Florindo Cracco; Antonino D’Alessandro; Andrea Giacomelli; Ferdinando Foglia (Supplente) ENPAF: SANTAGADA entra a far parte del Nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Ente La prossima settimana convocato il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’ENPAF. PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1268 ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI” e “UNA VISITA PER TUTTI” I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine. Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal progetto “Un Farmaco per Tutti” ma anche forme di attività assistenziali, il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.). Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tutti”, insieme al progetto “Un Farmaco per Tutti” andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale” che merita di essere considerato e supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche. PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1268 PAGINA 9 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1268

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