Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno VII – Numero 1264 AVVISO Ordine 1. Progetto “Un farmaco per 2. tutti” e “Una Visita per tutti” Riduzione utilizzo borse di plastica in materiale leggero. Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Uno Spray Nasale contro il gioco d'azzardo 4. Lenti a contatto, perché toglierle sempre prima di andare a dormire? 5. Bruciore e tosse: quando gli acidi risalgono dallo stomaco Venerdì 12 Gennaio 2018 – S. Modesto Proverbio di oggi……… O barbiere te fa bello, 'o vino te fa guappo e 'a femmena te fa fesso Uno Spray Nasale contro il gioco d'azzardo Una sostanza già usata per trattare le dipendenze da oppiacei sarà testata sui giocatori incalliti in uno studio finlandese: il tipo di somministrazione permette di arrivare al cervello in pochi minuti. Uno spray nasale per curare la dipendenza da gioco... suona un po' semplicistico, ma un gruppo di ricercatori finlandesi ha deciso di sperimentare anche questo approccio contro il disturbo, particolarmente sentito nel Paese. Lo spray è a base di NALOXONE, un farmaco già usato per trattare le dipendenze da oppiacei come eroina e morfina. Agisce Prevenzione e Salute bloccando la trasmissione di dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nel 6. L’ibuprofene può danneggiare la fertilità circuito del piacere, che ha un ruolo chiave nei meccanismi che originano le dipendenze. maschile? 7. Tosse, bronchiti e DRITTO ALL'OBIETTIVO. Somministrato per via nasale, arriva al cervello in raffreddori: dieci regole per prevenirli negli under 6 (e pochi minuti: gli scienziati del Finland's National Institute for Health and Welfare non solo) (THL) sperano pertanto che possa contrastare tempestivamente l'impulso a giocare, non appena si manifesta. I ricercatori stanno ora cercando 130 volontari che prendano parte alla sperimentazione, che dovrebbe iniziare questo mese e durare tre mesi. Metà del gruppo riceverà naloxone, l'altra metà un placebo, in quella che è già considerata la prima sperimentazione al mondo di uno spray contro la Meteo Napoli dipendenza da gioco d'azzardo. Venerdì 12 Gennaio UNA BUONA BASE. Precedenti test del naloxone in pillola su pazienti con ï‚· Nuvoloso questo disturbo avevano dato qualche risultato positivo, ma in generale si era Minima: 7° C rivelato poco efficace perché i primi effetti del farmaco si avvertivano dopo circa Massima: 14 °C un'ora - a giochi fatti, verrebbe da dire. Nel 2015 la FDA americana ha dato il Umidità: via libera al naloxone spray per trattare le dipendenze da oppiacei: Mattina = 52% se funzionerà contro quella da gioco, l'idea è di testarlo per frenare altri impulsi Pomeriggio = 46% dannosi se portati all'eccesso, come quello per l'alcol. (Salute, Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook – Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1264 PREVENZIONE E SALUTE L’IBUPROFENE può DANNEGGIARE la FERTILITÀ MASCHILE? L’ipotesi da una ricerca su 30 volontari: il farmaco potrebbe alterare la produzione di ormoni nel testicolo. Gli esperti però tranquillizzano: usate dosi alte, poco comuni anche nel fai da te, e per tempi lunghi rispetto alle terapie consuete A prima vista il dato preoccupa: l’Ibuprofene, principio attivo di molti antinfiammatori da banco, provocherebbe il cosiddetto ipogonadismo compensato nell’uomo, una condizione comune da anziani che si associa a un calo della fertilità e altri disturbi. Lo sostiene uno studio pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, secondo cui il problema si verificherebbe in uomini giovani in terapia con ibuprofene. Gli esperti però invitano alla cautela:  servono conferme, in più la “terapia” testata ha previsto dosi più alte e tempi più lunghi rispetto al consueto. Numerosi test Lo studio ha coinvolto soltanto 31 volontari sani a cui è stato dato un placebo oppure ibuprofene al dosaggio di 600 milligrammi per due volte al giorno, per sei settimane; al termine sono stati eseguiti test ormonali sul sangue. Nel frattempo sono stati anche condotti esami su tessuto di testicolo prelevato da pazienti con tumore alla prostata, non trattati in precedenza con ormoni: il tessuto, esposto o meno a dosaggi diversi di ibuprofene, è stato poi analizzato per capire se e come cambiasse l’espressione di alcuni geni e la produzione di ormoni. Infine, test dello stesso genere sono stati condotti anche su una linea cellulare umana in coltura. I risultati indicano che  l’antinfiammatorio altera l’equilibrio ormonale maschile, portando a un incremento di ormone luiteinizzante (LH, quello che nell’uomo stimola il testicolo a produrre testosterone)  e un calo nel rapporto fra testosterone e LH, a indicare appunto uno stato di ipogonadismo compensato: in questa condizione, abbastanza comune nella terza età, il testosterone resta a livelli quasi normali ma pian piano la funzione testicolare si riduce e possono comparire problemi di fertilità. Dati preliminari, serve prudenza I dati emersi dalle analisi sui testicoli isolati e le cellule confermano che l’ibuprofene alla lunga può provocare alterazioni nella produzione di testosterone, attraverso una repressione selettiva dell’espressione di alcuni geni che porterebbe allo squilibrio ormonale, con l’incremento di LH e l’ipogonadismo compensato. La correlazione è emersa ora per la prima volta e secondo gli autori è degna di nota visto il continuo aumento della frequenza di infertilità maschile. Pierangelo Geppetti, farmacologo e dir. del Dip. di Scienze della Salute dell’univ. di Firenze, sottolinea però che preoccuparsi è prematuro: «Lo studio su volontari è piccolo e quindi dovrà essere replicato, ma soprattutto dosi e tempi di somministrazione dell’ibuprofene non sono molto “realistici”: il dosaggio giornaliero di 1200 mg è alto e difficilmente lo si raggiunge, in più è poco probabile che una terapia simile sia seguita per oltre un mese. Si tratta di prendere sei volte al giorno una pastiglia di antidolorifico, visto che nelle più comuni formulazioni da banco questi prodotti contengono 200 mg di ibuprofene: un abuso di terapia che riscontriamo di rado, in genere in pazienti emicranici e più spesso nelle donne. È opportuno indagare ancora, quindi, ma con un utilizzo ragionevole non si dovrebbero correre rischi». (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1264 PREVENZIONE E SALUTE TOSSE, BRONCHITI e RAFFREDDORI: dieci regole per prevenirli negli under 6 (e non solo) In autunno e inverno è difficile scampare tosse, raffreddore e simili: chi ha figli sotto i sei anni lo sa bene e ora anche gli specialisti della Società Italiana di Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) lo conferma, sottolineando che il 30 % dei bimbi in età prescolare è colpito da infezioni respiratorie. Polmoniti, bronchiti, faringiti, laringiti o tracheiti, ma anche la bronchiolite di origine virale, che attacca le piccole vie aeree fino ad ostruirle ed è la principale causa di ricovero nel primo anno di vita Lavare le mani Lavarsi sempre bene le mani prima di toccare un bimbo: questo vale soprattutto per i fratellini perché, nella maggioranza dei casi, sono loro a trasmettere i virus e altri agenti patogeni. Attenti a chi c'è vicino Se il bimbo ha meno di sei mesi non lasciarlo mai nella stessa stanza con chi soffre di raffreddore o influenza. No agli «scambi» Evitare il più possibile che il bambino scambi con altri gli oggetti che possono trasferire germi (per esempio cucchiai, tazze, cuscini o coperte). Fazzoletti Utilizzare preferibilmente fazzolettini di carta monouso, che poi devono sempre essere buttati nella spazzatura. No al fumo Non fumare in casa e più in generale evitare l’esposizione dei giovanissimi al fumo passivo. Occhio allo Smog Non portare il neonato in strade molto trafficate. Se si abita vicino a zone ad alta densità di traffico è preferibile arieggiare la casa nelle ore più tranquille, al mattino presto per esempio. Pochi profumi Mantenere una buona igiene domestica senza però utilizzare eccessivamente spray o deodoranti. Aumentano il rischio di inquinamento indoor. Il vaccino Vaccinare sempre il neonato: grazie all’antinfluenzale è possibile ridurre il rischio d’infezioni. Se i sintomi non passano Rivolgersi tempestivamente a un pediatra: se i sintomi respiratori persistono è meglio non perdere tempo. No al fai da te Seguire sempre e solo i consigli del proprio medico, no ai rimedi “fai da te”. (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1264 SCIENZA E SALUTE LENTI A CONTATTO, perché TOGLIERLE SEMPRE PRIMA di ANDARE a DORMIRE? Dimenticarsi di togliere le lenti a contatto prima di andare a dormire è la cattiva abitudine più comune tra chi le usa. Ad affermarlo, uno studio recente condotto dai ricercatori americani del Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Secondo i ricercatori, dormire con le lenti a contatto non provoca solo il fastidio mattutino di doversi togliere le lenti appiccicate agli occhi, ma è anche :  un fattore di rischio per infezioni e irritazioni alla cornea, la parte trasparente dell’occhio posta davanti a pupilla e iride. La probabilità di sviluppare questi disturbi è molto alta. Cosa accade agli occhi in caso di infezione da lenti a contatto? Lo studio americano dichiara che ben il 90% degli intervistati è stato colpito da infezioni o irritazioni dovute ad un uso sbagliato delle lenti. «Il rischio di infezioni da lenti a contatto e di ulcere anche con gravi conseguenze è tutt’altro che basso – dice il prof. Paolo Vinciguerra, dir. del Centro Oculistico di Humanitas. – Ne è una prova il cospicuo numero di trapianti e di trattamenti laser alternativi al trapianto che si eseguono come conseguenza di questo tipo di infezioni». Inoltre, anche se ci sono lenti a contatto speciali che possono essere tenute anche di notte, gli esperti raccomandano di toglierle comunque, perché la cornea ha bisogno di respirare e ossigenarsi. Anche nuotare con le lenti e non sostituirle giorno per giorno, nel caso delle lenti usa e getta, sono abitudini che possono aumentare il rischio di disturbi, anche seri, agli occhi. Cosa fare ai primi sintomi? Riduzione della vista, arrossamento degli occhi, lacrimazione e, infine, anche pus sono i sintomi con cui si manifesta l’infezione agli occhi. «Ai primi sintomi di fastidio agli occhi, togliere le lenti – dice l’esperto. – Se i sintomi continuano anche dopo aver tolto le lenti, è necessario consultare un oculista. Alla visita è importante ricordarsi di portare con sé le lenti tolte, conservandole in un apposito contenitore, in modo che possano essere analizzarle per vedere se è la stessa lente che favorisce la proliferazione dei batteri che causano l’infezione.» Prevenzione, 5 consigli per un uso sicuro delle lenti a contatto Chi preferisce l’uso delle lenti agli occhiali, oppure osa le lenti a contatto anche solo saltuariamente, può evitare il rischio di infezioni agli occhi seguendo alcuni accorgimenti: 1. Lavare sempre le mani con sapone prima di maneggiare le lenti 2. Usare solo la soluzione apposita per lavare e sciacquare le lenti; evitare di lavarle con l’acqua di rubinetto perché contiene un battere che causa infezione 3. Nel lavare le lenti, strofinarle delicatamente per rimuovere i batteri e eventuali residui (anche se la confezione lo sconsiglia) 4. Sostituire il contenitore delle lenti ogni 3-4 mesi oppure svuotarlo ogni giorno, lavarlo accuratamente, lasciarlo asciugare capovolto e poi riempirlo di nuovo di liquido aiuta ad evitare la proliferazione di batteri 5. Cambiare ogni giorno il liquido in cui sono immerse le lenti, e non rabboccarlo. 6. Non usare le lenti giornaliere per più giorni. (Salute, Humanitas) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1264 SCIENZA E SALUTE BRUCIORE E TOSSE: QUANDO GLI ACIDI RISALGONO DALLO STOMACO Oltre un terzo degli italiani soffre di reflusso gastroesofageo almeno una volta al mese. L'esperto Roberto Penagini, spiega come affrontarlo. Il reflusso gastroesofageo è un disturbo molto frequente nella popolazione e anche molto fastidioso. Roberto Penagini, professore associato di Gastroenterologia e responsabile del servizio di endoscopia digestiva all'Ospedale Maggiore Policlinico di Milano) spiega come affrontarlo con terapie mirate ma anche facendo attenzione allo stile di vita. La malattia da reflusso gastroesofageo (Mrge) è un problema diffuso. Oltre un terzo degli italiani ne soffre almeno una volta al mese. Il disturbo si ha quando gli acidi dallo stomaco risalgono lungo l’esofago, bagnando, infiammando e corrodendo alla lunga le sue pareti. SINTOMI - Bruciore di stomaco o dietro lo sterno, acidità, rigurgito, senso di digestione lenta e faticosa, sono i sintomi tipici del reflusso gastrico esofageo. Quelli atipici, che si manifestano nel 15% dei pazienti, sono tosse stizzosa, sensazione di un corpo estraneo in gola, difficoltà a deglutire, eruttazioni, dolore al petto, disfonia e raucedine. CAUSE- All’origine sembra esserci un difetto nel funzionamento del cardias, la valvola che separa l’esofago dallo stomaco. Spesso è provocato dalla presenza di un’ernia iatale, ossia la risalita verso il torace di parte dello stomaco attraverso lo iato (quel forame del diaframma attraverso cui l’esofago si unisce allo stomaco). DIAGNOSI- All’endoscopia, in grado di accertare solo i casi di malattia erosiva (più rara), si preferisce un test che prevede la somministrazione per due settimane di farmaci specifici, gli inibitori della pompa protonica: se i sintomi scompaiono la diagnosi è confermata. Altri esami diagnostici a disposizione sono, la pH impedenzometria, la manometria esofagea e l’esofagogastroduodenoscopia. Quest’ultimo esame consiste in una sonda munita di telecamera che, inserita dalla bocca, consente al medico di guardare all’interno di esofago, stomaco e duodeno, rilevando l’eventuale presenza di lesioni dovute all’acido. STILI DI VITA- Uno stile di vita corretto è in grado di ridurre la sintomatologia nel 20-30% dei casi. Il primo consiglio è di non sovraccaricare lo stomaco. Dunque l’ideale è fare cinque pasti al giorno, con due spuntini frapposti tra colazione, pranzo e cena, per evitare il consumo di porzioni abbondanti, cercando di mangiare lentamente, masticando molto i cibi. Da ridurre gli alimenti che possono peggiorare il reflusso gastroesofageo, come gli agrumi, i pomodori, i latticini, il cioccolato, gli alcolici, il tè e il caffè. Bisogna poi evitare subito dopo i pasti:  di mettersi a dormire;  di eseguire sforzi fisici;  di indossare vestiti e cinture troppo stretti. È consigliabile invece dormire con la testata del letto rialzata (nei casi indicati dal medico). TERAPIE- Nella grande maggioranza dei casi si ottengono buoni risultati con gli inibitori della pompa protonica, che riducono la quantità di acido nello stomaco, e vanno in genere assunti per lunghi periodi, stabiliti dal medico. Nei rarissimi casi di mancata risposta ai farmaci, si rimodella la giunzione gastroesofagea con un intervento per l’ernia iatale. (Ok, Salute e Benessere) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca Anno VII – Numero 1264 PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1264 ORDINE: Progetto “Un FARMACO per TUTTI” e “UNA VISITA PER TUTTI” I progetti hanno come obiettivo quello di contrastare la povertà sanitaria sia mediante l’utilizzo di farmaci e di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende Farmaceutiche, nonché di organizzare visite specialistiche gratuite attraverso il camper della salute dell’Ordine. Al fine di favorire la prevenzione sul territorio, nonché di contribuire ad assicurare ai cittadini in difficoltà non solo i farmaci provenienti dal progetto “Un Farmaco per Tutti” ma anche forme di attività assistenziali, il Consiglio dell’Ordine ha deliberato di acquistare un CAMPER della SALUTE, da utilizzare sul territorio per pianificare in modo capillare, ed in collaborazione con medici specialisti e volontari, laddove siano richiesti nuove forme assistenziali e di prevenzione (Visite mediche specialistiche, Autoanalisi etc.). Tale iniziativa, denominata, “Una Visita per Tutti”, insieme al progetto “Un Farmaco per Tutti” andrebbe a costituire una sorta di “Servizio Sanitario Solidale” che merita di essere considerato e supportato in modo sistemico dal Nostro Ordine e da altre Istituzioni pubbliche. PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1264 PAGINA 9 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VII – Numero 1264

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