Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno VI – Numero 1232 Giovedì 23 Novembre 2017 – S. Clemente AVVISO Proverbio di oggi……… Ordine 1. Ordine: Pharmexpo 2017 2. Caduceo d’Oro 2017 e Pur' 'e pùlice tènono 'a tosse. Anche le pulci hanno la tosse Giuramento di Galeno 3. Vigilanza degli ordini sul corretto esercizio professione della Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. Tumore ovari quali sono i fattori di rischio? 5. quanti batteri vivono nel nostro ombelico? Prevenzione e Salute 6. chemioterapia e capelli che cadono: cosa si può fare? 7. Tutte le insidie degli antiacidi per lo stomaco TUMORE OVARICO, QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO? In un caso su tre di tumore maligno all’apparato genitale femminile la diagnosi è di tumore ovarico. Questa neoplasia rappresenta il 3% dei tumori femminili e la sua incidenza è lievemente maggiore dopo la menopausa. Ma quali sono i suoi fattori di rischio?. Tra i fattori di rischio non modificabili c’è la familiarità. Si stima che in circa un caso su dieci il tumore sia associato a un’alterazione a carico dei geni BRCA1 e BRCA2, correlati con lo sviluppo di tumori ovarico e mammario, che può tramandarsi di generazione in generazione. Una diagnosi di tumore ovarico in famiglia fa dunque aumentare il rischio di questa neoplasia nelle consanguinee rispetto alla popolazione generale. «In questo caso – è quindi importante il consulto genetico per una corretta valutazione del rischio di sviluppare tumore ovarico e mammario e per impostare un’adeguata prevenzione e un percorso diagnostico». GRAVIDANZA E STILE DI VITA Meteo Napoli Giovedì 23 Novembre ï‚· Nuvoloso Minima: 11° C Massima: 17 °C Umidità: Mattina = 56% Pomeriggio = 57% Gli altri fattori di rischio riguardano da vicino la vita riproduttiva della donna. Sono meno esposte al rischio di insorgenza di un tumore ovarico le donne che abbiano avuto più figli – una riduzione che viene stimata intorno al 30% – e le donne che abbiano fatto ricorso per lunghi periodi alla contraccezione ormonale orale. Con riferimento all’uscita dal periodo fertile, le donne che in menopausa abbiano seguito una terapia ormonale sostitutiva per almeno 10 anni presentano invece un maggior rischio di tumore. Se si considerano infine gli stili di vita, tra i fattori associati a maggiori probabilità di sviluppare un tumore all’ovaio ci sono l’abuso di alcol, l’obesità e aver seguito una dieta ad alto contenuto di grassi; «la sospensione dal fumo di sigaretta ha, in generale, una correlazione con la riduzione del rischio di recidiva di malattia». (Salute, Humanitas) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1232 PREVENZIONE E SALUTE CHEMIOTERAPIA E CAPELLI CHE CADONO: COSA SI PUÃ’ FARE? È il primo pensiero che le donne, ma non solo, hanno subito dopo la fatidica frase: «Dovrà fare un ciclo di chemioterapia». Una volta superato lo choc e la paura di morire a causa del tumore, il disagio per la perdita dei capelli è un grande trauma per tutti i pazienti. Il 75 % dei malati oncologici cita l’alopecia tra i più temuti effetti collaterali delle terapie, tanto che per questo motivo un 10% di loro valuta persino l’opzione di rifiutare il trattamento anticancro. Ecco tutto quello che c’è da sapere e che si può fare. QUALI SONO I FARMACI CHE FANNO CADERE I CAPELLI? I chemioterapici che più frequentemente causano alopecia sono:  le ANTRACICLINE (come doxorubicina, epirubicin),  gli Antagonisti dei Microtubuli (paclitaxel, docetaxel)  gli AGENTI ALCHILANTI (ciclofosfamide, ifosfamide, etoposide). «La caduta dei capelli è un effetto collaterale molto comune in corso di chemioterapia -, ma non tutti i farmaci citotossici causano l’alopecia, che a volte può essere talmente lieve da essere quasi irriconoscibile. In altri casi può verificarsi invece un’alopecia temporanea, parziale o totale. In altri casi ancora può succedere che si verifichino fenomeni quali caduta delle sopracciglia, delle ciglia, dei peli che ricoprono il pube e tutto il resto del corpo». È importate non sottovalutare questo aspetto nei pazienti, perché la perdita dei capelli ha sicuramente un notevole impatto negativo sulla loro qualità di vita, specie nelle donne. Influisce negativamente nei rapporti sociali, nelle relazioni personali e può anche determinare l’insorgenza di depressione. PER QUALI TUMORI SONO UTILIZZATI? Si calcola che circa il 65% dei pazienti con un tumore sviluppi alopecia durante o dopo la chemioterapia. Si tratta soprattutto di persone che soffrono di una neoplasia a colon, seno, ovaio e polmone, nella terapia dei quali vengono appunto impiegati i farmaci chemioterapici che hanno un’azione anche sui follicoli di peli e capelli. «L’impatto negativo di questo effetto collaterale si evidenzia ancor di più se consideriamo che tra l’8 e il 10% dei pazienti rifiuta di sottoporsi alla chemioterapia proprio per timore di perdere i capelli. Proprio per questo è fondamentale informare i pazienti oncologici che è possibile attuare delle terapie per curare l’alopecia nel momento in cui si manifesta e che ci sono strategie per prevenirla». SI PUÃ’ PREVENIRE L’ALOPECIA DA CHEMIOTERAPIA? Attualmente non esistono farmaci in grado di prevenire con certezza la caduta dei capelli, anche se sono in fase di sperimentazione preclinica alcune soluzioni farmacologiche. «Sulla base di una visita dermatologica, poi, si può strutturare una terapia proattiva e preventiva in base al tipo di alopecia a cui i pazienti andranno incontro. Ai pazienti con alopecia da chemioterapici che afferiscono agli ambulatori de Il Corpo Ritrovato viene prescritto un protocollo terapeutico personalizzato, che consiste nell’applicazione di topici (per es. il minoxidil 2%), associati all’assunzione di integratori contenenti antiossidanti, aminoacidi solforati e altri principi attivi capaci di ripristinare la fisiologia del capello che possono essere utili per contrastare l’effetto tossico della chemioterapia e abbreviare i tempi di ricrescita. Accanto alla terapia medica, ad ogni paziente vengono forniti dei consigli sulla cura quotidiana dei capelli, i prodotti meno aggressivi per lavarli e prendersene. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1232 LA CUFFIA RAFFREDDANTE: COS’È E COME FUNZIONA? Attualmente, uno dei più semplici per prevenire la perdita dei capelli nei pazienti oncologici è l’utilizzo di una termo cuffia (comunemente detta casco di ghiaccio). «Il principio su cui si basa il suo utilizzo è la vasocostrizione indotta dall’ipotermia, che riduce il flusso di sangue ai follicoli dei capelli, con conseguente riduzione della concentrazione di chemioterapico al cuoio capelluto - spiega Gabriella Fabbrocini, docente di Dermatologia clinica, allergologica e venereologica dell'Università Federico II di Napoli. Tuttavia va ricordato che il “casco di ghiaccio” è efficace solo per alcuni tipi di cancro, in particolare i tumori solidi, e alcuni tipi di farmaci». In genere, più si indossa la cuffia meglio è, ma un limite alla sua diffusione sono gli effetti collaterali (cefalea, sensazione di freddo, disagio) che spesso provocano l’interruzione del trattamento preventivo. IL CASCO «SCALP COOLER»: COS’È E COME FUNZIONA? Ora è disponibile anche una nuova cuffia ipotermica (o scalp cooler), che risulta meglio tollerata. «Per prevenire l’alopecia da chemioterapici è possibile ricorrere anche all’utilizzo dello scalp cooling - prosegue Fabbrocini -. È una cuffia a temperatura molto bassa (tra -18 e -25 gradi) che va posizionata sul capo prima, durante e dopo la seduta di chemioterapia. Uno degli effetti collaterali maggiormente temuto, come conseguenza dell’utilizzo di tale dispositivo, è l’aumento del rischio di metastasi al cuoio capelluto, causate dalla ridotta concentrazione di chemioterapico in questa sede. L’uso va quindi valutato caso per caso. Per alcuni pazienti inoltre può essere fastidioso o insopportabile» Dove trovare la cuffia raffreddante? «Lo scalp cooling in alcuni studi clinici ha dimostrato di ridurre l’impatto della perdita di capelli del 30-40%, mentre in una ricerca italiana condotta a Carpi il 56% delle pazienti arruolate per la ricerca ha completato il trattamento con un grado di alopecia zero o molto basso, quindi senza perdita della chioma o comunque molto lieve (a fronte di un numero medio di 5,4 sedute). Ne esistono diversi modelli e in Italia le aziende che la distribuiscono sono principalmente due:  le cuffie sono presenti nelle strutture ospedaliere che le acquistano per i pazienti. L’uso della cuffia per i nostri malati è gratuito durante il trattamento, mentre negli Stati Uniti è a pagamento». QUANDO I CAPELLI INIZIANO A CADERE, CHE FARE? La caduta inizia generalmente giorni o settimane dopo l’inizio della chemioterapia, mentre la ricrescita avviene 3-6 mesi dopo la fine dei trattamenti. «Tagliarli è sicuramente un modo per non assistere alla caduta massiva - dicono le esperte -, quindi è un passaggio consigliabile soprattutto da un punto di vista psicologico. Inoltre, il cuoio capelluto rasato permette maggior assorbimento delle lozioni restitutive. L’uso di uno shampoo cosmeticamente valido è, infatti, sempre importante: meglio usare basi lavanti delicate (tensioattivi scarsi o nulli, sempre a base vegetale), non aggressive, senza derivati del petrolio (petrolati) e siliconi che tendono ad occludere. Specie se si indossa la parrucca, si sente il bisogno di un lavaggio frequente, che non è affatto controindicato se si usano i prodotti giusti». PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1232 LA PARRUCCA È UN DIRITTO? Purtroppo il rimborso della parrucca non è previsto dal Servizio Sanitario Nazionale e quelle di buona fattura sono molto costose. Alcune Regioni stanziano però fondi a parziale o totale contributo per l'acquisto della parrucca (per maggiori informazioni consultare il sito dell’associazione Aimac). Emma Bonino, che ha serenamente raccontato la sua esperienza di malata oncologica, ha optato per il turbante, ma la maggior parte delle donne fatica a vedersi senza capelli. Esistono però associazioni di pazienti che hanno realizzato uno scambio di parrucche quando non servono più (si può cercare online oppure chiedere al personale medico, infermieristico e alle associazioni di volontari spesso presenti negli ospedali). QUANDO RICRESCERANNO I MIEI CAPELLI? A seconda del tipo di tumore e quindi della terapia effettuata, la ripresa del ciclo vitale del capello varia: generalmente, a 3-6 mesi massimo la ricrescita è compiuta. «Se sono stati utilizzati topici e integratori allo scopo di limitare al massimo lo stress sul follicolo e se, dove possibile, si è effettuata una terapia preventiva, i tempi si accorciano sicuramente - concludono le esperte -. Spesso si osservano nella ricrescita alcuni cambiamenti, talvolta sostanziali come capelli più bianchi o il contrario rispetto a prima, capelli diversi (da ricci a lisci e viceversa). Comunque, in linea di massima, i capelli ricrescono bene e più forti di prima. Solo in casi estremamente rari, dopo l’uso di alcuni farmaci (taxani utilizzati nella cura del cancro al seno) l’alopecia può essere irreversibile». (Salute, Corriere) PREVENZIONE E SALUTE QUANTI BATTERI VIVONO NEL NOSTRO OMBELICO? Più di quanto potresti immaginarti. In media, nei nostri ombelichi vivono più di 1.400 specie di batteri, di cui 662 sconosciute, stando ai calcoli di Jiri Hulcr, dell’Università della North Carolina (sotto, un suo esperimento). Lo studio fa parte del Belly Button Biodiversity project (progetto sulla biodiversità dell’ombelico) che ha l’obiettivo di conoscere meglio la flora microbica del corpo, a partire da quella delle cavità nascoste. DALL’OCEANO. I batteri sono stati prelevati da 95 volontari con un tampone simile a un cotton fioc. L’analisi del Dna ha rivelato la presenza di un genere batterico trovato finora solo nell’oceano, il Marimonas, e di un altro proveniente dal Giappone, il Georgenia. IGIENE. La quantità di batteri varia, spiegano i ricercatori, a seconda di quanto bene ci si lava l'ombelico:  i volontari che hanno dichiarato di lavarsi accuratamente e quotidianamente hanno infatti fatto rilevare livelli di batteri molto bassi o addirittura nulli. (Salute, Focus) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1232 PREVENZIONE E SALUTE TUTTE LE INSIDIE DEGLI ANTIACIDI PER LO STOMACO Tecnicamente si chiamano inibitori di pompa protonica. Prescritti per ulcera e reflusso gastroesofageo, aumenterebbero i rischi di fratture, infezioni da clostidrium difficile e infarto del miocardio SONO TRA I FARMACI PIÙ CONSUMATI DAGLI ITALIANI, SECONDI solo a quelli MIRATI alla PREVENZIONE della SALUTE CARDIOVASCOLARE:  statine (riducono i livelli di colesterolo),  ACE-inibitori e sartani (tengono a bada la pressione sanguigna). Gli inibitori di pompa protonica bloccano la sintesi di acido cloridrico da parte delle cellule parietali dello stomaco e sono prescritti per la terapie dell’ulcera gastrica e del reflusso gastroesofageo. Possono essere somministrati, assieme agli antibiotici, anche per l’eradicazione dell’helicobacter pylori, responsabile delle ulcere e considerato un fattore di rischio per il cancro dello stomaco, e come «protettori» in corso di terapie con cortisonici e antinfiammatori (per ridurre il rischio di emorragie gastrointestinali). Ma alla base della loro diffusione c’è pure un utilizzo senza una precisa indicazione e inopportuno per la salute. Il messaggio riecheggia già da diversi anni sulle QUALI I POSSIBILI EFFETTI AVVERSI? riviste scientifiche. Adesso a fare il punto sui possibili eventi avversi legati al consumo inopportuno di farmaci antiacidi è una review pubblicata sul Canadian Medical Journal Association. Dallo studio emerge che un uso prolungato degli inibitori di pompa protonica - che andrebbero assunti per non più di due mesi e intervallando i trattamenti con un periodo di pausa di diverse settimane risulta correlato a un aumento delle:  fratture osteoporotiche ,  delle infezioni da clostridium difficile  da una riduzione dei livelli di magnesio e di vitamina B12 nel sangue. Motivo per cui, secondo gli estensori del paper, «c’è l’urgenza di identificare una strategia in grado di limitare le prescrizioni inappropriate di questi farmaci e di valutare in maniera comparativa gli effetti degli inibitori di pompa protonica e degli H2 antagonisti, anch’essi efficaci nella prevenzione delle ulcere gastriche». : Risale a pochi mesi fa uno studio da cui è emerso che, tra quasi PRUDENZA SOPRATTUTTO due milioni di pazienti che soffrivano di bruciore di stomaco, chi PER GLI ANZIANI faceva uso degli inibitori di pompa protonica aveva un rischio più alto tra il 16 e il 21% di incorrere in un infarto del miocardio. Questa classe di farmaci è utilizzata soprattutto nella popolazione anziana. Osservando un gruppo di pazienti anziani dimessi da undici reparti italiani per acuti di medicina interna e geriatria, i ricercatori hanno indagato la relazione tra l’uso di inibitori di pompa protonica e la mortalità. Dal lavoro, è emerso un aumento superiore al 50% del rischio di mortalità tra gli utilizzatori di inibitori di pompa protonica nell’anno successivo alla dimissione. IL RUOLO DELLA “VECCHIA” RANITIDINA: Un’alternativa a questi farmaci potrebbe derivare dagli H2 antagonisti. Il più noto tra questi è la ranitidina, tra i primi rimedi impiegati contro l’ulcera gastrica e il reflusso gastroesofageo, in quanto in grado di inibire il rilascio di acido cloridrico da parte della parete gastrica (con un meccanismo differente rispetto a quello impiegato dagli inibitori di pompa protonica). Nel lungo periodo, la loro efficacia va scemando. Ma le conseguenze, soprattutto per l’apparato cardiovascolare, sono decisamente inferiori. (Salute, La Stampa) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1232 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca PHARMEXPO 2017 – 24-25 e 26 Novembre Gli Eventi Organizzati dall’ORDINE e da FEDERFARMA Anche quest’anno l’Ordine sarà presente insieme a Fedefarma con il proprio stand e con l’organizzazione di corsi ECM e convegni (vedi Tabella).  Ore 12.00 - 13.00 Sala ISCHIA Pad. 6 “La NUOVA TARIFFA NAZIONALE dei FARMACI: COSA CAMBIA”, Saluti: Prof. V. Santagada – Dott. M. Di Iorio Relatori: Prof. Francesco Barbato, Dott. Flavio Bosco, Dott. Riccardo Petrone  Accesso a Corso FAD da 50 Crediti ECM Registrazione: Stand Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli e Federfarma Napoli Ritiro Attestati: presso lo Stand FARVIMA  Ore 14.00 - 15.00 Sala PROCIDA Pad. 6 “NUTRACEUTICI E CARDIOPATIE: IL RUOLO DEL FARMACISTA”, Saluti: Prof. V. Santagada – Dott. M. Di Iorio Relatori: Prof. Maurizio Cini, Dott. F. Palagiano  Accesso a Corso FAD da 50 Crediti ECM Registrazione: Stand Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli e Federfarma Napoli Ritiro Attestati: presso lo Stand FARVIMA  Ore 17.00 – 18.00  Ore 09.30 - 10.30 Sala ISCHIA Pad. 6 “MANOVRE ANTISOFFOCAMENTO nel LATTANTE e nel BAMBINO in caso di OSTRUZIONE delle VIE AEREE”, Saluti: Prof. V. Santagada – Dott. M. Di Iorio Relatore: Prof. Maurizio Santomauro  Accesso a Corso FAD da 50 Crediti ECM Registrazione: Stand Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli e Federfarma NA Ritiro Attestati: presso lo Stand FARVIMA   Ore 10.45 - 11.30 Sala PROCIDA Pad. 6 “FARMACI INNOVATIVI: il RUOLO del FARMACISTA”, Saluti: Prof. V. Santagada – Dott. M. Di Iorio Relatore:Prof. F. Frecentese Prof. G. Pignataro  Accesso a Corso FAD da 50 Crediti ECM Registrazione: Stand Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli e Federfarma NA Ritiro Attestati: presso lo Stand FARVIMA Sala PROCIDA Pad. 6 “DISPOSITIVI MEDICO – SANITARI in FARMACIA”, Saluti: Prof. V. Santagada – Dott. M. Di Iorio Relatore: Dott. Bruno Pizzochero  Accesso a Corso FAD da 50 Crediti ECM Registrazione: Stand Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli e Federfarma Napoli Ritiro Attestati: presso lo Stand FARVIMA La partecipazione ad ogni evento darà 50CF ECM in forma GRATUITA FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA PAGINA 7 Anno VI – Numero 1232 ORDINE di NAPOLI: CONCERTO DI NATALE, CADUCEO D’ORO, MEDAGLIE di BENEMERENZA alla PROFESSIONE e GIURAMENTO di GALENO Domenica 17 Dicembre,ore 18.00–Teatro Auditorium Mostra D’Oltremare– NA Si ringraziano tutte le aziende per la sensibilità avuta nel patrocinare questa cerimonia rivolta alla valorizzazione dell’intera Categoria e rendendo lo sforzo dell’Ordine per nulla oneroso. Sul sito dell’Ordine, nella Home page, sezione News, Medaglie alla Professione – Consegna delle Medaglie trovi il regolamento sulle: CONTRIBUZIONI VOLONTARIE A FAVORE della MANIFESTAZIONE Di seguito il link: https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordinenuovo/images/pdffiles/regolamentocontributi-volontari-manifestazione-2017.pdf Ad oggi hanno già contribuito con Patrocinio Volontario le aziende riportate nel panel. Man mano che aderiranno altre Aziende il Panel sarà aggiornato. PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno VI – Numero 1232 ORDINE: i prossimi EVENTI di Novembre e Dicembre DATA Mercoledì 29 Novembre, ore 21.00 Lunedì 4 Dicembre, ore 21.00 Sede Ordine TITOLO Il Ruolo ed il Consiglio del Farmacista nelle piccole patologie Ortopediche Relatori:  Dr Raffaele CANTONE – Farmacista  Dr Gerardo GIUDICE – P.O. dei Pellegrini – Rep. Ortopedia eTraumatologia NOTE 30 Crediti Formativi Sede Ordine Presentazione del libro “Maritè non morde”: Saluti: Prof. V. Santagada Interverrà: Dr.ssa Veronica Tranfaglia Sinossi: Questa è una storia semplice e, allo stesso tempo, profondissima. Ci emoziona, ci fa commuovere, ci fa ridere e piangere. «Di che razza è? Signora, dico a lei. Di che razza è la bimba?» «Non è mica un cane! – fu la mia risposta secca – è italiana mia figlia». «Ah, ma allora suo marito è asiatico?» «No, mio marito è napoletano. Io pure. La bimba ha la sindrome di Down». VIGILANZA DEGLI ORDINI SUL CORRETTO ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE Nota di sintesi su alcuni elementi fondamentali da ricordare per il corretto esercizio della professione e la lotta all’abusivismo negli ambiti in cui opera il farmacista. Il Consiglio Nazionale della Federazione, ha deliberato di porre in essere “una lotta serrata all’abusivismo in tutti gli ambiti in cui opera il farmacista: dalla farmacia di comunità all’ospedale, dalla distribuzione alla ricerca” e, in questo senso, tutti gli Ordini provinciali sono invitati a vigilare con la massima attenzione sul corretto esercizio della professione. L’art. 8 della L. 175/1992 riconosce agli Ordini professionali la facoltà di promuovere ispezioni presso le sedi professionali dei propri iscritti, al fine di vigilare sul rispetto dei doveri inerenti alla professione. A tal proposito è opportuno rammentare alcuni profili di fondamentale importanza. ESERCIZIO ABUSIVO della PROFESSIONE: Al farmacista è vietato porre in essere, consentire o agevolare a qualsiasi titolo l’esercizio abusivo della professione (cfr. art. 3, comma 2, del Cod. Deont. Farm.). Tale comportamento costituisce anche un grave reato, sanzionato dall’art. 348 del Codice Penale e, per il farmacista che consenta o agevoli l’abusivismo, l’art. 8 della legge 175/1992 prevede anche l’interdizione dalla professione per un periodo non inferiore ad un anno. Obbligo di indossare il CAMICE BIANCO e il DISTINTIVO PROFESSIONALE: Oltre ad essere previsto in alcune Regioni da specifiche disposizioni di legge, costituisce preciso obbligo deontologico per il farmacista (art. 5, comma 1, Cod. Deont. Farm.) che presta la propria attività al pubblico indossare il camice bianco e il distintivo professionale. La ratio di tale disposizione è di tutta evidenza e risiede nella necessità di garantire al cittadino la possibilità di individuare agevolmente e senza possibilità di equivoci il farmacista, UNICO professionista abilitato a fornire consigli sui medicinali.

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