Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno V – Numero 1136 AVVISO Ordine 1. ORDINE: Progetto “Un Farmaco per tutti”; 2. Eventi Mese di Giugno 3. FAF in farmaDAY Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. un’endoscopia può curare il diabete? 5. Le benzodiazepine possono essere usate per gli attacchi di panico? 6. Cellulite: 5 falsi miti Mercoledì 14 Giugno 2017 – S. Eliseo Proverbio di oggi….…….. Ogne bella scarpa cu’ ‘o tiempo addiventa scarpone TEST: QUANTO È SANO IL TUO CUORE? Chi troppo s’inchina, mostra il sedere Sei domande per conoscere il vostro rischio di infarto o ictus nei prossimi 10 anni LE DOMANDE: Il test consiste in sei semplici domande, che hanno lo scopo di quantificare il rischio di sviluppare un evento cardiovascolare (infarto o ictus) in base a sei fattori di rischio: sesso, abitudine al fumo, diabete, età, pressione arteriosa e colesterolemia. IL PROFILO DI RISCHIO: Il rischio cardiovascolare è calcolato in base alle Prevenzione e Salute 7. test: quanto è sano il tuo cuore? 8. Le azioni positive della melatonina (e un effetto collaterale per gli atleti) Meteo Napoli Mercoledì 14 Giugno ï‚· Variabile Minima: 20° C Massima: 31 °C Umidità: Mattina = 49% Pomeriggio = 59% vostre risposte e indica la percentuale di persone con il vostro stesso profilo che sono attese ammalarsi nei prossimi 10 anni. I LIMITI DEL TEST: Il test è pensato per donne e uomini di età compresa fra 40 e 69 anni che non hanno avuto precedenti problemi cardiovascolari. Non è utilizzabile per le donne in gravidanza. Il test, inoltre, non fornisce risultati utili per valori estremi dei fattori di rischio:  pressione arteriosa sistolica (massima) superiore a 200 mmHg o inferiore a 90 mmHg  colesterolemia totale superiore a 320 mg/dl o inferiore a 130 mg/dl. Al fine della valutazione del rischio cardiovascolare i valori degli esami clinici di glicemia e colesterolemia sono validi se eseguiti da non più di tre mesi. (Salute, Corriere) Clicca il link di seguito e potrai valutare il tuo cuore: https://www.corriere.it/salute/cuore/ SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1136 PREVENZIONE E SALUTE UN’ENDOSCOPIA PUÃ’ CURARE IL DIABETE? Il «ringiovanimento della mucosa duodenale» ha mostrato risultati positivi sui 100 pazienti coinvolti nelle prime fasi di studio: grazie a questa tecnica sarebbe possibile ridurre e poi stabilizzare in maniera potenzialmente definitiva la glicemia Il “ringiovanimento della mucosa duodenale” è una tecnica endoscopica che potrebbe un giorno curare il diabete di tipo 2, evitando ai pazienti di assumere farmaci a vita per tenere sotto controllo la malattia. Lo studio è ancora in corso, sta infatti iniziando la sperimentazione clinica di fase II. Per la prima volta, i diabetici (che in Italia sono quasi 4 milioni) potrebbero avere un’alternativa, ossia un unico trattamento definitivo per via endoscopica, all’unica terapia ad oggi disponibile, che prevede un’assunzione costante e crescente di farmaci, migliorando così notevolmente la loro qualità di vita. AGIRE SUL DUODENO Grazie alla tecnica, che ha già mostrato risultati positivi sui 100 pazienti coinvolti nelle prime fasi di studio, sarebbe possibile ridurre e poi stabilizzare in maniera potenzialmente definitiva la glicemia, evitando al paziente l’assunzione di farmaci, che negli stadi più avanzati comporta la somministrazione di iniezioni di insulina più volte al giorno. Il trattamento agisce sul duodeno, un organo considerato nevralgico nello sviluppo del diabete, per riportare nella norma la sua funzionalità:  si usa il calore per inspessire e rigenerare la mucosa intestinale, ripristinando la normale composizione degli ormoni prodotti dall’intestino e migliorando il controllo della glicemia e, quindi, il diabete. «L’endoscopia sta vivendo una continua evoluzione: dalla diagnostica fino al trattamento mini-invasivo di malattie benigne e maligne per le quali prima era previsto solo l’intervento chirurgico. Ora, grazie alle sempre maggiori competenze, alle nuove tecniche e strumenti utilizzati, è possibile ampliare sempre più l’ambito di applicazione, fino ad uscire da quello strettamente gastroenterologico e rappresentare una valida alternativa terapeutica per patologie come il diabete, il fegato grasso e l’obesità. Questo studio, rappresenta il primo caso di applicazione al di fuori delle patologie classiche» . SI CERCANO PAZIENTI La tecnica è stata sviluppata dall’azienda Fractyl Laboratories Inc. Finora sono stati trattati nel mondo oltre 100 pazienti nella fase 1 dello studio, di cui 7 al Policlinico Universitario Gemelli di Roma dal team guidato da Guido Costamagna, direttore dell’Endoscopia digestiva chirurgica e direttore dell’Istituto di clinica e terapia chirurgica all’Università Cattolica di Roma. La terapia è risultata ben tollerata e priva di rischi, con significativi miglioramenti di parametri tra cui glicemia, emoglobina glicata e enzimi epatici nella maggior parte dei pazienti. «La fase sperimentale - si concluderà nell’arco di circa due anni; se i risultati si confermeranno positivi questo innovativo trattamento potrà essere esteso a tutti quei pazienti affetti da diabete che non riescono a tenere sotto controllo la terapia con i farmaci e che costituiscono circa la metà del totale». Lo studio prevede l’arruolamento di pazienti tra i 28 e i 74 anni, affetti da diabete di tipo 2, in terapia con farmaci antidiabetici orali ma non ancora sottoposti a insulina, con valori di emoglobina glicata (HbA1c) tra 7,5 e 10%. (Salute, Humanitas) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1136 SCIENZA E SALUTE LE BENZODIAZEPINE POSSONO ESSERE USATE PER GLI ATTACCHI DI PANICO? Si corrono rischi di attenuazione dell’effetto nel tempo, abuso e crisi di astinenza. Per questo non sono considerati farmaci di prima scelta per chi soffre di disturbo di panico Ho 23 anni e soffro di disturbi di ansia da circa tre anni e, ultimamente, anche di attacchi di panico «classici» con tachicardia, battiti oltre i 100 al minuto e così via. Ho assunto regolarmente Diazepam per più di un anno, ma da qualche tempo ho la sensazione di avere il «cuore debole» e ho paura anche a prendere 5-10 gocce. Potreste spiegarmi come agisce questo farmaco? Risponde G. Cerveri, del dip. di Neuroscienze dell’ASST-Fatebenefratelli -MI Per cominciare il Diazepam appartiene al gruppo degli ansiolitici benzodiazepinici. La sua domanda mi permette, dunque, di riportare l’attenzione sulle benzodiazepine, una classe farmacologica molto utilizzata nella pratica clinica e composta da molecole diverse accomunate però dal medesimo meccanismo di azione. Le benzodiazepine sono state introdotte in commercio negli anni Sessanta del secolo scorso. Hanno mostrato immediatamente un enorme vantaggio in termini di tollerabilità rispetto alla classe farmacologica precedentemente utilizzata a scopo sedativo: i barbiturici. Le benzodiazepine più note in uso in Italia sono il Lorazepam, il Diazepam, il Delorazepam, il Lormetazepam, l’Alprazolam, ma in commercio ne esistono molte altre. Il meccanismo d’azione è unico e ben noto: tutte le molecole che appartengono a questa classe agiscono aumentando le azioni di una sostanza chimica naturalmente presente nel cervello:  il GABA (acido gamma-aminobutirrico), un neurotrasmettitore, cioè un agente che trasmette i messaggi da un neurone a un altro. Il messaggio trasmesso è «inibitorio»: in pratica ai neuroni viene detto di rallentare gli impulsi nervosi o di smettere di generarli. Questa azione svolta dal GABA viene amplificata in presenza di benzodiazepine, il che significa che la reattività neuronale di ampie aree del sistema nervoso centrale diminuisce. COME AGISCONO Gli effetti che queste molecole sono in grado di produrre sono di quattro tipi: 1. innanzitutto hanno un rapido effetto ansiolitico la cui durata dipende dal tempo che l’organismo impiega a eliminare la molecola assunta (si va da poche ore a diversi giorni). 2. Il secondo effetto è «ipnoinducente»: se somministrate a dosaggi sufficienti e in tempi adeguati (la sera) le benzodiazepine sono in grado di indurre e mantenere il sonno, pur “alterandone l’architettura” cioè modificando il naturale alternarsi delle fasi di sonno leggero, profondo e REM (le fasi in cui si sogna). 3. La benzodiazepine sono anche dei «miorilassanti», diminuiscono, cioè, la contrazione della muscolatura liscia del nostro corpo (l’effetto è in funzione del dosaggio), il che può portare a diminuzione della peristalsi, difficoltà nel controllo degli sfinteri, ma anche ad abbassamento della pressione e senso di debolezza. 4. Infine le benzodiazepine possono proteggere dal rischio di crisi epilettiche, anche se non sono farmaci di prima scelta per queste condizioni. L’effetto è simile per tutte le diverse molecole, la scelta del farmaco viene spesso operata in funzione della sua durata (poche ore - tutta la giornata) e della differente complessità metabolica per l’eliminazione. CIRCOLO VIZIOSO: I problemi più frequentemente associati a questi farmaci sono: il rischio di attenuazione dell’effetto nel tempo, l’abuso e le crisi di astinenza. Per questi motivi non sono considerati i farmaci di prima scelta per chi soffre di disturbo di panico, in quanto rischiano di produrre un circolo vizioso caratterizzato da continui aumenti di dosaggio con perdita dell’effetto terapeutico in tempi brevi. (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1136 PREVENZIONE E SALUTE LE AZIONI POSITIVE DELLA MELATONINA (E UN EFFETTO COLLATERALE PER GLI ATLETI) Dall’azione antiossidante tanti possibili vantaggi, in gran parte da confermare con studi più approfonditi. Melatonina da ridurre, però, se si è sportivi impegnati in gare serali a. Aiuta a dormire bene; b. è un’alleata contro il Jet Lag; c. sincronizza l’orologio biologico la melatonina è conosciuta soprattutto come l’ormone “del riposo”, ma da qualche tempo si sta iniziando a capire che è molto più di questo. Un ormone che arriva da lontano Le potenzialità di questo ormone prodotto nell’epifisi, una ghiandola che si trova nel cervello (ma anche altri organi la sintetizzano, dalla retina alla placenta, dal midollo osseo alla mucosa del tratto gastrointestinale, fino alla pelle), arrivano da lontano: «La melatonina è una molecola antica, apparsa sulla Terra 2,5-3 miliardi di anni fa come “scavenger” dei radicali liberi, ovvero come una sorta di “spazzino” in grado di eliminare queste sostanze potenzialmente pericolose per il DNA. In seguito ha acquisito anche una potente attività antiossidante e durante l’evoluzione ha perciò iniziato ad avere altre proprietà interessanti, dalla stimolazione del sistema immunitario al controllo dei tumori, fino alla capacità di ridurre la pressione arteriosa e il rischio di sindrome metabolica». La melatonina stimola la produzione di interleuchine da linfociti e monociti, modulando la funzionalità del sistema immunitario in senso positivo; si sta inoltre studiando in oncologia perché da esperimenti in vitro e in vivo si è osservata una possibile attività antitumorale, probabilmente proprio grazie alla capacità di modulare il sistema immunitario o di ridurre la sintesi di sostanze pro-infiammatorie. Tanti effetti positivi Tutte caratteristiche tuttavia ancora allo studio, come gli effetti sul sistema cardiovascolare: «Nell’uomo una marcata riduzione dei livelli di melatonina nel sangue si è osservata in pazienti con patologie cardiovascolari e pare possa essere correlata ad alterazioni del ritmo giorno/notte della pressione arteriosa (che di norma è più bassa nelle ore notturne), al punto da arrivare a invertirlo. Buoni livelli di melatonina, quindi, possono avere effetti antipertensivi, anche perché l’ormone protegge i vasi sanguigni e riduce l’attività del sistema nervoso simpatico, che tende ad aumentare la pressione». Questo ormone dalle mille facce sembra poi una molecola anti-invecchiamento, se si introduce in buona quantità per contrastare il naturale calo della produzione che si ha con gli anni: negli animali, grazie ai suoi effetti antiossidanti, riduce lo stress cellulare, ritarda la progressione di alterazioni dell’invecchiamento fisiologico e sembra responsabile almeno in parte degli effetti anti-aging delle diete in cui si “tagliano” di molto le calorie introdotte. Tutto ciò si traduce anche in un minor rischio di aterosclerosi, di accumulo di grasso e di sviluppare la resistenza all’insulina, tanto che la melatonina sembra in grado di prevenire la sindrome metabolica, condizione in cui girovita, peso, colesterolo, pressione e glicemia tendono all’eccesso. Alcuni studi hanno inoltre suggerito che la melatonina possa avere effetti antidolorifici in casi di emicrania a grappolo, cefalea, sindrome dell'intestino irritabile, fibromialgia. «Sembra poi coinvolta nell’impedire il rigetto immunologico nei primi mesi della gravidanza e nella prevenzione della pre-eclampsia (malattia che mette a rischio mamma e bimbo, nella quale la pressione sale molto)». PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1136 Molte di queste proprietà sono da confermare attraverso studi più ampi e approfonditi, ma la melatonina secondo alcuni è perfino fra i responsabili degli effetti benefici della dieta mediterranea, visto che si trova in abbondanza in tanti cibi tipici della nostra tradizione, dal vino all’olio extravergine d’oliva. «La melatonina è stata identificata nelle piante una ventina di anni fa e ora sappiamo che si trova in radici, foglie, germogli, semi, fiori e frutti di specie come ciliegie, fragole, pomodori, riso - dice Rezzani -. Il consumo di alimenti ricchi di melatonina ne influenza i livelli circolanti e migliora lo stato antiossidante generale, con molteplici benefici per la salute. Assumerla in via preventiva può essere utile per evitare che i livelli plasmatici si abbassino troppo con tutte le conseguenze negative del caso: il dosaggio massimo attuale tramite integratori è pari a un milligrammo, ma portare spesso in tavola i cibi che ne sono ricchi potrebbe incrementare il dosaggio ottenuto con effetti vantaggiosi e senza comportare rischi». MELATONINA E I CIBI A volte può far male In alcuni casi però la melatonina non aiuta, anzi parrebbe essere d’intralcio.  Lo suggerisce uno studio pubblicato nelle scorse settimane su Frontiers in Physiology che dimostra come l’esposizione alla luce blu prima di una gara sportiva, con la relativa riduzione della produzione di melatonina, aiuti gli atleti ad avere performance migliori e soprattutto ad avere uno “sprint” finale più efficace. I ricercatori spiegano che quando una gara si tiene alla sera molti sportivi vedono peggiorare le prestazioni perché il loro orologio biologico non è tarato per lo sforzo, ma propenderebbe al riposo favorito appunto dalla produzione di melatonina. Bloccarla esponendosi alla luce blu, quella che più compromette la sintesi dell’ormone, ha migliorato la resistenza dei partecipanti all’indagine, soprattutto negli ultimi minuti di gara. ( Corriere) Cellulite: 5 falsi miti Se dimagrisco perdo la cellulite. FALSO Nella maggior parte dei casi si tratta solo di una vana speranza. Se parliamo di cellulite nel terzo o quarto stadio, difficilmente potrà scomparire con una dieta, se invece si parla di cellulite nelle fasi iniziali, legata soprattutto all’accumulo di liquidi (ritenzione idrica) o ad un aumento di peso repentino, allora potrebbe ridursi sensibilmente con un dimagrimento. Fare molto sport da giovane contrasta la comparsa della cellulite in età matura. FALSO. Dopo i 40 anni, il problema è legato soprattutto al sistema endocrino femminile. La cellulite può comparire quando la donna subisce alterazioni ormonali. La cellulite è solo un problema delle persone in sovrappeso.FALSO Assolutamente NO! La cellulite può venire a chiunque! Quindi anche le magrissime possono tranquillamente averla. Le creme e i rimedi naturali sconfiggono e totalmente e definitivamente la cellulite. FALSO Il disturbo investe lo strato sottocutaneo ed è, quindi, difficile risolverlo con trattamenti locali. Alcune soluzioni possono ridurre l’aspetto a buccia d’arancia per qualche tempo ma non costituiscono una soluzione definitiva. I trattamenti offerti dalla chirurgia estetica però non sono l’unico rimedio efficace. Esistono infatti molte possibilità non invasive che, abbinate ad una dieta equilibrata e ad un’attività fisica costante, potranno essere funzionali per contrastare la cellulite. La cellulite riguarda solo le donne. FALSO La cellulite può essere anche un problema maschile. Il testosterone, solitamente, ne limita la formazione ma in caso di disfunzioni ormonali, anche l’uomo può avere la cellulite. (Salute, La Repubblica) FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA PAGINA 6 Anno IV – Numero 1136 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca DATA TITOLO GIOVEDÃŒ 15 Giugno Ore 21,00 Corso TEORICO PRATICO sulle MANOVRE di I° SOCCORSO in caso di: TRAUMA Spinale, Cranico, Toracico, Addominale da Incidenti Stradali; INCIDENTI sul Lavoro, INCIDENTI Domestici, INCIDENTI dello Sport IV PARTE Prof. M. Santomauro; Università di Napoli Federico II VaccinarSÃŒ: Informazioni sulle Vaccinazioni VENERDÃŒ 16 Giugno Ore 21,00 Cosa Conoscere e Cosa Cambia – Tutto quello che il Farmacista deve Sapere Cosa c’è da sapere. Parliamone con il prof. Carlo Tascini, Direttore Prima Divisione Malattie Infettive, Ospedale Cotugno, Azienda Ospedaliera dei Colli, Napoli La partecipazione all`evento eroga un corso FAD di 30 CF ORDINE: “SINTOMI in FARMACIA – Ruolo del FARMACISTA Influenza, Raffreddore, Influenza e Raffreddore, Mal di Gola, Rinite, Tosse, Sinusite, Patologie dell’Orecchio” Di seguito schema generale del corso. SCHEMA DEL CORSO FAD IN FARMADAY: 30 CF Modulo TITOLO Data N. Modulo TITOLO Data N. 5/E 5/F 5/G 5/H 5/I Rinite 5 Rinite 6 Rinite 7 Rinite 8 Rinite 9 QUESTIONARIO n. 5 Tosse 1 Tosse 2 Tosse 3 Tosse 4 Tosse 5 Tosse 6 14-Giu 15-Giu 16-Giu 19-Giu 20-Giu 33 34 35 36 37 6/G 6/H 6/I 29-Giu 30-Giu 3-Lug 44 45 46 21-Giu 22-Giu 23-Giu 26-Giu 27-Giu 28-Giu 38 39 40 41 42 43 Tosse 7 Tosse 8 Tosse 9 QUESTIONARIO n. 6 Sinusite 1 Sinusite 2 Sinusite 3 QUESTIONARIO n. 7 Patologie dell’Orecchio 1 Patologie dell’Orecchio 2 Patologie dell’Orecchio 3 QUESTIONARIO n.8 4-Lug 5-Lug 6-Lug 47 48 49 7-Lug 10-Lug 11-Lug 50 51 52 6/A 6/B 6/C 6/D 6/E 6/F 7/A 7/B 7/C 8/A 8/B 8/C PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1136 Modulo 5/E: SINTOMI IN FARMACIA: Ruolo del Farmacista RINITE (V) Importanza e Significato delle Domande e delle Risposte (II) 2. Comparsa e durata dei sintomi: i sintomi possono iniziare ad aprile quando nell’aria sono presenti i pollini degli alberi e si hanno casi di febbre da fieno, prima nel sud e poi nel nord dell’Inghilterra. La febbre da fieno raggiunge il suo apice durante i mesi di maggio e luglio, quando i livelli di polline dell’erba sono più alti e le condizioni climatiche sono buone, tanto che i pazienti sono indotti a ricorrere al consiglio del Farmacista. Chi si presenta con brividi, probabilmente della durata di qualche settimana, può essere stato colpito da febbre da fieno. Anche le spore dei funghi rappresentano una causa e sono presenti per più tempo, spesso fino a settembre. Le persone possono soffrire di sintomi da raffreddamento senza sapere di essere affetti da rinite perenne. Sintomi RINORREA: un naso che gocciola è un sintomo comune della rinite allergica. La suppurazione è spesso diluita, pulita e acquosa, ma può diventare densa, colorata e purulenta. Ciò fa pensare ad un’infezione secondaria, sebbene il trattamento per la rinite allergica non cambi. Non vi è bisogno di un trattamento con antibiotici. Congestione nasale: la risposta infiammatoria causata dagli allergeni produce vasodilatazione dei vasi sanguigni nasali provocando congestione nasale. Congestioni gravi possono provocare emicrania e occasionalmente mal d’orecchio. Possono presentarsi infiammazioni secondarie come otite e sinusite. PRURITO AL NASO: si presenta comunemente. Può presentarsi qualche volta irritazione del palato. Irritazione degli occhi e lacrimazione. Tali sintomi sono i risultati di una congestione del dotto lacrimale e dell’azione diretta del polline da grano che, depositandosi negli occhi, provoca una risposta infiammatoria locale. Coloro che soffrono di rinite allergica possono essere ipersensibili alla luce intensa. FEBBRE DA FIENO: la risposta allergica comincia con il sintomo dello starnuto, poi rinorrea, fino a diventare congestione nasale. In genere i sintomi da febbre da fieno sono più severi al mattino e alla sera poiché il polline viene rilasciato la mattina e si deposita la notte. I pazienti manifestano peggioramenti nei giorni ventosi quando il polline è sparso o si ha una riduzione dei sintomi quando piove in quanto il polline diminuisce. Per contro in quelli allergici alle spore fungine della muffa i sintomi peggiorano quando il clima è umido. Quando sono presenti più sintomi quali costrizione della gabbia toracica, respiro affannoso, respiro corto o tosse è consigliabile agire immediatamente. RESPIRO AFFANNOSO: la difficoltà nel respirare e la tosse fanno pensare ad un attacco asmatico. Alcuni sofferenti sperimentano attacchi di asma solamente durante la stagione di febbre da fieno. L'asma stagionale spesso non ha un rimedio adatto per le emergenze, così gli attacchi frequenti possono diventare veramente rischiosi. MAL D'ORECCHIO E DOLORE FACCIALE: con l'arrivo del freddo e l'influenza la rinite allergica può essere complicata da un'infezione batterica secondaria dell'orecchio medio o dei seni. In entrambe i casi persiste il dolore severo. CONGIUNTIVITE PURULENTA: occhi lacrimanti e irritati sono un comune accompagnamento alla rinite allergica. Occasionalmente questa congiuntivite allergica è complicata da un'infezione secondaria. Quando ciò accade gli occhi diventano più doloranti (sensazione granulosa) e più rossi, e la suppurazione cambia da chiara ed acquosa a colorata ed appiccicosa (purulenta). E' necessaria una visita medica. Il link che vi “porterà” direttamente sulla piattaforma FAD del Provider. https://fad.ocmcomunicazioni.com PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1136 ORDINE: Progetto “UN FARMACO PER TUTTI” Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre, ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato. FARMACISTI VOLONTARI: Come Aderire I colleghi volontari che intendono partecipare al progetto condiviso dalla Associazione Cattolici Farmacisti Italiani – sez. Napoli (UCFI) potranno farlo contattando gli Uffici dell’Ordine o inviando una e-mail all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci. https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-unfarmaco-per-tutti RACCOLTI FINORA PIÙ DI 65.000 CONFEZIONI DI FARMACI E DISPOSITIVI DONATI AI SEGUENTI ENTI ASSISTENZIALI: La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, Ordine di Malta, UNITALSI Campania, Stelle in Strada, Suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta, Elemosiniere del Santo Padre, Croce Rossa, Consegna dei Farmaci all’Elemosiniere del Santo Padre, Arcivescovo KONRAD KRAJEWSKI, “L’uomo che aiuta i poveri per conto del Papa FRANCESCO”. PAGINA 9 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1136 PAGINA 9 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1136

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