Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno V – Numero 1133 AVVISO Ordine 1. ORDINE: Progetto “Un Farmaco per tutti”; 2. Eventi Mese di Giugno 3. FAF in farmaDAY Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. Un po’ di zucchero (in infusione) fa passare un terribile mal di testa 5. La tecnopillola che si ingoia e scopre le malattie dell’intestino Prevenzione e Salute 6. Sonno, 1 persona su 2 dorme male e vive male 7. Odiate i rumori fastidiosi? forse siete misofonici Meteo Napoli Venerdì 09 Giugno ï‚· Variabile Minima: 19° C Massima: 28 °C Umidità: Mattina = 67% Pomeriggio = 55% Venerdì 09 Giugno 2017 – S. Efrem Proverbio di oggi….…….. Valeno cchiù l'uocchie che 'e schioppettate SONNO, 1 PERSONA SU 2 DORME MALE Chi troppo s’inchina, E VIVE MALE mostra il sedere Il riposo corretto deve rispondere a tre caratteristiche: durata, continuità e profondità I problemi del sonno rappresentano una vera e propria epidemia globale che minaccia salute e qualità della vita del 45% della popolazione mondiale. Lo slogan «quando il sonno è salvo, salute e felicità abbondano». Il sonno sano è uno dei pilastri della salute umana (insieme a sport e sana alimentazione). Quando non è adeguato, la salute declina e di conseguenza diminuiscono la qualità della vita e il livello di felicità degli individui. Sono tre gli elementi chiave di un sonno di qualità: la sua durata, che varia in funzione dell’età della persona; la continuità, ovvero il sonno non deve essere interrotto; la profondità: il sonno deve essere sufficientemente profondo per essere riposante e rigenerante. Sono ormai tantissimi gli studi che dimostrano che la carenza di sonno fa male alla salute, «pugnalandola» su più fronti: 1) Erode le capacità cognitive di un individuo con conseguenze anche permanenti se la carenza di sonno diviene cronica 2) Aumenta il rischio di incidenti sul lavoro 3) Favorisce diabete e obesità creando scompensi metabolici. 4) La carenza di sonno è particolarmente pericolosa nell’età dello sviluppo e mina le capacità di apprendimento di bambini e ragazzi e i loro risultati accademici a lungo termine. 5) I disturbi del sonno rappresentano un fattore di rischio accertato per lo sviluppo di malattie mentali quali ansia e depressione che poi a loro volta amplificano le difficoltà a dormire creando un circolo vizioso. È importante seguire corrette regole di igiene del sonno: ad es. è:  importante avere orari e ritmi regolari,  temperatura e luce giuste nella stanza,  limitare l’uso di tablet e smartphone prima di andare a letto. (Salute, La Stampa) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1133 PREVENZIONE E SALUTE ODIATE I RUMORI FASTIDIOSI? FORSE SIETE MISOFONICI Alcuni suoni specifici possono innescare una reazione «combatti o fuggi». Per chi ne soffre si tratta di un vero disturbo, invalidante con una componente anche psicologica Avete mai provato un effetto tipo scossa elettrica alla nuca, quando qualcuno rumina un chewing gum oppure accartoccia il sacchetto delle patatine? Siete mai stati sul punto di trasformarvi in incredibili Hulk, di fronte al pianto ininterrotto di un bambino o al tambureggiare del tergicristalli sul parabrezza magari con stridio finale da accapponare la pelle? Bene, allora potreste soffrire di misofonia, una parola che deriva dal greco e significa estrema avversione o odio (misos) verso il suono (phonè). Non solo un problema fisico Fino a 15 anni fa, a nessuno sarebbe venuto in mente che la reazione “combatti o fuggi” innescata dallo stridio del gesso sulla lavagna - roba d’altri tempi - o dalla forchetta che raschia un piatto fosse il sintomo di un disturbo vero e proprio. L’IPERACUSIA e la MISOFONIA, infatti, sono due facce della stessa medaglia: la ridotta tolleranza al suono. Ma in che cosa si differenziano? «La ridotta tolleranza al suono è definita come la manifestazione di una reazione negativa a un suono che alle altre persone non procura alcun fastidio; non è correlata con la soglia uditiva, che può essere normale o diminuita. Si parla di iperacusia quando la fonte del disagio viene identificata nelle caratteristiche fisiche del suono stesso: intervallo di frequenza o intensità, per esempio. Quindi l’intensità della reazione negativa è determinata solo dalle caratteristiche fisiche del suono offensivo, mentre il contesto in cui si verifica il suono, e il suo significato personale, non sono importanti. Una persona con iperacusia per le alte frequenze, ad es., sente la necessità di cambiare stanza per le urla dei bambini, lo sbattere dei piatti o altri rumori ad alta frequenza, per evitare il fastidio insopportabile». C’È ANCHE LA COMPONENTE MENTALE: «Si parla invece di misofonia quando, al contrario, il problema è provocato da un suono con parametri fisici diversi, ma associato sempre a uno specifico contesto e/o a un determinato significato negativo precedentemente attribuito a esso. I pazienti con questo problema reagiscono negativamente solo per modelli specifici di suono, pur essendo in grado di tollerare anche suoni forti. Si tratta quindi suoni che il soggetto ritiene essere in qualche modo dannosi o che possano, per esempio, far aumentare un acufene (un fischio o ronzio che si avverte nell’orecchio in seguito a irritazione o infiammazione del nervo acustico). Peculiarità della misofonia è quella di essere vissuta in maniera più eclatante rispetto all’iperacusia. Quindi per es. una persona con misofonia eviterà di andare al ristorante per paura di sentire sbattere i piatti perché in un’occasione precedente, dopo essere stato al ristorante ed aver sentito questo tipo di rumore, ha avuto una sensazione di fastidio per alcuni giorni». E non si tratta di un disturbo da poco. Le persone che ne soffrono possono rischiare di compromettere sia la propria capacità lavorativa, sia la vita sociale. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1133 LA DIFFICOLTÀ DELLA DIAGNOSI: Come è possibile diagnosticare misofonia e iperacusia? «Nella società scientifica non è stato ancora raggiunto un accordo unanime sui metodi utilizzabili, perché sono difficilmente standardizzabili». «È comunque generalmente riconosciuta la necessità di testare la soglia del fastidio al rumore, ma non c’è univocità nella modalità di presentazione del test». «Inoltre, non è facile misurare con criteri oggettivi la severità di entrambe i disturbi perché non sempre direttamente proporzionale all’intensità assoluta del rumore fastidioso, quanto al livello di attività del sistema nervoso centrale suono-evocata». Per far fronte a questo problema è stata avanzata la proposta di somministrare questionari standardizzati. LE CAUSE: Diagnosticare la misofonia non è facile anche perché non si è ancora riusciti a capire quali siano le cause. «In alcuni studi è stata ipotizzata una erronea modulazione dei neurotrasmettitori alla base della trasmissione ed elaborazione dei segnali centrali, in particolare una riduzione dell’attività inibitrice della serotonina a livello cerebrale. Questa ipotesi però non è ancora mai stata confermata. Quello che risulta evidente, ad ora, è che sembrerebbe intervenire un’iperstimolazione centrale a diversi livelli nell’insorgenza dell’iperacusia e della misofonia. I modelli clinici di presentazione della sintomatologia, e il tipo di reazioni negative riferite, ci portano a supportare l’ipotesi che fra i sistemi coinvolti, quelli maggiormente interessati siano il sistema limbico ed il sistema nervoso autonomo, strettamente correlati con le aree di elaborazione del suono sottocorticali e centrali». ll sistema limbico è il sistema delle emozioni, il sistema nervoso autonomo è il sistema che predispone l’organismo alle reazioni al pericolo, a un’intensa attività psicofisica, all’alimentazione, all’attività sessuale. LO STUDIO «Chi soffre di misofonia presenta un’attività più intensa nella corteccia insulare anteriore, la zona che gioca un ruolo centrale nel determinare a quali cose dovremmo prestare attenzione. Quando vengono ascoltati determinati suoni, in questa regione c’è più attività, ma non solo: ci sono anche alti livelli di connessione con altre aree, come quelle che regolano le emozioni e la memoria». CORRELAZIONE CON IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO Alcuni autori sostengono l’ipotesi di una stretta correlazione tra misofonia e disturbo ossessivocompulsivo (OCD). LE CURE. Una cura farmacologica specifica non esiste. Ma anche per il fastidio da misofonia o iperacusia è possibile attuare una terapia riabilitativa che ne promuova l’adattamento e può far stare meglio chi ne soffre. «A oggi i migliori risultati clinici sono stati ottenuti dalla terapia riabilitativa sonora associata al counseling ed eventualmente alla terapia cognitivo- comportamentale». Il colloquio con il paziente serve a identificare la causa del problema. Lo si incoraggia a parlare dei suoi sintomi e dei suoi dubbi riguardo al disturbo, spiegando che cos’è. La terapia riabilitativa sonora è usata per desensibilizzare il paziente che viene sottoposto al rumore o alla musica perché così si adatti progressivamente al suono che da fastidioso diventa neutro. La terapia cognitivo-comportamentale serve appunto a modificare il comportamento del paziente. E in futuro? «Sono in corso interessanti studi sull’uso di medicinali neuromodulatori per la terapia dell’iperacusia o di stimolazioni elettriche del nervo vago, in associazione alla terapia sonora, per implementare la plasticità neuronale». (Salute, Corriere) I 10 Rumori più insopportabili N. 10: il trapano elettrico. N. 9: il pianto di bambino N. 8: lo stridìo di freni di moto N.7: la smerigliatrice angolare N. 6: l’urlo di donna N. 5: le unghie sulla lavagna N.4: righello su una bottiglia di vetro N. 3: il gesso sulla lavagna N. 2: la forchetta sul vetro N. 1: un coltello affilato su una bottiglia di vetro FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA PAGINA 4 Anno IV – Numero 1133 PREVENZIONE E SALUTE UN PO’ DI ZUCCHERO (IN INFUSIONE) FA PASSARE UN TERRIBILE MAL DI TESTA Lo «stato di male emicranico», secondo una nuova teoria, potrebbe essere risolto infondendo del mannitolo, che agirebbe facendo diminuire la pressione nel cranio Roberto De Simone dell’Università Federico II di Napoli alla recente edizione del congresso internazionale sul mal di testa che ogni due anni si svolge a Stresa, ha spiegato come eliminare una serie di farmaci che spesso risultano impotenti a risolvere il cosiddetto stato di male emicranico, un violento attacco di mal di testa che dura oltre 72 ore e spesso porta al Pronto Soccorso dove, nonostante dosi massicce di triptani, analgesici, ergotaminici, antiemetici, ansiolitici, fino addirittura a corticosteroidi per via endovenosa, in genere non si riesce ad ottenere l’effetto sperato di accorciare l’attacco, che si prolunga senza tregua oltre le canoniche 72h, limite massimo di un normale attacco emicranico. Secondo il neurologo partenopeo la mancata risposta ai Ipertensione Endocranica trattamenti convenzionali è dovuta a una situazione di ipertensione endocranica presente nel 90% dei casi di stato di male emicranico. Per questo ha provato ad adottare un trattamento comunemente usato per ridurre l’edema intracranico generato da tumori cerebrali espansivi, cioè l’infusione dello zucchero mannitolo, che, grazie alle sue proprietà osmotiche attive sullo scambio dei liquidi, consente di riassorbirli riducendo la pressione intracranica. È esperienza comune vedere che una goccia d’acqua in una zolletta di zucchero scompare perché viene subito riassorbita. Se un liquido in eccesso sta esercitando troppa pressione in un ambiente chiuso come il cranio, il GLUTAMMATO, che è uno zucchero, riassorbe un po’ di liquido e la pressione cala. Lo stato di male persisterebbe infatti per ragioni pressorie, a dispetto delle terapie, che nulla possono sui meccanismi fisico-dinamici del fenomeno, che può essere “turbato” solo dalle proprietà osmotiche del mannitolo, che li combatte sul loro stesso piano. Il dolore deriva dallo schiacciamento di un tratto più o meno lungo della vena cerebrale chiamata seno trasverso e ciò fa aumentare sempre di più la pressione liquorale, innescando un circolo vizioso che alla fine trova un suo equilibrio che oscilla attorno a valori pressori in media più elevati del 49% rispetto al normale. A questo nuovo equilibrio pressorio alterato De Simone ha dato la sigla SVC, acronimo di self-limiting collapse cioè valore di collasso autolimitante che, automantenendosi per pure ragioni pressorie, fa persistere lo stato di male a dispetto delle terapie convenzionali che agiscono solo a valle del dolore facendolo percepire un po’ meno, mentre a monte continua a essere alimentato dalla persistente compressione e quindi può essere solo un po’ attutito, ma non se ne va. PROSPETTIVE La casistica dei pazienti trattati con successo tramite infusione di mannitolo lascia ben sperare per uno dei mal di testa più spinosi che un medico possa mai trovarsi a trattare: «Se l’efficacia di questa tecnica nelle cefalee sarà confermata dai prossimi studi — entrerà a buon diritto nella pratica clinica, grazie alla sua praticità e all’assenza di effetti collaterali, con grosso risparmio di costi per il Sistema Sanitario Nazionale e di disagi per il paziente». (Salute, Corriere) FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA PAGINA 5 Anno IV – Numero 1133 SCIENZA E SALUTE LA TECNOPILLOLA CHE SI INGOIA E SCOPRE LE MALATTIE DELL’INTESTINO È capace di analizzare i gas prodotti dai batteri intestinali e di metterli in relazione con patologie come il colon irritabile È una TECNOPILLOLA che si ingoia e, una volta arrivata nell’intestino, sarebbe in grado diagnosticare malattie analizzando i gas prodotti dai batteri che vivono lì. L’idea di costruire questo dispositivo è venuta a un gruppo di ricercatori australiani che l’hanno descritto sulle pagine della rivista Trends in Biotechnology. Il punto di partenza è il microbioma, quell’insieme di batteri che colonizzano l’intestino e che i ricercatori si sono messi a studiare da poco, convinti che abbia una grandissima importanza per la salute dell’individuo e per lo sviluppo di malattie. FABBRICHE DI GAS : Ma siamo ancora all’inizio: si stima che, per ogni cellule dell’organismo umano, ci siano almeno dieci batteri che sono presenti non solo nell’intestino, ma anche sulla cute o in bocca o nella vagina. Nell’intestino i batteri fabbricano gas:  per es. alcuni di loro producono acido solfidrico, che ha l’odore pungente simile a quello delle uova marce, mentre altri emettono metano che è inodore. E dal momento che la presenza di questi gas è stata messa in relazione con alcune malattie, come la sindrome del colon irritabile, le patologie infiammatorie intestinali e persino il cancro, conoscere la loro composizione può aiutare a individuare queste situazioni. FERMENTAZIONE I metodi attualmente in uso per analizzare i gas prodotti dall’organismo umano, come l’analisi del respiro, non riflettono la reale composizione dei gas intestinali. Ecco perché servono nuove metodologie ed ecco perché i ricercatori australiani hanno pensato di andare a misurarli direttamente «in loco». Con la tecnopillola, appunto. Che presenta alcuni vantaggi rispetto a un altro sistema che può essere usato per analizzare i gas e cioè il metodo di fermentazione. Quest’ultimo, infatti, prevede il prelievo di campioni di feci dall’individuo e la loro “coltivazione” in un ambiente umido e privo di ossigeno, paragonabile all’ambiente intestinale. In queste condizioni i batteri presenti nelle feci producono gas che vengono poi analizzati. RISPARMIARE La pillola elettronica costituisce, invece, un sistema più diretto e accurato: è composta da un involucro protettivo, da una membrana permeabile ai gas, da un sensore per questi ultimi, da un microprocessore, da un trasmettitore wireless, che raccoglie e trasmette i dati, e da una piccola batteria. Ed è ora in sperimentazione. «Le malattie gastrointestinali rappresentano un costo importante per i sistemi sanitari – e sistemi diagnostici innovativi, come la tecnopillola, potranno essere di grande aiuto per i pazienti e potranno contribuire a ridurre le spese». (Salute, Corriere) FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA PAGINA 6 Anno IV – Numero 1133 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca DATA TITOLO GIOVEDÃŒ 15 Giugno Ore 21,00 Corso TEORICO PRATICO sulle MANOVRE di I° SOCCORSO in caso di: TRAUMA Spinale, Cranico, Toracico, Addominale da Incidenti Stradali; INCIDENTI sul Lavoro, INCIDENTI Domestici, INCIDENTI dello Sport IV PARTE Prof. M. Santomauro; Università di Napoli Federico II VaccinarSÃŒ: informazioni sulle Vaccinazioni VENERDÃŒ 16 Giugno Ore 21,00 Cosa Conoscere e Cosa Cambia – Tutto quello che il Farmacista deve Sapere Cosa c’è da sapere. Parliamone con il prof. Carlo Tascini, Direttore Prima Divisione Malattie Infettive, Ospedale Cotugno, Azienda Ospedaliera di Colli, Napoli La partecipazione all`evento eroga un corso FAD di 30 CF ORDINE: “SINTOMI in FARMACIA – Ruolo del FARMACISTA Influenza, Raffreddore, Influenza e Raffreddore, Mal di Gola, Rinite, Tosse, Sinusite, Patologie dell’Orecchio” Di seguito schema generale del corso. SCHEMA DEL CORSO FAD IN FARMADAY: 30 CF Modulo TITOLO Data N. Modulo TITOLO Data N. 5/B 5/C 5/D 5/E 5/F 5/G 5/H 5/I Rinite 2 Rinite 3 Rinite 4 Rinite 5 Rinite 6 Rinite 7 Rinite 8 Rinite 9 QUESTIONARIO n. 5 Tosse 1 Tosse 2 Tosse 3 Tosse 4 Tosse 5 9-Giu 12-Giu 13-Giu 14-Giu 15-Giu 16-Giu 19-Giu 20-Giu 30 31 32 33 34 35 36 37 6/F 6/G 6/H 6/I 28-Giu 29-Giu 30-Giu 3-Lug 43 44 45 46 4-Lug 5-Lug 6-Lug 47 48 49 21-Giu 22-Giu 23-Giu 26-Giu 27-Giu 38 39 40 41 42 8/A 8/B 8/C Tosse 6 Tosse 7 Tosse 8 Tosse 9 QUESTIONARIO n. 6 Sinusite 1 Sinusite 2 Sinusite 3 QUESTIONARIO n. 7 Patologie dell’Orecchio 1 Patologie dell’Orecchio 2 Patologie dell’Orecchio 3 QUESTIONARIO n.8 7-Lug 10-Lug 11-Lug 50 51 52 6/A 6/B 6/C 6/D 6/E 7/A 7/B 7/C PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1133 Modulo 5/B: SINTOMI IN FARMACIA: Ruolo del Farmacista RINITE (II) Diagnosi ed Evoluzione La RINITE ACUTA VIRALE è diagnosticata clinicamente mentre per quella allergica la diagnosi si basa sull’anamnesi e sui test cutanei. Nel comune raffreddore, dopo 1-3 giorni di incubazione, il paziente avverte malessere generale e compaiono starnuti, rinorrea (secrezione mucosa dal naso), ostruzione delle vie aeree nasali e incapacità di percepire gli odori (anosmia). Le cavità nasali sono piene di secrezioni fluide e trasparenti. Nei giorni successivi le secrezioni possono divenire purulente, e quindi più dense e maleodoranti, nel caso in cui si sovrapponga un’infezione batterica. In assenza di complicanze, invece, il raffreddore comune si risolve sua sponte nel giro di 4-5 giorni. Una rinite acuta trascurata può complicarsi con un’infezione dei seni paranasali (sinusite) o con un’infiammazione della laringe (laringite). La RINITE CRONICA, invece, può evolvere in una rinite atrofica. In questo caso, le cellule che producono il muco scompaiono e si assiste alla formazione di croste dall’odore fetido. Il paziente lamenta senso di ostruzione nasale continuo e mal di testa. Nella rinite cronica la sensazione di ostruzione nasale si avverte continuativamente mentre l’ipersecrezione può essere presente o meno. La RINITE ALLERGICA si manifesta con la comparsa di starnuti, rinorrea acquosa, ostruzione nasale, anosmia, prurito intorno al naso e agli occhi, lacrimazione e arrossamento delle congiuntive. Questi sintomi possono essere stagionali (prediligono la primavera e l’autunno) o verificarsi durante tutto l’anno, a seconda del tipo di allergia. I pazienti allergici ai pollini noteranno l’insorgenza dei sintomi durante la stagione dell’impollinazione degli alberi o delle graminacee della loro zona. Anche la rinite allergica è soggetta a complicanze quali le sinusiti, le otiti medie, i polipi nasali e l’aggravamento dell’asma bronchiale. Prevenzione e Trattamento (I) Sono più soggetti a questa affezione coloro che hanno la tendenza a respirare con la bocca anziché con il naso e chi lavora in ambienti polverosi o in presenza di gas irritanti. L’abuso di alcuni farmaci decongestionanti può determinare una reazione eccessiva (effetto rebound) per cui alla vasocostrizione indotta dal farmaco segue una vasodilatazione eccessiva con un peggioramento dell’ostruzione nasale che a lungo andare può diventare cronica. Il trattamento della rinite acuta è sintomatico: possono essere utilizzati i decongestionanti nasali, (vasocostrizione topica con un’ammina simpatico-mimetica, come Fenilefrina 0,25% ogni 3-4 ore per non di più di 7 giorni; o ammine simpaticomimetiche sistemiche, come pseudoefedrina 30mg per via orale ogni 4-6 ore) ma per brevi periodi, per evitare gli effetti descritti in precedenza. Gli antistaminici possono essere utili. Quelli con effetti anticolinergici seccano le mucose e pertanto possono aumentare l’irritazione. I decongestionanti possono anche alleviare i sintomi di rinite batterica acuta e di rinite cronica, mentre una sottostante infezione batterica richiede esame colturale o biopsia, identificazione del patogeno, sensibilità antibiotiche e un appropriato trattamento antimicrobico. Il trattamento della rinite atrofica è diretta alla riduzione delle croste e all’eliminazione del cattivo odore con antibiotici topici (es. bacitracina), estrogeni topici o sistemici e vitamine A e D. L’occlusione o la riduzione chirurgica della pervietà delle cavità nasali riduce la formazione di croste causata dall’effetto essiccante del flusso d’aria sulla mucosa atrofica. Il link che vi “porterà” direttamente sulla piattaforma FAD del Provider. https://fad.ocmcomunicazioni.com PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1133 ORDINE: Progetto “UN FARMACO PER TUTTI” Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre, ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato. FARMACISTI VOLONTARI: Come Aderire I colleghi volontari che intendono partecipare al progetto condiviso dalla Associazione Cattolici Farmacisti Italiani – sez. Napoli (UCFI) potranno farlo contattando gli Uffici dell’Ordine o inviando una e-mail all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci. https://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-unfarmaco-per-tutti RACCOLTI FINORA PIÙ DI 65.000 CONFEZIONI DI FARMACI E DISPOSITIVI DONATI AI SEGUENTI ENTI ASSISTENZIALI: La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, Ordine di Malta, UNITALSI Campania, Stelle in Strada, Suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta, Elemosiniere del Santo Padre, Croce Rossa, Consegna dei Farmaci all’Elemosiniere del Santo Padre, Arcivescovo KONRAD KRAJEWSKI, “L’uomo che aiuta i poveri per conto del Papa FRANCESCO”. PAGINA 9 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1133 PAGINA 9 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1133

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