Anno IV – Numero 756
Lunedì 23 Novembre 2015, S. Clemente
 
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1. ORDINE:Caduceo
2015
2. ORDINE di Napoli:
apre
il
convegno
nazionale dei farmacisti
del Giappone.
  
 
 
Proverbio di oggi………..
Int’a vocca chiusa nun traseno mosche.
	
           
ORDINE	di	NAPOLI:	APRE	IL	CONVEGNO	
 
Notizie in Rilievo  NAZIONALE	dei	FARMACISTI	del	GIAPPONE
	
Scienza	e	Salute
Kagoshima – Naples Sister Cities 55th Anniversary Symposium
3. Farmaci su misura
Prevenzione	e	
Salute
 
4. Disfunzione erettile
 
	
 
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Lunedì 23 Novembre 
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 756
SCIENZA E SALUTE
FARMACI	«SU	MISURA»	PER	OGNI	MALATO	
La nuova medicina «di precisione» vuole individuare con l’analisi del Dna la
specifica forma di patologia del singolo paziente, così da mirare ancora meglio la
cura
1. Mary  Ann  Anselmo,  59  anni,  cantante  americana  di  jazz  del 
New Jersey, costa Est degli Stati Uniti, 
2. Marcia Stiefel, 68 anni, pensionata del North Dakota.  
Due donne colpite dallo stesso tumore, un glioblastoma del cervello 
(diciamo: uno dei più difficili da curare),  
ma con un destino diverso. 
A  Mary  Ann  i  medici  dello  Sloan  Kettering di  New  York,  uno  dei  più 
famosi istituti per la cura del cancro al mondo, hanno analizzato il genoma del tumore, hanno scoperto 
una  alterazione  del  Dna  (capace  di  stimolare  la  crescita  tumorale)  sensibile  a  un  farmaco  non 
prescritto per il glioblastoma (si usa nel melanoma), glielo hanno somministrato, con successo.  
Per Marcia non è stato così, non aveva la mutazione (non solo: nel North Dakota, gli ospedali non sono 
attrezzati come a New York) e l’unica prospettiva è stata quella di continuare la chemioterapia. 
 
 Ecco, questo è un po’ il succo della nuova medicina di precisione:  
la possibilità di individuare la particolare forma di malattia di cui il paziente 
soffre (attraverso l’analisi del Dna) e curarla.  
Con i mezzi che si hanno già a disposizione o studiandone altri.  
Personalizzando, cioè, la cura in modo da somministrare il farmaco giusto al paziente giusto.  
E non solo nel caso dei tumori.  
Ormai da alcuni anni, però, si parla di terapie personalizzate. Che cosa sta cambiando?  
«La medicina personalizzata, annunciata da tempo, — precisa Giuseppe Testa, professore di Biologia 
molecolare  all’Università  di  Milano  e  direttore  del  Laboratorio  di  Epigenetica  delle  cellule  staminali 
all’Istituto europeo di Oncologia — così non è stata.  
Si è limitata a stratificare meglio i pazienti, riclassificandoli a livello molecolare e individuando terapie 
valide per quei gruppi, non per il singolo (come, invece è accaduto per Mary Ann).  
Più che di “personalizzazioneâ€Â si dovrebbe parlare di “gruppizzazioneâ€Â».  
L’ambizione, invece, è intervenire sul singolo. «E questo comporta almeno due problemi.  
Il primo riguarda le modalità con cui si dovrà dimostrare l’efficacia di un farmaco e, il secondo, i sistemi 
regolatori, cioè tutto l’iter di registrazione di un medicinale». 
LE PROSPETTIVE E 
LE DIFFICOLTÀ 
I passi da fare per arrivare alla «personalizzazione» 
Questo nuovo approccio, dunque, porta a un cambiamento di mentalità nella ricerca scientifica, nella 
conduzione delle sperimentazioni cliniche (oggi, per es., si comincia a parlare di trial basket:  
si  sperimenta  un  farmaco  non  in  pazienti  che  hanno  la  stessa  malattia,  ma  in  coloro  che  hanno  la 
stessa mutazione genetica), nei sistemi che dovranno regolare l’immissione in commercio e anche nei 
rapporti fra accademia e industria. «Ne dobbiamo essere consapevoli. L’idea che la scienza va avanti e 
poi le leggi si adeguano non funziona più.  
È  indispensabile  che  la  scienza  si  confronti  subito  con  la  politica».  Una  rivoluzione,  dunque,  basata 
anche  sulla  capacità  che  abbiamo  oggi  di  analizzare  enormi  quantità  di  dati.  «Non  solo  i  dati  del 
genoma â€Â ma anche quelli che riguardano la nostra vita quotidiana, quello che mangiamo, quanti drink 
beviamo. Ormai le nostre vite sono digitalizzate. Basti pensare quante informazioni passano attraverso 
i  social  media,  come  Facebook  e  Twitter».  Sarà  dall’incrocio  di  questi  dati  che  potranno  emergere 
indicazioni per la cura, ma anche per la prevenzione delle malattie. (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 756
SCIENZA E SALUTE
6	AZIONI	CONCRETE	CONTRO	LA	DISFUNZIONE	
ERETTILE:	COSA	POTETE	FARE	
La disfunzione erettile (DE), gergalmente chiamata impotenza, è la persistente
incapacità (per almeno tre mesi) di raggiungere e/o mantenere un’erezione
sufficiente a condurre un rapporto sessuale soddisfacente.
Si tratta di un disturbo molto frequente, che colpisce il 13% della popolazione 
maschile e che aumenta con l’età: dopo i 50 anni quasi il 50% degli uomini ne 
soffre.  Il  professor  Francesco  Montorsi,  direttore  scientifico  e  primario  di 
Urologia  presso  l’IRCCS  Ospedale  San  Raffaele  di  Milano  illustra  le  prime 
azioni concrete che si possono mettere in atto per affrontare il problema. 
1. Ditelo  al  medico:  Niente  imbarazzi: chi  soffre  di  disfunzione 
C 
erettile  non  è  solo.  La  DE  colpisce  oltre  100  milioni  di  uomini  al 
O 
mondo.  La  maggior  parte  dei  maschi  presenta  una  disfunzione  erettile  occasionale:  il 
problema diventa serio quando cronicizza. Anche se è un disturbo comune, non è comunque 
S
una  caratteristica  “normaleâ€Â  dell’invecchiamento.   Può  essere  difficile  parlarne  ma  per 
A 
ricevere aiuto bisogna per prima cosa informarne il proprio medico. 
 
2. Identificate  la  causa  o  le  cause.  La  disfunzione  erettile  può  essere  causata  da fattori 
F 
fisiologici.  Ma  può  anche  essere  legata  a  una  circolazione  debole  o  nervi  danneggiati  dal 
A 
diabete.  Entrambi  questi  fattori  impediscono  un  regolare  afflusso  di  sangue  al  pene.  Un 
R 
buon flusso di sangue è infatti necessario per  mantenere una buona e duratura erezione.  
E 
È importante anche sapere che la disfunzione erettile, oltre che essere causata da un diabete 
non  controllato,  può  essere  una  “spiaâ€Â  precoce  di malattie  cardiache.  Alcuni  uomini  ,  invece, 
vanno incontro al problema a seguito di un trattamento per il cancro alla prostata.  
Il disturbo, infine, può essere un effetto collaterale di alcuni farmaci oppure essere associato a 
un calo dei livelli di testosterone, l’ormone sessuale maschile. 
La  disfunzione  erettile  può  essere  anche  di  origine psicologica,  cioé  essere  legata  a  problemi  di 
depressione,  stress  o  di  relazione.  A  volte,  può  avere  cause  sia  fisiche  che  emotive.  Capire  che  cosa 
produca la DE aiuta nella decisione sul trattamento da seguire. Ci sono molti metodi e test che aiutano il 
medico a capire cosa stia realmente accadendo. A volte una semplice conversazione sugli propri stili di vita 
è in grado di far luce sulla causa o le cause. 
3. Modificate  il  vostro  stile  di  vita:  Vivere  in  modo  sano  migliora  tutti  gli  aspetti  della  vostra  vita, 
compresi quelli della sfera sessuale. Il medico quindi, in presenza di disfunzione erettile probabilmente 
suggerirà come prima cosa uno stile di vita più sano (smettere di fumare e limitare l’assunzione di alcol 
eccetera).  Il  rischio  di  disfunzione  erettile  è  quasi  il  doppio  tra  gli uomini  che  fumano.  Se  si  è  in 
sovrappeso o francamente obesi, perdere peso risulta spesso un toccasana anche in questa chiave: come 
il  fumo,  anche  l’obesità quasi  raddoppia  il  rischio  di  disfunzione  erettile.  Anche  un  regolare  esercizio 
fisico  naturalmente  aiuta:  oltre  a  contribuire  in  modo  decisivo  alla  perdita  di  peso,  riduce  lo  stress  e 
aumenta il flusso di sangue in tutti gli organi, quelli sessuali compresi. Cambiare stile di vita è, quindi, in 
genere  la  prima  terapia  per  la  disfunzione  erettile.  Lavorare  con  il  medico  e  con  un  nutrizionista  per 
capire che cosa fare e come intervenire può dare risultati molto soddisfacenti. 
4. Considerate  un  sostegno  psicologico:  Se  la  disfunzione  erettile  è  legata  a  conflitti  relazionali, 
depressione o ansia da prestazione in camera da letto, la	consulenza	individuale o di coppia può fare la 
differenza.  Il  medico  probabilmente  vi  consiglierà  un	terapeuta	che  sia  il  più  adeguato  alla  vostra 
situazione. 
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 756
  
5. Capite qual è la terapia più adatta a voi:  Ci sono molti trattamenti disponibili per la disfunzione 
erettile.  Se  si  hanno  livelli  patologicamente  bassi  di  testosterone,  ad  esempio,  innalzare  la  soglia  di 
questo ormone potrebbe essere d’aiuto. I farmaci usati per il trattamento di altre malattie o condizioni, 
come gli antidepressivi o farmaci per la pressione alta, possono causare la disfunzione erettile.  
In  questo  caso,  il  medico  può  cambiare  o modificare  il  regime  farmacologico  corrente per  eliminare 
questo effetto collaterale. 
Normalmente la prima scelta riguarda farmaci da prendersi per via orale. Questi farmaci  migliorano la 
circolazione  del  sangue  all’interno  del  pene:  sono  in  genere  ben  tollerati  e  con  un  buon  profilo  di 
sicurezza. Solo i pazienti che sono già in trattamento con nitrati non possono prendere questi medicinali 
poiché correrebbero il rischio di avere un calo significativo della pressione.  
I  pazienti  che  non  rispondono  ai  farmaci  orali  possono  trovare  la  soluzione  della  disfunzione  erettile 
con microiniezioni da  eseguire  all’interno  del  pene  oppure  con  un  nuovo  gel da  instillare 
nell’uretra. Quando  queste  terapie  non  funzionano  il  paziente  può  considerare  il  posizionamento  di 
protesi peniene. Si tratta di un intervento chirurgico molto efficace.  
Nel  paziente  che  desidera  considerare  l’opzione  chirurgica  è  sempre  importante  coinvolgere  il/la 
partner nella decisione. 
6. Restate in contatto con il vostro medico:  Informate il vostro medico sul funzionamento o meno 
del  trattamento.  Potrebbe  essere  infatti  necessario provare  due  o  tre  trattamenti prima  di  trovare  la 
soluzione adatta. Bisogna essere “pazientiâ€Â e strutturate un “pianoâ€Â per iscritto con il vostro medico. 
 (Salute, Corriere) 
 
SCIENZA E SALUTE
 
I	GIOCHERELLONI	SONO PIÙ	ATTRAENTI:	
PIACCIONO PIÙ	DI	LAUREATI	E	CREDENTI	
Studio europeo dimostra che la giocosità rientra fra le caratteristiche più ricercate
in un potenziale partner
 Questa  caratteristica  rientra,  infatti,  fra 
gli  attributi  ritenuti  più  “desiderabiliâ€Â  in 
un potenziale partner.  
È  quanto  emerge  da  uno  studio 
pubblicato  sulla  rivista American  Journal  of  Play dai  ricercatori 
dell'Università  di  Zurigo  (Svizzera),  secondo  cui il  marito  o  la  moglie 
“idealiâ€Â dovrebbero  essere  giocherelloni  oltre  che  affabili,  intelligenti  e 
dotati di senso dell'umorismo.  
 Nel  corso  della  ricerca,  gli  autori  hanno  chiesto  a 327  studenti tedeschi, 
svizzeri  e  austriaci  di  stilare  un  elenco  delle  qualità  che  desideravano 
trovare in un compagno a lungo termine.  
Dall'analisi  dei  risultati  è  emerso  che  le  qualità  più  ricercate  sono 
l'affabilità, l'intelligenza, l'umorismo e la voglia di divertirsi. Anche la giocosità si è rivelata importante: 
si è piazzata a metà classifica, ma a poca distanza dai favoriti. 
 “Questo tratto della personalità sembra essere importante per la scelta del partner, almeno più del 
possesso di una laurea, di un buon corredo genetico o di essere religiosi – spiega René Proyer, che ha 
guidato la ricerca –. Anche se dobbiamo essere cauti nell'interpretazione dei dati, lo studio potrebbe 
indicare  che  le  persone  giocose  sono  percepite  come  partner più  attraenti o  che  la  giocosità  si 
manifesta sempre più nelle relazioni sentimentaliâ€. (Salute, sole 24 ore)	
In Amore conta la 
GIOCOSITA’
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 756
SCIENZA E SALUTE
RESVERATROLO, ASSUNTO	IN	PICCOLE 	
DOSI	PREVIENE CANCRO	INTESTINALE	
La sostanza è più efficace in quantità ridotte che in misura eccessiva
Bastano piccole dosi di resveratrolo per prevenire il cancro intestinale.  
La  sostanza,  contenuta  nell'uva,  nei  frutti  rossi,  nelle 
mele  e  nel  vino,  fa  bene  anche  se  presa  in  quantità 
ridotte.  
Anzi,  un  consumo  ridotto  risulta più  efficace  di 
un'assunzione eccessiva.  
È  quanto  sostengono,  in  uno  studio  pubblicato  sulla 
rivista Science  Translational  Medicine,  i  ricercatori  delle 
Università di Leicester (Usa) e di Liverpool (Regno Unito), 
che  hanno  smentito  i  risultati  di  ricerche  precedenti, 
secondo  cui  la  sostanza  avrebbe  effetti  benefici  solo  se 
consumata in quantità spropositate.  
Gli  esperti  ritengono,  invece,  che  bere  regolarmente un 
bicchiere  di  vino  rosso  potrebbe  ridurre  il  pericolo  di 
sviluppare il tumore all'intestino.  
Durante  la  ricerca,  gli  studiosi  hanno  somministrato  il 
resveratrolo  ad  alcuni  topi  affetti  da adenoma  al  colon, 
un tumore benigno che, in diversi casi, può trasformarsi 
in cancro intestinale.  
I roditori sono stati inseriti in due gruppi.  
 Ai  primi  è  stata  assegnata,  quotidianamente,  una  quantità  della  sostanza  pari  a  quella 
contenuta in un bicchiere di vino.  
 Ai secondi, invece, è stata fornita una dose 200 volte superiore.  
R 
Inoltre, gli animali sono stati ulteriormente suddivisi in due sottogruppi:  
I 
 alcuni sono stati nutriti con una dieta bilanciata,  
S
 mentre gli altri con un'alimentazione ricca di grassi. 
U
L 
T 
A 
T 
I
una riduzione delle dimensioni del tumore, soprattutto se assunto in piccole dosi
 Al termine dell'esperimento, è emerso che il resveratrolo aveva determinato: 
 Nei  roditori  che  avevano  consumato  elevate  quantità  della  sostanza,  infatti,  il 
tumore era diminuito del 25%. 
  Invece,  in  quelli  che  avevano  consumato  una  dose  di  resveratrolo  equivalente  a 
quella contenuta in un bicchiere di vino, si era ridotto del 50%.  
 “Abbiamo  osservato  che  un  basso  consumo,  piuttosto  che  un'assunzione  ingente,  di 
resveratrolo impedisce la crescita tumorale nei topi â€Â spiega Karen Brown, che ha guidato la ricerca â€. 
Per la prima volta, abbiamo visto che meno resveratrolo è meglio.  
Questo  studio  dimostra  che  una  quantità  ridotta  può  aiutare  a  prevenire  i  tumori  più  di  una  dose 
elevata". 
(Salute, sole 24 ore) 
PAGINA 6
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 756
 
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
 
	
ORDINE:	CONCERTO	DI	NATALE,	CADUCEO	D’ORO,	
MEDAGLIE	DI	BENEMERENZA	ALLA	PROFESSIONE	E	
GIURAMENTO	DI	GALENO	
 
 
 
 
Martedì 8 Dicembre, ore 18.00 Teatro Auditorium Mediterraneo della Mostra
d’Oltremare
L’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli consegna ai propri  iscritti che hanno conseguito 65, 
60, 50, 40 e 25 anni di Laurea  una medaglia di benemerenza che rappresenta un riconoscimento della 
Comunità Professionale all’impegno civile, tecnico e deontologico dei Professionisti.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nelle pagine che seguono sono riportati gli ELENCHI dei Colleghi celebrati 
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 756
MEDAGLIE	ALLA	PROFESSIONE	E		GIURAMENTO	DI	GALENO
Martedì 08 Dicembre, ore 18.00, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare
PAGINA 8
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 756
MEDAGLIE	ALLA	PROFESSIONE	E	GIURAMENTO	DI	GALENO	
Martedì 08 Dicembre, ore 18,00 Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare
 
PAGINA 9
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 756
MEDAGLIE	ALLA	PROFESSIONE	E	GIURAMENTO	DI	GALENO	
Martedì 08 Dicembre, ore 18,00 Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare
 
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