Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno IV – Numero 674 AVVISO Ordine 1. ORDINE:Istituito un sussidio per i Colleghi Iscritti all’ALBO in Stato di Disoccupazione 2. ORDINE: Verifica Continuità Formativa dei Farmacisti Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. L’obesità può causare infiammazione cronica a intestino Prevenzione e Salute 4. È vero che servono due ore dal pasto prima di tuffarsi in mare? 5. Quando la moda fa male. Alla salute 6. Spazzolini asciutti e coperti: così i batteri vanno via Martedì 30 Giugno 2015, S.S. Primi Martiri Proverbio di oggi……….. 'O sacco vacante allerto nun se mantène. Il sacco vuoto non si regge all'impiedi SPAZZOLINI ASCIUTTI E COPERTI: COSÃŒ I BATTERI VANNO VIA Che gli spazzolini siano veicolo di batteri è cosa nota. Quello che è importante sapere è l’origine di questi microorganismi: sono propri o di qualcun altro? Secondo una ricerca, c’è un’altissima probabilità che i batteri degli spazzolini provengano da altre persone che usano lo stesso bagno. Entrare a contatto con batteri altrui, non presenti nella personale flora batterica e ai quali si è meno immunizzati, fa sì che il rischio di contrarre infezioni sia più elevato. Almeno il 60% degli spazzolini era contaminato da batteri coliformi, un dato in linea con quanto già osservato da diversi studi. Tra i batteri che possono annidarsi tra le setole degli spazzolini ci sono gli enterobatteri e le pseudomonas. Entrambi si trovano normalmente nella flora dell’intestino mentre i secondi sono comunemente presenti nel terreno, nelle piante, negli animali e anche sulla pelle dell’uomo. «Tutti convivono con i propri batteri che compongono la flora batterica, ma tutti devono stare attenti a non far entrare il proprio spazzolino in contatto con batteri “estranei” che possono favorire l’insorgenza di patologie». Come si può tenere pulito uno spazzolino? «Una regola preliminare è cambiare lo spazzolino ogni due mesi, che sia consumato o meno. Di per sé, un uso frequente, e quindi un risciacquo frequente, aiuta a tenere lontani i batteri. Tuttavia, per evitare che l’umidità possa far proliferare colonie di questi microorganismi, dopo l’uso è bene asciugare lo spazzolino e poi coprirlo». Tenere gli spazzolini in un bicchiere accanto al rubinetto va bene? «Asciutti e coperti, va bene. In ogni caso usare regolarmente lo spazzolino e conservarlo in maniera adeguata sono la chiave per abbattere la colonizzazione batterica negli spazzolini stessi». SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 674 PREVENZIONE E SALUTE QUANDO LA MODA FA MALE. ALLA SALUTE Tacchi esagerati, jeans aderentissimi, borse oversize e bigiotteria a buon mercato sono solo alcuni dei capi potenzialmente dannosi che ogni donna ha nell'armadio e che dovrebbe usare con cautela, per evitare di trasformarsi da «fashion victim» in vittima e basta 1. jeans aderenti: E’ rimbalzato sui media di tutto il mondo il caso della 35enne australiana a cui è stato necessario tagliare i jeans diventati sempre più stretti dopo aver passato un’intera giornata accovacciata a fare scatoloni per il trasloco di un amico, perché non era più in grado di camminare. Secondo i medici, la donna aveva sviluppato una condizione nota come "sindrome compartimentale" che, impedendo al sangue di circolare bene a causa della pressione del tessuto, provoca la tumefazione dei muscoli, con dolori e gonfiore. 2. I tacchi troppo alti. D’accordo, sono sexy e fanno le gambe chilometriche, ma se portati troppo a lungo e per troppo tempo i tacchi alti (dai 12 cm in su, per intenderci) danneggiano la schiena, compromettendo la postura; mettono a rischio i legamenti delle ginocchia e causano problemi di circolazione, borsiti e calli. 3. Le infradito: Non fatevi ingannare dall’aspetto "comodoso" e apparentemente innocuo, perché in realtà le infradito sono tutto fuorché sicure. Modificando infatti la camminata, spostano la pressione della falcata sull’esterno del piede anziché sul tallone e possono così provocare danni a lungo termine non solo alle dita ma anche ai muscoli della gamba, senza contare il rischio "inciampo" che può portare a distorsioni o fratture. 4. Il Corpetto: La tortura modaiola di epoca vittoriana è tornata in auge grazie alle star del burlesque, ma soprattutto a Kim Kardashian, che del corpetto strizzavita ha fatto la sua ragion d’essere malgrado i medici ne sconsiglino l’uso per l’eccessiva pressione che viene esercitata su stomaco e polmoni (e che può causare bruciori, disturbi digestivi e difficoltà respiratorie) e per la posizione innaturale che fa assumere al seno. 5. La cintura: Se portata troppo stretta può premere sul nervo femorale e scatenare così dolori, intorpidimento degli arti e formicolii: meglio poi sempre allentare un buco della cinta dopo un pasto, in modo da non comprimere lo stomaco. 6. La minigonna. stando ad un recente studio, le gonne troppo corte indossate in una serata particolarmente fredda o comunque in inverno possono aumentare il rischio di cellulite: quando infatti il corpo viene esposto all’aria gelida, reagisce costruendo uno strato di grasso protettivo, che si deposita laddove non dovrebbe. 7. La gonna a tubino: Disegna splendidamente la figura, ma è anche un attentato alle ginocchia che, bloccate in una posizione innaturale, impediscono una camminata fluida e dei piegamenti corretti. Una postura sbagliata che a lungo andare può causare problemi alle vertebre o stiramenti. 8. La biancheria intima contenitiva: Se usato troppo spesso, il mutandone "schiaccia-ciccia" caro a Bridget Jones rischia di aumentare la pressione sullo stomaco, con inevitabile corollario di bruciori e problemi digestivi vari, mentre l’eccessiva compressione dei nervi può scatenare dolore e intorpidimento degli arti. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 674 9. Il reggiseno: Oltre il 70% delle donne indossa un reggiseno di taglia sbagliata e questo errore può avere ripercussioni su schiena, collo e torace, creando problemi di postura e di circolazione sanguigna, difficoltà respiratorie e irritazioni cutanee. Da non dimenticare poi che nel corso degli anni la dimensione del seno può variare, quindi è bene misurarlo regolarmente e prediligere reggiseni con spalline spesse per l’uso quotidiano e modelli che offrano un maggiore sostegno durante l’attività sportiva. 10. Il fenomeno della «fast fashion»: Uno studio di Greenpeace ha puntato il dito contro la moda "mordi e fuggi"(ovvero, collezioni ispirate a quelle degli stilisti ma vendute dalle catene a prezzi contenuti e rinnovate in tempi brevissimi): dei 141 capi di abbigliamento di 20 aziende low-cost testati, infatti, ben il 66% è risultato contenere del nonilfenolo etossilato, un composto organico di sintesi utilizzato come tensioattivo che ha effetti negativi sugli ormoni. 11. La cravatta. Se portata troppo stretta riduce il flusso di sangue al cervello e aumenta la pressione all’interno dell’occhio, causando così emicranie croniche, fastidi alle orecchie e vista offuscata, mentre i limitati movimenti del collo possono scatenare tensioni muscolari all’altezza delle spalle e lungo la schiena. 12. Le maxi borse: Ci sta di tutto e di più, questo è vero. Ma poi diventano pesantissime e portarle in spalla non è proprio una passeggiata di salute, visti i dolori al collo e alla schiena e i danni alla postura. E ancora peggio dicasi per i modelli da portare sull’avambraccio, perché in questo caso il sollevamento unilaterale della borsa aumenta il rischio di affaticare i muscoli. 13.Gli orecchini oversize. Fanno sicuramente scena, ma poi i lobi delle vostre orecchie vi chiedono i danni, perché rischiano di allungarsi modello cocker spaniel e di rompersi all’altezza del foro di entrata dell’orecchino, con inevitabile appuntamento dal chirurgo plastico per un intervento ricostruttivo della zona danneggiata. 14.Le scarpe da ginnastica: I piedi accaldati e sudati e le infezioni sono una conseguenza inevitabile dell’uso prolungato delle sneakers, che non a caso contengono una quantità di spore fungine 75 volte superiore a quelle che si trovano in un water. Da non sottovalutare nemmeno il rischio unghia incarnita, assai frequente in chi predilige questo tipo di scarpe. 15. Il perizoma. Il continuo sfregamento sulle cuciture ruvide della mutandina (spesso in materiale sintetico) può causare delle microlesioni della pelle, dando modo a funghi e batteri di proliferare e rischiando così di scatenare delle fastidiose e dolorose infezioni urinarie. 16. La bigiotteria a buon mercato: Anche chi non è allergico a determinati metalli dovrebbe evitare di entrare in contatto con la bigiotteria scadente, perché un test condotto negli Stati Uniti ha evidenziato che oltre la metà dei pezzi analizzati conteneva alti livelli di tossine e sostanze cancerogene, fra cui piombo, cadmio e bromo. 17. Le collane pesanti: Coi muscoli del collo già quotidianamente impegnati a reggere il peso della testa (che in genere pesa fra i 4,5 e i 5,5 kg), non è davvero il caso di affaticarli ulteriormente indossando una collana pesante ed elaborata, che finirebbe solo per causare tensioni, dolore e danni a lungo termine. Le Zeppe. Spostando il baricentro in avanti e sovraccaricando la parte anteriore del piede (soprattutto nel caso in cui il tallone sia molto più alto rispetto all’area della punta) questo tipo di calzatura è dannosa al pari di stiletto e infradito, perché provoca danni alla schiena e alle articolazioni, mentre la soletta rigida impedisce una camminata naturale. (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 674 SCIENZA E SALUTE L’OBESITÀ PUÃ’ CAUSARE INFIAMMAZIONE CRONICA A INTESTINO Lo stato della mucosa aumenta la resistenza all’insulina, determinando maggior flusso di zuccheri e grassi verso altri tessuti dell’organismo, con aggravio dell’obesità stessa Ad aggravare la situazione clinica delle persone con obesità sarebbero alcune alterazioni della mucosa dell’intestino tenue che interverrebbero sui meccanismi di assimilazione delle sostanze nutritive, come zuccheri e grassi. La scoperta viene da uno studio pubblicato sulla rivista Cell Metabolism. NEGLI OBESI GRAVI, AUMENTA LA SUPERFICIE DELL’INTESTINO TENUE L’intestino tenue è ripiegato su sé stesso e presenta numerose estroflessioni: questa particolare conformazione anatomica aumenta la superficie di contatto per ottimizzare l’assorbimento dei nutrienti. Le sue dimensioni “dispiegate” sono all’incirca quelle di un campo da tennis ma i ricercatori hanno visto che, in caso di obesità, le dimensioni aumentano del 250%. Questa maggior superficie determina un’alterazione dello scambio dei nutrienti di passaggio. Gli studi dei meccanismi coinvolti nell’obesità sono particolarmente interessanti proprio a livello della parte centrale dell’intestino tenue che si chiama «digiuno» e che gioca un ruolo particolarmente importante nell’assorbimento dei nutrienti ma a causa delle sua posizione è difficilmente studiata e il suo ruolo nelle malattie metaboliche è ancora poco compreso. OSSERVATE ALTERAZIONI IMMUNITARIE E METABOLICHE Nei pazienti e non nei normopeso, i ricercatori hanno osservato una colonizzazione dell’epitelio del digiuno da parte di linfociti T, la cui densità aumenta gradualmente con il livello di obesità. «L’obesità grave provoca un cambiamento delle difese immunitarie nell’intestino tenue. L’attivazione delle cellule immunitarie, pur non distruggendo la mucosa intestinale, ne modifica il funzionamento». Lo stato di costante infiammazione della mucosa che ne deriverebbe avrebbe anche l’effetto di aumentare la resistenza all’insulina, determinando così un «maggior flusso di zuccheri e grassi verso altri tessuti dell’organismo, con il conseguente aggravio dell’obesità» spiegano i ricercatori. Mentre la resistenza all’insulina nel tessuto adiposo, nel fegato, nel pancreas e nei muscoli era già stato osservato nei pazienti obesi, questo studio ha mostrato che un simile meccanismo è in atto anche nell’intestino tenue. La speranza è quella di poter ricorrere un giorno a trattamenti anti infiammatori per intervenire sulle alterazioni metaboliche che peggiorano, come in un circolo vizioso, la vita degli obesi gravi. Un secondo quesito riguarda la grande variabilità individuale delle caratteristiche infiammatorie dell’intestino: i ricercatori sono al lavoro per scoprirne le cause. (Salute, La Stampa) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 674 PREVENZIONE E SALUTE È VERO CHE SERVONO DUE ORE DAL PASTO PRIMA DI TUFFARSI IN MARE? Nessuna evidenza scientifica su una credenza esclusivamente popolare. Ma il buon senso deve comunque prevalere: prima del bagno cibi semplici e leggeri e niente alcol Ci sono casi in cui le credenze popolari hanno più valore delle raccomandazioni mediche. Ciò accade, in genere, quando la credenza si tramanda con successo da decenni e, allo stesso tempo, la scienza medica non sembra contrastarla in alcun modo, per mancanza di certezze o per timore di interrompere un’usanza non poi così negativa per la salute dei cittadini. È quanto accade oggi con la «regola delle tre ore», che vuole che dopo ogni pasto si attenda almeno tre ore prima di fare il bagno in mare o in piscina, che si PRIMA di TUTTO riducono a due nel caso di un pasto leggero. USARE IL BUON SENSO Un’idea non supportata da alcun dato scientifico, che tuttavia lascia ogni estate bambini e adulti a scalpitare sotto l’ombrellone in attesa dell’ora fatidica in cui è possibile immergersi. «Il dato di base è che non esistono evidenze scientifiche o linee guida che stabiliscono che si debba attendere del tempo prima di fare il bagno dopo aver mangiato. Tuttavia è necessario adottare il sano principio del “buon senso” nei confronti di questa tradizione che si tramanda ormai da generazioni, specialmente se si è mangiato a volontà». Nessuna relazione dimostrata fra pasti e possibili congestioni La credenza vuole che la digestione favorisca un maggior afflusso di sangue nell’apparato digerente e che l’immersione in acqua provochi una sorta di “shock”, con il conseguente blocco dei processi digestivi e possibili sintomi di nausea, vomito, dolori addominali, fino ad arrivare alla perdita di coscienza e all’annegamento. Nella realtà, l’organismo umano è generalmente in grado di compensare i diversi apporti di sangue nei vari organi e tessuti durante la fase digestiva, mentre la letteratura medica non ha mai dimostrato alcuna relazione causale tra cibo e annegamento. «I dati epidemiologici dimostrano che le principali cause di annegamento sono riconducibili a imprudenza e imperizia nei confronti dell’acqua e non al fatto di aver o meno consumato un pasto prima di immergersi, a meno che non si sia bevuto alcolici» sottolinea l’esperto. Fate pasti semplici ed evitate di assumere alcolici : Ciò non significa che abbuffarsi a tavola prima di recarsi in spiaggia non abbia conseguenze negative sullo stato di salute generico. «In estate i processi digestivi risultano rallentati e digerire un pasto abbondante e ricco di cibi grassi con il clima torrido può risultare molto difficoltoso, indipendentemente dal fatto che ci si immerga in acqua o meno». Per questo, prima di andare al mare o in piscina, è meglio preferire cibi semplici e leggeri, evitando carni e fritti, e dando la precedenza a frutta, verdura e carboidrati a basso indice glicemico, come pane e pasta integrali. Nel caso in cui sono previste immersioni in mare o lo snorkeling, è consigliabile preferire un pasto ancora più leggero o frugale. «Per il tipo di posizione che si assume, a pancia in sotto, avere uno stomaco eccessivamente pieno può creare una condizione di acidità, bruciore o reflusso». Ancor più importante, però, è evitare del tutto gli alcolici prima di entrare in acqua. Gli studi scientifici disponibili li indicano come una delle principali cause di annegamento, specialmente in età adolescenziale. (Salute, La Stampa) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 674 Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli La Bacheca ORDINE:Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti all’ALBO in Stato di Disoccupazione Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha approvato nel Consiglio del 19 Novembre 2014 uno specifico “Fondo di solidarietà” messo a bilancio nel 2015. Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2015 l’erogazione di un sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche. Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti:  i requisiti per la partecipazione,  l’importo del fondo di solidarietà  le modalità di partecipazione. L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 1 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da: 1. Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale) ORDINE: Verifica della Continuità Formativa dei Farmacisti Come previsto dal DL n. 502/1992 , art 16 quater la partecipazione all’ECM è requisito indispensabile per svolgere attività professionale. Tale normativa, inoltre, pone in carico ad Ordini, Collegi ed Associazioni la verifica della continuità formativa dei professionisti che di conseguenza dovranno svolgere il ruolo di Certificatori dell’Aggiornamento Professionale obbligatorio dei propri iscritti. Per questo motivo a partire da quest’anno l’Ordine di Napoli si sta strutturando con un gestionale ad hoc per gestire la Certificazione dei crediti ECM che consentirà ad ogni nostro iscritto un monitoraggio continuo dei crediti ECM acquisiti con la creazione di un Dossier Formativo Individuale che, alla fine del triennio, consentirà l’emissione della Certificazione che rappresenta l’unico documento legale in cui si dimostra l’ottemperanza alla legge sull’Educazione continua in medicina (ECM) Tutto ciò avverrà con comunicazioni via e-mail per intuibili motivi (velocità e risparmio di risorse). Pertanto, per evitare errori di comunicazione, stiamo effettuando un censimento di tutte le e-mail dei nostri iscritti e quindi ti chiediamo di collaborare inviandoci, dal tuo indirizzo elettronico (ti consigliamo di inviarci l’indirizzo mail che utilizzi frequentemente), una mail a questo indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. contenente il seguente testo : “Indirizzo dove desidero ricevere tutte le informazioni relative agli ECM - NOME E COGNOME” Ti ringraziamo per la tua collaborazione

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