Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno IV – Numero 571 AVVISO Ordine 1. Crisi occupazionale: Istituito un fondo di solidarietà per i colleghi iscritti all’ albo in stato di disoccupazione 2. Ordine: Pillola dei 5 giorni dopo: farmaco anticoncezionale? Aborto mascherato? Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Una graffetta per combattere la pressione alta 4. Il sangue dal naso può segnalare una patologia? 5. Smalti permanenti sulle unghie: non più di un mese all’anno! Prevenzione e Salute 6. Capelli luminosi e sani anche in inverno: come curarli e difenderli dal freddo Martedì 03 Febbraio 2015, S. Biagio, Cinzia Proverbio di oggi……….. 'O ricco fa chello che vò, 'o pezzente fa chello che pò Ordine: Pillola dei 5 giorni dopo: farmaco anticoncezionale? Aborto mascherato? Dopo l'Ema è arrivata la decisione dell'Unione europea: non occorre la prescrizione. In Italia l'ultima parola spetta all'Aifa, ma è già polemica. Anche i farmacisti verso l'obiezione. L’Ordine in collaborazione con l’associazione dei Farmacisti Cattolici della sezione di Napoli, ha organizzato per Lunedì 9 Febbraio una serata tutta dedicata alla pillola dei 5 giorni dopo. L’argomento sarà affrontato non solo sotto l’aspetto scientifico ma anche dal punto di vista bioetico e legislativo. ORDINE:Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti all’ ALBO in Stato di Disoccupazione Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha approvato nel Consiglio del 19 Novembre 2014 uno specifico “Fondo di solidarietà” messo a bilancio nel 2015. Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2015 l’erogazione di un sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche. Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti  i requisiti per la partecipazione,  l’importo del fondo di solidarietà  le modalità di partecipazione. L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da: 1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 571 PREVENZIONE E SALUTE CAPELLI LUMINOSI E SANI ANCHE IN INVERNO: COME CURARLI E DIFENDERLI DAL FREDDO Il freddo non è un alleato del cuoio capelluto e la dermatite seborroica è uno dei disturbi più frequenti. Come curarli? Ecco i consigli dell'esperta di Ok Bianca Maria Piraccini Capelli belli e sani anche in inverno? Basta seguire qualche piccola accortezza ed è possibile. Abbiamo chiesto consiglio alla dermatologa Bianca Maria Piraccini, professore associato di dermatologia all'Università di Bologna ed esperta in malattie dei capelli e delle unghie. La caduta dei capelli è stagionale. Che cosa succede in inverno? Primavera e autunno sono i periodi dell’anno durante i quali i capelli cadono in maggiore quantità. È un fenomeno stagionale, una sorta di “ricambio” del tutto naturale e fisiologico. Capelli e cuoio capelluto sono influenzati dalle stagioni, dal clima e di conseguenza dal tipo di vita che si svolge. Il loro benessere deriva dalla capacità di capire ciò di cui hanno bisogno in quel dato periodo dell’anno. Caratteristica dell’estate, ad esempio, è il problema della secchezza, dovuta al sole, alla salsedine e agli agenti atmosferici che aggrediscono capelli e cute. In inverno la perdita dei capelli non è frequente, ma subentrano altre problematiche e di conseguenza delle cure mirate a ovviare piccoli disturbi legati alle basse temperature. Capelli spenti e opachi: è colpa del freddo? Durante i mesi invernali le aggressioni esterne sono numerose: vento, pioggia e neve, senza dimenticare i traumi meccanici causati dall’abbigliamento (cappelli, bandane e copricapo in generale). Questi fattori determinano un’azione di riscaldamento locale che scioglie il sebo presente sul cuoio capelluto causando prurito e forfora. In inverno i capelli sono più unti, appesantiti e opachi. La dermatite seborroica ha una maggiore incidenza rispetto agli altri mesi dell’anno. Quali cure specifiche è bene adottare? In presenza di eccesso di sebo i capelli vanno lavati più frequentemente, con shampoo specifici per la seborrea. Non è vero che lavarsi i capelli tutti i giorni fa male al cuoio capelluto, anzi se si produce molto sebo la detersione giornaliera è la migliore alleata per riportare equilibrio. Questo vale sia per le donne, sia per gli uomini. Nel caso di capelli lunghi, però, occorre prestare qualche attenzione in più alle punte idratandole con oli secchi (anche l’olio di semi di lino è ottimo) o prodotti che contengono silicone: hanno un effetto protettivo e i capelli sono più pettinabili e luminosi. Ci sono degli integratori che rendono i capelli più forti e sani? Se le cure estetiche non bastano, si può intervenire per bocca. La biotina (vitamina H) e lo zinco, sotto forma di pillole da assumere per via orale, sono consigliabili per regolare la produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee. Capelli ad alta quota: come rispettarli quando si va in montagna? Evitare, per quanto si può, di soffocarli per lunghi periodi sotto cappelli di lana o copricapo protettivi. Chi ha i capelli corti può utilizzare del gel per mantenerli più compatti, mentre i capelli lunghi andrebbero legati in una treccia. Ricordarsi sempre che dopo sauna e bagno turco i capelli vanno detersi per liberarli dal sebo e dal sudore. (OK, Salute e Benessere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 571 PREVENZIONE E SALUTE UNA GRAFFETTA PER COMBATTERE LA PRESSIONE ALTA Il dispositivo è efficace là dove i farmaci falliscono. Positivi i primi test su 84 pazienti Ci sono casi in cui anche i farmaci nulla possono contro la pressione alta. Cosa fare per queste persone? La soluzione è una graffetta hi-tech. Inserita a livello delle arterie inguinali il dispositivo è in grado di riportare i livelli di pressione sanguigna nella norma. Un risultato straordinario frutto di una collaborazione tra una società californiana - ROX Medical- e la Queen Mary University di Londra. I risultati sono stati da poco pubblicati sulla rivista The Lancet. Ipertensione: come curarla? Nella maggior parte dei casi per abbassare la pressione arteriosa bastano pochi accorgimenti. Quando alimentazione e attività fisica non bastano si ricorre all'utilizzo degli anti-ipertensivi, una classe di farmaci ampiamente diffusa e dalla buona efficacia. Esiste però una fetta di popolazione ipertesa (15%) che, nonostante i farmaci, rimane con valori di pressione troppo elevati. In questi casi, quando nonostante il mix di 3 o più molecole la pressione non scende al di sotto di 150/90 mm Hg, si parla di ipertensione resistente. Una situazione potenzialmente pericolosa in quanto l’ipertensione è un fattore di rischio importante per infarti e ictus. Quando il farmaco non basta: In questi casi, quando i farmaci non sortiscono alcun effetto, l’unica alternativa è la chirurgia. Da tempo gli scienziati stanno testando una tecnica, chiamata denervazione renale, che consiste nella rimozione di alcune fibre nervose a livello dei reni al fine di diminuire la pressione. Un approccio promettente che sembrerebbe in parte funzionare. Ma i reni non sono il solo target per controllare l’ipertensione. Arterie e vene in zona inguinale potrebbero essere sfruttate allo stesso scopo. Lo studio : Partendo da questa idea gli scienziati hanno ideato un dispositivo –molto simile ad una graffetta- capace di creare uno spazio tra arteria e vena a livello inguinale. Così facendo i ricercatori sono riusciti a diminuire la resistenza dei vasi sanguigni e di conseguenza a far scendere la pressione. Il dispositivo al momento è stato testato su un numero ristretto di pazienti – poco più di 80 distribuiti in 16 centri europei- resistenti a qualsiasi trattamento farmacologico. I benefici sono stati immediati dimostrando la bontà della tecnica. Migliorare la tecnica : Pur funzionando bene un terzo del totale dei pazienti ha lamentato gonfiore alla gamba. Un problema che secondo quanto dichiarano gli esperti potrà essere risolto migliorando la procedura chirurgica. Come spiega il professor Melvin Lobo, uno degli autori dello studio, «abbiamo bisogno di tempo per indagare gli effetti a lungo termine del dispositivo, comprendere meglio la sua sicurezza e capire di più il funzionamento all'interno del corpo. Per affermare con certezza di aver raggiunto l’obbiettivo ora siamo all’opera per realizzare uno studio più ampio. Se i risultati venissero confermati saremo di fronte ad un grande passo avanti per i pazienti affetti da ipertensione resistente». (Salute, La Stampa) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 571 SCIENZA E SALUTE SMALTI PERMANENTI SULLE UNGHIE: NON PIÙ DI UN MESE ALL’ANNO! Limitando l’uso di gel e smalti si riescono a limitare i danni alle unghie. Ma l’ideale sarebbe evitare del tutto il ricorso a questo tipo di decorazioni. Gli smalti permanenti sono delle resine super compatte e dai colori brillanti che conferiscono all’unghia un aspetto curato e all’ultima moda. Se, però, l’unghia sembra guadagnarci dal punto di vista estetico, dal punto di vista del benessere ungueale queste resine risultano invece tutt’altro che salutari, perché «interferiscono in modo molto importante con le lamine ungueali, portandole a non respirare a sufficienza e mandandole in sofferenza». A spiegarlo è Marcello Monti, responsabile della Dermatologia in Humanitas e docente all’Università degli Studi di Milano: «L’unghia è un tessuto vivo, proprio come la pelle. Al di là di quello che appare e di ciò che suggerisce il senso comune, l’unghia è un tessuto vivo formato da molti strati – le lamine ungueali, appunto – ed è vascolarizzato e, come tutti i tessuti, ha bisogno di respirare per vivere». È per questo, spiega il dermatologo, che «gel e smalti permanenti non andrebbero utilizzati. Se proprio non se ne può fare a meno l’applicazione di questo tipo di smalti è consigliata al massimo per un mese all’anno, ovvero un tempo sufficientemente ristretto per limitare al minimo gli effetti “collaterali” sulle unghie e per permettere alle unghie stesse di riprendersi». Le unghie hanno bisogno di respirare I danni procurati alle unghie dall’utilizzo di gel e smalti permanenti non derivano, purtroppo, solo dal fatto che questi prodotti impediscono all’unghia di respirare: «Poiché le nuove resine sono molto aderenti all’unghia – spiega il professor Monti – devono essere rimosse con solventi particolarmente aggressivi che portano a intaccare la struttura dell’unghia, nuocendole». Non solo. Non è infrequente che il colore della resina penetri nell’unghia: «In questo caso l’unico modo per rimuovere totalmente la presenza del pigmento dall’unghia è procedere con la fresatura, metodo che consiste nella rimozione dei primi strati dell’unghia. Sebbene questo procedimento possa essere svolto anche mediante metodiche fai-da-te se si è in possesso dell’apposita strumentazione, è tutt’altro che leggero e risulta piuttosto invasivo». Cosa può accadere, quindi, se si fa un uso sconsiderato di questo gel e smalti permanenti? «Tutti questi problemi, sommati tra loro, nei casi meno gravi possono condurre all’opacizzazione permanente della lamina, mentre nei casi più gravi possono anche comportare il distacco totale dell’unghia dal letto ungueale, con perdita dell’unghia». (Salute, Humanitas) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 571 SCIENZA E SALUTE IL SANGUE DAL NASO PUÃ’ SEGNALARE UNA PATOLOGIA? Come fare a capire quando la perdita di sangue dal naso ha bisogno di esami specifici e approfondimenti diagnostici? Risponde lo specialista. La perdita di sangue dal naso: un problema transitorio a cui non dare peso oppure una “spia” di qualche altra malattia? Molte persone si preoccupano quando il naso diventa un improvviso “rubinetto” da cui colano poche o molte gocce di sangue. «Nella quasi totalità dei casi è un problema legato alla fragilità dei capillari presenti nella parte anteriore del naso – spiega il dottor Luca Malvezzi, specialista dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria in Humanitas –. Il sangue si fermerà da solo piegando la testa in avanti e chiudendo le due narici con le dita. Sono rari i casi in cui si tratta di un segno di malformazioni o di altre patologie, ma non per questo andrebbero sottovalutati». Perdita di sangue dal naso, che cosa fare quando accade spesso: Il consiglio è sempre quello di riferire all'otorino quando gli episodi di perdita di sangue dal naso sono frequenti e ravvicinati. Solo lo specialista è in grado, infatti, di valutare correttamente se si tratta di una predisposizione individuale, come accade spesso nei bambini (si parla di diatesi emorragica infantile) oppure di un problema diverso. Sarà quindi lo specialista a decidere come intervenire in maniera adeguata. «Bisogna stabilire la ripetitività del fenomeno, l'età e il tipo di paziente e se la perdita di sangue dal naso è un problema comune ad altri familiari. Scartate le ipotesi più gravi, si può procedere su strade diverse. Nella maggior parte dei casi sarà sufficiente prendere delle misure per ridurre la vulnerabilità dei capillari, evitando, ad es-, di sostare in ambienti domestici o casalinghi troppo secchi oppure, se il medico ravvisa una mucosa asciutta e un'area screpolata, potrà consigliare al paziente creme emollienti da applicare regolarmente sulle pareti interne delle narici per ripristinare una idonea protezione ai capillari. Solo quando è necessario si interviene per diatermocausticare, vale a dire cauterizzando mediante il calore la varice debole per porre fine alla perdita di sangue». La perdita di sangue dal naso può essere una spia pericolosa?: La guardia si deve alzare quando lo specialista individua caratteristiche diverse dalla semplice fragilità capillare. «Ci sono condizioni in cui le epistassi, le perdite di sangue dal naso, sono molto abbondanti e ripetute. A causarle possono essere malformazioni congenite, generalmente ereditarie, come le teleangectasie, (Hereditary hemorrhagic telangiectasia (HHT) anche nota come sindrome di Osler–Weber–Rendu) che sono caratterizzate da minuscole malformazioni arterovenose che espongono a continue emorragie. L'otorinolaringoiatra è il primo passo per capire in quale direzione andare per una diagnosi approfondita in cui si accerterà il problema anche dal punto di vista genetico e quindi passare alla ricerca di altre malformazioni ben più gravi che possono interessare organi vitali come encefalo, fegato, polmone. In questo caso lo specialista sa di non dover cauterizzare la varice – e invia il paziente verso centri specializzati per la gestione della patologia. Lo stesso accade se si sospetta la presenza di un tumore nell'area del naso e dei seni paranasali, per cui si richiedono accertamenti radiologici». Altri casi, ma ancora più rari, coinvolgono vasi sanguigni più grandi, come l'arteria senopalatina. Infine è bene ricordare che anche i farmaci possono essere causa di perdita di sangue dal naso: «I pazienti adulti e anziani che sono in terapia con anticoagulanti o antiaggreganti – sono più esposti al rischio di rinorragie se la loro mucosa si presenta già vulnerabile per l'età». (Salute, Humanitas)

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