 
          PAGINA3
        
        
          
            FARMADAY
          
        
        
          ±
        
        
          ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
        
        
          Anno III
        
        
          ±
        
        
          Numero
        
        
          446
        
        
          
            PREVENZIONEESALUTE
          
        
        
          LUPUS, ÈPOSSIBILEABBANDONARE
        
        
          I FARMACI (ALMENOPERUNPO’)
        
        
          Se lamalattia è stabile, è possibile diminuire le dosi degli immunosoppressori fino
        
        
          a eliminarli. Inun caso sudue l’«astinenza»dai farmaci duraancheoltre5anni
        
        
          Esseremalati di
        
        
          lupus eritematoso sistemico
        
        
          non ènecessariamenteuna condanna a terapie croniche:
        
        
          esiste anche la possibilità di poter interrompere i trattamenti,
        
        
          almeno per un certo periodo, se la patologia è in una fase di
        
        
          remissione stabile e se si seguono strategie attente per ridurre e
        
        
          poi eliminare i farmaci
        
        
          . Lo dimostra uno studio canadese
        
        
          dell’
        
        
          European League Against Rheumatism
        
        
          , secondo cui unpaziente
        
        
          clinicamente stabile su due può riuscire a sospendere le terapie per
        
        
          piùdi cinqueanni.
        
        
          Farmaci immunosoppressori:
        
        
          Poter abbandonare i farmaci
        
        
          immunosoppressori almeno per un po’ è un obiettivo importante
        
        
          per i pazienti con lupus, perché si tratta di terapie pesanti che alla lunga possono comportare un
        
        
          maggior rischio di infezioni e addirittura di tumori. D’altro canto il lupus è una patologia fortemente
        
        
          invalidante le cui ricadute comportano febbre, eruzioni cutanee e grossi dolori alle articolazioni, e che
        
        
          può provocare anche problemi seri come infiammazione ai reni o un coinvolgimento del cuore, dei
        
        
          polmoni o del cervello; perciò è altrettanto essenziale che la cura sia adeguata e incisiva, soprattutto
        
        
          nei casi più seri, attraverso cortisonici in alti dosaggi e immunosoppressori come
        
        
          azatioprina,
        
        
          metotressatoomofetilmicofenolato
        
        
          .
        
        
          L’importanza di una strategia prudente
        
        
          :
        
        
          Valutando i dati di tutti i malati in terapia, il ricercatore
        
        
          ha verificato che circa il 10%dei pazienti in cura con immunosoppressori ha smessodi prenderli;
        
        
          di questi
        
        
          ¾
        
        
          il 25%èandato incontroauna “ricaduta” entrodueanni,
        
        
          ¾
        
        
          l 17%dopodueanni.
        
        
          «Abbiamo allora studiato le caratteristiche di chi non aveva avuto recidive rispetto a coloro che
        
        
          avevano dovuto riprendere le cure entro due anni.  Chi ha reagito meglio, al momento della
        
        
          sospensione degli immunosoppressori aveva più raramente gli anticorpi specifici del lupus: li abbiamo
        
        
          trovati nel 42%dei casi contro il 68%dei pazienti chepoi sonoandati incontroauna ricaduta.
        
        
          Inoltre, in chi nonha avuto riacutizzazioni la riduzione progressiva dei farmaci è statamediamente più
        
        
          lenta:
        
        
          pocomeno di due anni per abbandonare del tutto le terapie contro circa un anno di chi prima o
        
        
          poi hadovuto tornarea curarsi
        
        
          ».
        
        
          Tutti questi dati implicano che per poter iniziare un programma di riduzione degli immunosoppressori
        
        
          finoal completoabbandonodei farmaci bisogna innanzitutto:
        
        
          ¾
        
        
          essere inuna fase stabiledimalattia, senza sintomi sostanziali;
        
        
          ¾
        
        
          i risultati dei protocolli di cessazione del trattamento hanno più successo se si cominciano
        
        
          quando non ci sono anticorpi specifici per il lupus in circolo e se la delicata fase del progressivo
        
        
          calodelledosi si protraea lungo.
        
        
          «Se si ègraduali eattenti, unadiscretaquotadi pazienti puòabbandonare i farmaci permolto tempo:
        
        
          ¾
        
        
          nella nostra esperienza il 70% è ancora libero dalle cure a due anni dalle ultime dosi di
        
        
          immunosoppressori,
        
        
          ¾
        
        
          il 49-51%dopo tree cinqueanni
        
        
          .
        
        
          Segno che si può stare anche parecchio senza farmaci, se il protocollo per ridurli e poi eliminarli è
        
        
          condottonei pazienti adatti e con tutte leprecauzioni del caso». (
        
        
          Salute, Corriere
        
        
          )